sabato 26 maggio 2012

La liturgia antimafia.

«Da presidente nazionale di una associazione antimafia è una vergogna non essere invitati ad alcuna celebrazione istituzionale o scolastica dedicata ai martiri della mafia: tra cui Falcone e Borsellino. Questo pur essendo il massimo esperto della materia. Questo perché noi non seguiamo la logica nazionale delle celebrazioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, specialmente fatta da chi ne ha causato la morte. Perché non ci associamo alla liturgia di questa antimafia che poi è forse solo propaganda. Si farebbe cosa nobile, invece, svelare la verità sulla loro morte e disincentivare tutti quei comportamenti socio mafiosi che inquinano la società italiana. Come si farebbe onore alla verità svelare chi e come paga l’andabaran di carovane e carovanieri. In riferimento all’attentato di Brindisi ed a tutte le manifestazioni di esaltazione di un certo modo di fare antimafia di parte e di facciata, denuncio l’ipocrisia di qualcuno che suggestiona e manipola la mente dei giovani per indurli ad adottare comportamenti miranti a promuovere una verità distorta su chi e come fa antimafia» Questa è la denuncia del Dr Antonio Giangrande, presidente nazionale de “L’Associazione Contro Tutte le Mafie”. «Brindisi e Mesagne e l’intero Salento sono diventate tutto d’un tratto terra di mafia e di mafiosi e per gli effetti sono diventate palco promozionale per carovane e carovanieri proveniente da ogni dove, da cui noi prendiamo assolutamente le distanze. Mesagne e Brindisi e tutto il Salento non hanno bisogno di striscioni in sparute manifestazioni o di omelie religiose per fare ciò che deve essere fatto: sia in campo istituzionale, sia in campo sociale. Gli studenti, con la mente vergine ed aperta, non devono essere influenzati da falsi pedagoghi catto-comunisti, sostenuti da sindacati e movimenti di sinistra, che inducono a falsi convincimenti di tipo ideologico. La lotta alla mafia è un’altra cosa: è conoscenza senza censura ed omertà scevra da giudizi preconcetti».

lunedì 21 maggio 2012

L’E-Book, un nuovo modo di fare cultura.

E’ su Amazon il libro
su Sarah Scazzi. Il libro di successo, indicato da Wikipedia come riferimento
sul delitto di Avetrana, è contenuto nella collana editoriale “L’Italia del
Trucco, l’Italia che Siamo”, composta da
una quarantina di titoli. Le opere sono tradotte in tutte le lingue e diffuse
in tutto il mondo. Antonio Giangrande, autore ed editore dell’immane lavoro
letterario frutto di 20 anni di lavoro, ha tratto ispirazione dalle ritorsioni
subite oltre che dall’ingiustizia e dall’omertà imperante.
Nei suoi scritti sono
affrontate tutte le tematiche sociali e riporta tutto quanto non si dice sulle
città italiane più importanti. Basta immettere il nome dell’autore nella
ricerca ed il menù è servito.

sabato 5 maggio 2012

Amministrazione della Giustizia e responsabilità civile dei magistrati.

Laposizione di un addetto ai lavori.
La veritàdi Matteo Di Giorgio. Il magistrato di Taranto arrestato dalla Procura diPotenza. Quello che la stampa non osa riportare. Così come fanno tutti igiornalisti locali e nazionali con il dr Antonio Giangrande, soverchiato damagistrati indegni della toga che indossano e coperti mediaticamente dagiornalisti omertosi. La verità del magistrato Matteo DiGiorgio dopo l'arresto pubblicate in video ed in testi alla pagina territorialedi Taranto su www.telewebitalia.eu.Cose che Giangrande è da anni che le grida al mondo, accusando infamiritorsioni. Giudici contro. Della serie: anche i sostituti procuratori dellaRepubblica di Taranto provano l’onta dell’ingiustizia e subiscono la gognamediatica. La voce agli imputati, presunti innocenti, in un sistema dove vocenon hanno. La sua Verità di giudice arrestato e buttato nella bolgia infernalecome i comuni mortali a provare la legge del contrappasso. Bene Matteo DiGiorgio ha dichiarato: «Il procedimento che mi riguarda prende le mosse proprioda una denuncia di Italo Pontassuglia, 22 settembre 2007. In questa denuncia,signori, si dice di tutto sul mio conto. Non si parla delle sciocchezze chesono emerse nell’ordinanza, perché poi vedremo sono comunque delle sciocchezze,anche se fossero vere e non lo sono. Ora, io non ho molto tempo per spiegarvi l’enormità,però devo far notare che quello che dice Pontassuglia è smentito da tutti gliatti del processo. Amministratore di fatto significa prendere le decisioni inluogo dell’amministratore formale, di colui il quale il Sindaco, o la Giunta, oil Consiglio Comunale, si sostituisse di fatto agli stessi. Ebbene. Signorisapete quante intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno visto oggetto lapersona del sottoscritto? Quasi cinquantamila. E io dico, meno male che ci sonole intercettazioni. Dico meno male che ci sono le intercettazioni, perché dalleintercettazioni non è emerso nulla. Perché la procura di Potenza, consentitemi daquesta vicenda è strabica. Perché da un lato ha messo sotto processo RoccoLoreto per la minaccia rivolta a mio figlio, dall’altra ha arrestato me perché hodetto “ha minacciato mio figlio”. Io sono stato arrestato perché mi si dice “nonè vero, tu hai diffamato Loreto, dicendo che ha minacciato tuo figlio”. Questoè l’oggetto dell’arresto mio, signori. Questo è. Ed è la prova che ho detto chec’è una certa contiguità tra gli investigatori ed i miei denuncianti. Volete un’altraprova? La disponibilità dell’ordinanza in originale. Questa è una copia dell’originale.E’ una copia che qualcuno ha avuto al più tardi il 18 novembre 2010, cioè unasettimana dal mio arresto, quando l’ordinanza era coperta dal segretoistruttorio. E sapete da dove proviene questa ordinanza? Signori, sta scrittoqua. E’ il signor Pontassuglia Italo: il mio denunciante. Questo è un avviso diaccertamento tecnico irripetibile notificato il 15 novembre 2010 a Pontassuglia.Questo significa che Pontassuglia ha creato questo file, ha avuto l’ordinanzaal più tardi il 18 di novembre 2010. Questo significa che una settimana dopo ilmio arresto il mio accusatore aveva l’ordinanza. Chi gliel’ha data? Io certono. Signori, questo è agli atti del processo, poi tutto il resto è inutilmente,perché a Potenza le porte sono chiuse. Questa è la prova che Pontassuglia hauna corsia preferenziale con Potenza, perché non può che averla ricevuta daPotenza. Non sono sospetti, questa è una prova. Io ho denunciato Potenza. Cisarà un motivo se io ho denunciato gli Uffici giudiziari di Potenza. Perché aPotenza non sono tutelato. Io ho detto alla dottoressa Triassi, ho detto,quando mi ha fatto una valutazione giuridica, ho detto lei mi fa paura, hodetto. Come cittadino io ho paura di lei. Sapete perché? Perché quando laCassazione ha annullato il capo d’imputazione della vicenda Coccioli, ha dettola Cassazione “me la date sta prova che Di Giorgio sta d’accordo con l’amministrazionecomunale?”. E s’è rifatta l’udienza. Viene la dottoressa Triassi e dice “eccola prova dell’accordo”. La prova dell’accordo è questo. In una telefonata trail dottor Di Giorgio e l’assessore allo Sport, si tratta di Alfredo Cellammare,che nei 6 mesi successivi al fatto, in cui io ed Alfredo Cellammare parliamo ditutt’altra cosa. Non parliamo del contributo, parliamo di tutt’altro. E dice ladottoressa Triassi “ecco, questa è la prova che Di Giorgio e Cellammarre siconoscono. Io gli ho detto “guardi che avrebbe potuto chiedermelo, glielo avreidetto io, perché ci conosciamo da quando avevamo i calzoncini corti. Ma se laprova del concorso in un reato, scusatemi devo fare un discorso tecnico,risiede nel mero rapporto di conoscenza, allora io sono complice di tutti ireati commessi dai castellanetani, perché li conosco un po’ tutti. Quindi io verròchiamato a rispondere in qualsiasi reato possa commettere un castellanetano.Questa è un anormità; un’aberrazione giuridica. E io alla dottoressa Triassidissi” lei mi fa paura. Io ho paura di una che ragiona così. Come uomo”. Separliamo dell’amministrazione della Giustizia dobbiamo uscirne, se ciascuno dinoi recupera il proprio ruolo. Che cosa voglio dire: la nostra magistraturavive di correnti, di amicizie. Io non sono iscritto a nessuna corrente ed hosbagliato, perché se fossi stato iscritto, non mi sarebbe successo niente. Velo dico!! No, forse bisognerebbeanche avere il coraggio in Italia, io lo dico contro tutta la categoria, diintrodurre il principio della responsabilità civile del magistrato, perché io devoavere paura di sbagliare. Ci devo pensare cento volte prima di far qualcosa. Perchésignori il magistrato ha il compito più alto: decide della libertà dellepersone; ha in mano la vita delle persone. Tutti possono sbagliare, ma purchèci sia la buona fede e purchè ci sia il rispetto di alcune regole. Spesso ciònon avviene. L’altro giorno a chi a detto, e rispondo a quest’avvocato, che ilrinvio a giudizio, parlo dell’avvocato Giuseppe Clemente, faccio nome ecognome, Clemente, il quale impazza su Facebook contro di me dicendo delle coseinvereconde, delle quali io mi vergognerei. Quest’avvocato ha detto che unrinvio a giudizio è praticamente una affermazione di responsabilità penale.Ecco vorrei ricordare all’avvocato Clemente che in Italia ancora esiste l’articoloventisette della Costituzione e quindi la presunzione di innocenza,tecnicamente di non colpevolezza, e che questa presunzione vale fino al terzogrado di giustizia. Io ancora non sono stato giudicato e gli ricordo RanieroBusco. Ce l’ho qua. L’altro giorno. E’ stato condannato in primo grado aventotto anni di reclusione. E’ stato assolto dalla Corte d’Appello. Buon perlui che non sia stato sottoposto alla misura cautelare. Però io vi voglioleggere soltanto un passo di un’intervista di Raniero Busco, che la dice tutta.“Cosa ha imparato da questo processo? Che in queste aule non si trova niente diumano. Ognuno è proiettato a salvaguardare la propria idea, la propriaposizione. Nessuno è disposto a fare un passo indietro in nome della verità.Questa sentenza però mi restituisce un po’ di fiducia nella Giustizia”. Ed è quelloche dico io: perché a fronte di tutto ciò che è emerso dal processo potentino,dei tentativi di inquinamento, dei tentativi di agganciare i testimoni, non èsuccesso niente. Perché ciascuno si innamora della propria posizione e ladifende fino alla fine anche contro l’evidenza dei fatti. E questo unmagistrato non lo deve fare mai. Il magistrato deve avere l’onestà di dire “hosbagliato, faccio un passo indietro” e non deviare da alcune regole che sonoindefettibili e che a Potenza sono state violate. Io lo dico qua perché l’hogià detto, l’ho già scritto e non posso tediarvi, perché è tardissimo, se no lofarei volentieri. E vi dimostrerei tutte le violazioni che sono avvenute nelmio caso. Tutte.»
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Dr Antonio Giangrande
Presidentedell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396 – 328.9163996