lunedì 30 agosto 2010

IMPIEGO PUBBLICO: LO SCANDALO DELLE STABILIZZAZIONI

Assumi, assumi: qualcosa resterà. Più che la parafrasi del motto di Oscar Wilde (diffama, diffama: qualcosa resterà), a Palazzo Chigi sembra in voga la tattica, tipica della prima Repubblica, di assunzioni nel pubblico impiego. Tattica che veniva rafforzata in vista di un ciclo elettorale. All’epoca, però, non c’erano vincoli di bilancio da rispettare, e il debito volava rapido fino alle vette attuali. Con la legge finanziaria 2007 il governo Prodi sembra aver provato nostalgia per quelle pratiche. Tant’è che per il triennio successivo ha previsto di spendere un miliardo e 161 milioni di euro per ampliare gli organici della pubblica amministrazione (Forze di sicurezza, ma non solo). Risultato: potranno essere assunte più di 41mila persone. Esattamente gli abitanti di Macerata. Al tempo stesso, però, con un blitz lessicale, introduce in uno dei maxi-emendamenti approvati con la fiducia alla Camera, una profonda modifica al regime di sanatoria per i precari. Cambiando qualche avverbio, rende possibile l’assunzione di circa 50mila precari; soprattutto quelli con contratti a termine presenti nelle amministrazioni regionali. Una popolazione pari a quella di Pordenone. I costi di queste nuove assunzioni, che arrivano a un totale virtuale di 91mila (ma potrebbero essere anche di più, fino a sfiorare le 100mila unità), sono garantite dal maggior gettito fiscale. Dai dati sulle entrate tributarie, è evidente come l’andamento del gettito sia estremamente legato alla dinamica del prodotto interno lordo. Ma se la congiuntura dovesse peggiorare (come prevede lo stesso governo), le assunzioni restano assunzioni: contabilizzate come spese certe; mentre le entrate che le garantiscono, inevitabilmente, sono destinate a scendere. E per finanziare gli aumenti di organico, dovranno essere sostituite da nuove tasse. Lamberto Dini non ha votato per la stabilizzazione dei precari della Pubblica amministrazione, da lui definiti “amici degli amici”. Dini parla chiaro. Secondo lui la sanatoria “vuol dire che si assumono gli amici degli amici nei comuni e altrove. E poi si fa la sanatoria per passarli di ruolo. Vi sembra questa – conclude - una cosa seria?”. Insomma, i cittadini pagheranno i raccomandati assunti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione, che, con falsa contrapposizione delle parti politiche, hanno visto sanare la loro posizione in tempo indeterminato senza concorso. Con una grande presa per i fondelli la sinistra e i sindacati hanno paragonato i lor signori, amici e parenti, ai veri precari del lavoro, loro sì sfruttati e malpagati.
Niki Vendola, Presidente della Regione Puglia ha fatto di meglio prevedendo le internalizzazioni. Assunzione senza concorso pubblico per stabilizzare i precari nella sanità, già afflitta dallo scandalo “Tedesco”, e nell’università. In questo modo migliaia di amici di sinistra vengono stabilizzati senza concorso pubblico, producendo illegalità, consenso politico con voto di scambio e parzialità di trattamento avverso gli avversari politici.
Il 30 aprile 2010 su proposta del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale due leggi della Regione Puglia in materia di organizzazione del lavoro pubblico.
«In violazione del riparto di competenza tra norme statali e disciplina regionale, la legge regionale n. 4 del 2010 consente infatti la stabilizzazione di oltre 8000 precari tra dirigenti medici e personale ex LSU e proroga gli effetti delle procedure di stabilizzazione previste dalla precedente normativa regionale, ampliando così i destinatari delle stesse – spiega il ministero in una nota -. Inoltre, consente l’illegittimo inquadramento di personale proveniente da imprese o società cooperative all’interno di società, aziende o organismi della Regione Puglia in violazione della richiamata disciplina statale in materia di stabilizzazioni. Questa norma si pone altresì in contrasto sia con i principi costituzionali che riservano alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell’ordinamento civile (contratti collettivi), sia con la giurisprudenza costituzionale che ha più volte ribadito come il pubblico concorso costituisca l'unica forma di reclutamento del personale idonea a garantire l'efficienza, il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione».
La seconda legge della Regione Puglia impugnata dal Governo, la n. 5 del 2010, autorizza invece il transito nei ruoli dell’Agenzia per il Diritto allo studio universitario (ADISU) del personale finora in servizio a tempo determinato, con conseguente inquadramento riservato, «in violazione della vigente disciplina statale e dei già citati principi costituzionali di cui agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione», sottolinea il ministero.

Grazie dell’attenzione.
Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE
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