Collaudopoli. In
morte di un imprenditore ucciso dallo Stato
La storia di
Carlo Massone da Alessandria
“Dopo
tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si
riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in
aggiunta, subisci e taci”.
«Siamo un paese di truffatori ed evasori fiscali, o,
magari, qualcuno ha interesse a farci passare come tali». Così afferma
il dr Antonio Giangrande, noto saggista di fama mondiale e presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, sodalizio antimafia riconosciuto dal
Ministero dell’Interno. Associazione fuori dal coro e fuori dai circuiti
foraggiati dai finanziamenti pubblici.
«Esemplare
è la storia di Carlo Massone, un autotrasportatore di Alessandria che da anni
combatte una battaglia impari. Comprò, a sua insaputa, un camion inidoneo alla funzione
indicata, tratto in inganno dalla documentazione pubblica allegata e per
questo, a sua volta, ingiustamente accusato di truffa. Mezzo inidoneo, ma dichiarato
idoneo, e per gli effetti bloccato, inibendo l’attività imprenditoriale. Da
anni si rivolge alle istituzioni competenti ed ai Parlamentari italiani ed
europei con funzioni di vigilanza ed inchiesta. La prima volta che si rivolse a
me, chiedendomi aiuto e non avendo potere di intervento, premonendo il futuro, gli
dissi che con questa gente e le istituzioni che li coprono non avrebbe cavato un
ragno dal buco: “sarai cornuto e mazziato”, gli dissi. A questo danno si è
aggiunta la beffa: Equitalia chiede 175mila euro per quella sua stessa attività».
“Preg.mo
Presidente Avv. Antonio Giangrande le mando l'interrogazione parlamentare aggiornata
con la risposta evasiva del Ministero, in quanto il collaudo avvenuto a Cuneo
non era solo scaduto, ma era falso. E ciò lo dico con documenti alla mano. Sia
la motorizzazione, che la ASL, ARPA e il CTU del Tribunale di Alessandria
hanno dichiarato la declaratoria di non usabilità del camion con gru e
piattaforma. A riscontro della risposta mi chiedo come abbia fatto il camion a
circolare prima di essere venduto al Carlo Massone con timbri “regolare” senza
verifica e poi come si possa addebitare il tutto all’usura successiva del
camion gru se ciò non può essere avvenuto in quanto si è imposto il fermo per
due anni. Carlo Massone”. Ed ancora. “Preg.mo. Avv. Antonio Giangrande, cortesemente
la Imploro. Le Chiedo di postare sul suo BLOG anche questa ennesima interrogazione
parlamentare. Così la giro anche ad EQUITALIA,che entro oggi, il 28 febbraio
2014, pretende 175mila euro!! Non mi resta che ammazzarmi!! Grazie. Saluti.
Massone Carlo”.
Ecco
l’interrogazione alla Camera, Commissione Giustizia, del 26.02.2014, n. 5-02234
dell’On.le Emanuele Fiano (PD).
Interrogazione
a risposta in Commissione: FIANO
Al
Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per
sapere – premesso che:
nel
1989 l'autotrasportatore Carlo Massone residente in frazione Crebini 37 – Castelletto
d'Orba (Alessandria) acquistò un camion usato tipo Fiat 170/35 B targato AL
359341, ribaltabile su tre lati con gru e piattaforma aerea a due posti,
pagandolo oltre 100 milioni;
come
da attestazione rilasciata dal concessionario Iveco Plura spa di Ovada
(Alessandria), il mezzo in questione risultava regolarmente collaudato in tutte
le sue parti, completo di attestazioni rilasciate dalla motorizzazione e
dall'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e
pertanto pronto per essere utilizzato su strada;
il
signor Carlo Massone, prima di utilizzare il mezzo in questione, richiese ed
ottenne dalla motorizzazione e dalla USL di Alessandria una verifica preventiva
straordinaria che, in seguito, diede esito negativo, e cioè si rivelò che il
mezzo presentava una serie di anomalie tecniche e strumentali tali da renderlo
inutilizzabile, in totale contrasto con le norme di prevenzione e di sicurezza
sul lavoro;
a
seguito di ciò, il signor Carlo Massone non solo fu costretto a rinunciare al
camion appena acquistato, ma venne altresì indagato – gli fu attribuita la
responsabilità di averlo manomesso e modificato – e successivamente assolto,
avendo dimostrato di non aver mai impiegato il mezzo per alcun lavoro e di non
averlo mai ritirato dalla concessionaria se non il giorno prefissato per la
revisione straordinaria;
dai
documenti in possesso del signor Massone risulterebbe che la data di emissione
della fattura quietanzata rilasciata dalla ditta Iveco Plura spa – 7 settembre
1989 – è in netta e curiosa contraddizione con quella citata nella notifica
rilasciata (a richiesta del signor Massone, proprietario del mezzo) dal
compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria, secondo cui
«Visti gli atti d'ufficio si dichiara che la carta di circolazione relativa
all'autocarro targato AL 359341 è gravata dal decreto di sequestro n. 616/88/A
emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo il 14
marzo 1988 e che in ordine alla stessa sono in corso ricerche da parte di
questo ufficio al fine di rintracciarla e sequestrarla» (Alessandria, 3 maggio
1990, n. 326, rep. 240 PG);
successivamente,
il medesimo compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria,
rispondeva alla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di
Alessandria – in ordine alla denuncia sporta dal signor Massone – «Fa seguito
alla denuncia sporta da Massone Carlo, in atti generalizzato, trasmessa con
nota prot. n. del 4 maggio 1990 in ordine alla quale si sciolgono parte delle
riserve espresse. Si comunica che negli elenchi forniti dalla motorizzazione
civile e dei trasporti in concessione di Cuneo, relativi ai collaudi effettuati
negli anni 1989-1990 presso la ditta Delia, non c’è traccia di quello afferente
al certificato di approvazione rilasciato per l'autocarro targato AL 359341»
(Alessandria, 16 giugno 1990, n. 600, rep. 240 PG);
lo
stesso Massone Carlo chiedeva e otteneva, successivamente, una relazione
tecnica circa la causa Massone-Plura spa in merito all'udienza del 23 marzo
1995 con lo scopo di chiarire i punti elencati nelle «deduzioni istruttorie»;
nella conclusioni della relazione si ravvisavano da un lato uno «stato di
degrado tecnico» del mezzo e la sussistenza di «una serie di inadempienze
contrattuali» definite «elementi sconcertanti»; e dall'altro, si rilevava
l'assoluta estraneità del signor Massone all'utilizzo dell'automezzo in
oggetto, come sentenziato anche dalla procura di Tortona il 16 settembre 1993;
quanto
sopra esposto ha prodotto ripercussioni gravissime alle economie della ditta
del signor Carlo Massone, al punto da indurlo – pur di non rimanere senza
lavoro e con un mezzo sequestrato ed improduttivo – ad acquistarne altri, con
il medesimo triste e scandaloso risultato;
ad
oggi il signor Carlo Massone, pur avendo interpellato parlamentari e Ministri
ed aver interessato anche la procura della Repubblica di Genova poiché nessuna
risposta o indennizzo sono pervenuti dalle autorità di Alessandria e comunque
da tutte quelle interessate nella vicenda, è ancora in attesa che si faccia
chiarezza e che la sua pratica approdi a giusta conclusione;
da
più di dieci anni lo stesso Carlo Massone sta combattendo una battaglia di
sensibilizzazione volta a far emergere la verità sul suo personale caso e su
fatti di analoga gravità che metterebbero in discussione l'intero apparato
preposto alla certificazione di idoneità ad operare dei mezzi industriali
coinvolgendo ingegneri e pubblici ufficiali funzionari dello Stato;
il
9 marzo 1999, nella XIII legislatura, il senatore Bornacin presentò in merito
una specifica interpellanza parlamentare, la 2-00767, cui però non fu data
risposta, e in data 7 marzo 2007 il senatore Martinat ha ripresentato l'interrogazione
n. 4-01468 –:
se
non si reputi opportuno e doveroso attivarsi con estrema urgenza per fare
chiarezza su di una vicenda così delicata e di sconcertante gravità,
sollecitando il riesame della pratica e verificando, secondo quanto denunciato,
la regolarità delle attestazioni rilasciate dalle autorità competenti in ordine
ai collaudi di omologazione dei veicoli industriali al fine di verificare
responsabilità ed eventuali comportamenti omissivi da parte di pubblici
funzionari;
che
cosa intenda fare il Governo per garantire che, in materia di collaudi ed
omologazioni di veicoli industriali, venga rispettato scrupolosamente il
dettato legislativo e si eviti pertanto che pubblici funzionari rilascino
certificati di omologazione e di collaudo su veicoli industriali sulla base di
documenti di conformità rilasciati dagli allestitori senza effettuare verifiche
tecniche rigorose sui mezzi, come prevede la normativa vigente;
come
si spieghi che veicoli industriali certificati e collaudati al momento
dell'acquisto risultino poi, ancor prima di essere utilizzati (come in questo
caso e grazie soprattutto alla scrupolosità dell'acquirente), non in regola e
che vengano avanzati sospetti solo sull'autotrasportatore, anziché considerare
anche le responsabilità delle motorizzazioni civili, dell'Ispesl e dei
concessionari;
se
non si reputi doveroso promuovere una verifica per accertare che i funzionari
pubblici deputati alla certificazione di collaudo e di omologazione dei veicoli
industriali della motorizzazione civile ed Ispesl procedano attenendosi
scrupolosamente a quanto previsto dalla legge in materia e non vengano adottati
metodi del tutto estranei alla corretta condotta delle ispezioni. (5-02234)
Dello
stesso tenore sono state le interrogazioni dello stesso Fiano al Ministro dei trasporti: Seduta n.
238 dell'8/11/2007 (4-05578).
Anche
Aurelio Salvatore Misiti ha fatto la stessa cosa con le interrogazioni in
Commissione:
Interrogazione a
risposta
in
Commissione
5-00893 presentata mercoledì 28 gennaio 2009, seduta n. 122;
Interrogazione a
risposta
scritta
4-02736 presentata giovedì 2 aprile 2009, seduta n. 158
Interrogazione a risposta scritta 4-03144 presentata
mercoledì 27 maggio 2009, seduta n.183.
La
stessa cosa ha fatto il Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale a Torino il 10
marzo 2008.
Ed
ancora l’interrogazione scritta al Parlamento europeo dell’On. Mario Borghezio
del 18/04/2007 - Emissione di certificati di omologazione falsi da parte delle
Motorizzazioni Civili italiane.
Ed
ancora l’interrogazione scritta alla Commissione Europea. Interrogazione con
richiesta di risposta scritta P-001164/2012 alla Commissione, Articolo 117 del
regolamento, dell’on. Oreste Rossi (EFD).
«Dopo
tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si
riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in
aggiunta, subisci e taci», chiosa in chiusura Antonio Giangrande.
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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