Quelli
che…o tutti o nessuno e poi vogliono la secessione!
Lo
sproloquio del saggista e sociologo storico Antonio Giangrande. Da far
riflettere…
2
e 3 giugno: Si festeggiano il giorno della Repubblica ed il giorno della libera
circolazione tra regioni.
Il
tutto sotto diktat della Padania.
I
Padani hanno voluto l’Unità d’Italia per depauperare l’Italia meridionale.
I
Padani comunisti hanno voluto la Repubblica per continuare a saccheggiare
l’Italia Meridionale.
I
Padani con le sedi legali delle loro aziende nei paradisi fiscali vogliono continuare
a dettar legge con la scusa della secessione.
L’Italia
divisa in due.
MAGGIO 1860, IL RUOLO DELLA GRAN BRETAGNA NELL’ATTACCO
ALLA SICILIA E AL REGNO DELLE DUE SICILIE. Michele Eugenio Di Carlo, Giovedì, 28 Maggio 2020 su
retegargano.it. Uno dei più dettagliati resoconti della spedizione garibaldina
- tanti ne hanno tratto informazioni senza citare la fonte - resta quello
di Giacinto de’ Sivo. Con precisione assoluta lo scrittore di Maddaloni
descrive l’apparato di sicurezza che il Governo aveva disposto per proteggere
la Sicilia dall’invasione ritenuta certa: quattro fregate a vapore, due a vela,
nove piroscafi da guerra, che navigavano incessantemente lungo le coste
siciliane. Considerate anche le forze di Polizia e le Guardie Urbane, supporre
che Giuseppe Garibaldi, nel caso fosse riuscito a sbarcare, potesse andare
oltre Marsala non era proprio possibile. Per de’ Sivo era del tutto chiaro: la
forza di Garibaldi era stata costruita a tavolino, in particolare dalla
potentissima macchina della propaganda inglese. E quanto Cavour, convintosi a
favorire la spedizione, cercò di metterne a capo Nino Bixio, «allora
dolentissimo il Nizzardo, scordò la venduta patria, e scrisse umilissime
lettere al La Farina, scongiurandolo d’aiutarlo… ». Sicuramente era stata
proprio l’azione di mediazione di Giuseppe La Farina a spingere
Garibaldi ad incontrare Camillo Cavour e Vittorio Emanuele
II a Bologna il 2 maggio, al fine di addivenire ad un accordo, come già
supposto dallo storico Pietro Pastorelli. Ed è così che «quel marinaio già
dalla stampa mazziniana magnificato, quasi promesso da’ fati, per patti segreti
tra reggitori di popoli potenti, con l’oro del Piemonte indebitato a posta,
doveva lanciarsi a portar guerra civile nelle Sicilie».
Dopo l’unificazione artefatta e truffaldina dell’Unità
d’Italia venne la nascita della Repubblica, altrettanto artefatta e truffaldina
voluta sempre dalla gente del nord.
L’Italia divisa in due.
REGIONE NORD
|
SEZIONI
|
REPUBBLICA
|
MONARCHIA
|
Piemonte
|
3529
|
1.250.070
|
938.945
|
Liguria
|
1470
|
633.130
|
284.692
|
Lombardia
|
5241
|
2.270.335
|
1.275.183
|
Venezia Tridentina
(Escluso Bolzano e Trieste)
|
465
|
191.450
|
33.728
|
Veneto
|
3636
|
1.403.441
|
954.372
|
Emilia Romagna
|
2928
|
1.526.838
|
454.589
|
Toscana
|
2781
|
1.280.815
|
506.167
|
Marche
|
1126
|
498.607
|
213.621
|
Umbria
|
631
|
301.209
|
117.755
|
TOTALE
|
21.807
|
9.355.895
|
4.779.052
|
REGIONE SUD
|
SEZIONI
|
REPUBBLICA
|
MONARCHIA
|
Lazio
|
2212
|
753.978
|
795.501
|
Abruzzo e Molise
|
1264
|
347.578
|
459.478
|
Campania
|
2770
|
435.844
|
1.427.038
|
Puglie
|
1950
|
465.620
|
954.754
|
Lucania
|
394
|
107.653
|
158.210
|
Calabria
|
1337
|
337.244
|
514.633
|
Sicilia
|
2827
|
708.109
|
1.301.200
|
Sardegna
|
859
|
206.098
|
319.557
|
TOTALE
|
13613
|
3.362.124
|
5. 930.371
|
Con la Repubblica inizia il declino dell’Italia
Meridionale e la differenza tra le due Italie si perpetua.
Lo scippo della Spesa Storica che toglie al
Mezzogiorno e regala al Nord è l’origine del declino italiano. E tutti i
Governatori del Sud tacciono. Come sempre. Roberto Napoletano il 30 aprile 2020
su Il Quotidiano del Sud. Tutti tacciono. Come hanno fatto negli ultimi venti
anni. Hanno sempre qualche emergenza di cui occuparsi. Spicciano pratiche.
Hanno una conference call dietro l’altra (prima incontravano gente). Zitti e
muti. I soldi loro vanno da un’altra parte, ma loro non se ne accorgono. Se
glielo spieghi, ti guardano strano. Preferiscono il silenzio. Dopo diranno che
non hanno capito. Si spartiranno le briciole – se ci sono – che i ricchi lasceranno
cadere dai tavoli imbanditi con le pietanze rubate ai poveri. Che sono loro.
Quelli che stanno zitti quando dovrebbero urlare e strepitano o piagnucolano
quando non serve a nulla. Facciamo presente che se avere chiuso un occhio con
60 e passa miliardi di spesa pubblica dovuti al Sud e regalati al Nord ogni
anno negli ultimi dieci anni è stato grave. Lo scippo della Spesa Storica che
toglie al Sud e regala al Nord – è l’origine del declino italiano – lo si vuole
replicare approfittando della Pandemia, nonostante il disastro della
superforaggiata Lombardia. Mi raccomando – lo dico provocatoriamente ma vale per tutti e
per chiunque abbia un po’ di sale in zucca della classe dirigente meridionale –
non disturbiamo il manovratore e occupiamoci di distanze in casa e al bar.
Quando il Governo Letta penalizzò le Università del
Sud per favorire quelle del Nord. Michele
Eugenio Di Carlo su I Nuovi Vespri il 6 maggio 2020. La sottrazione di risorse
alle Università povere (quelle del Sud) per favorire le università ricche
(quelle del Nord, che non sono affatto le migliori) ha determinato la
migrazione di studenti (e di risorse finanziarie) dal Sud al Nord. Una vergogna
infinita e uno scandalo ignorato. Sentire che tanti nostri studenti
universitari, e i propri familiari, in questi giorni si lamentano di dover
pagare affitti mentre le università sono praticamente chiuse, mi fa proprio
male e mi costringe a riferire quello di cui pochi sono a conoscenza. Fu un
provvedimento del governo di Enrico Letta e della ministra
dell’Istruzione di allora, Maria Grazia Carrozza, a penalizzare fortemente le
università del Sud con una sorta di decreto ammazza università meridionali che
ha dato soldi alle università ricche e li ha sottratti a quelle povere. Badate
bene, non a quelle migliori, a quelle più ricche. Lo scrive peraltro l’amico
Pino Aprile nel suo ultimo testo “L’Italia è finita”, come sempre una miniera
di informazioni. Tanto che l’economista barese Gianfranco Viesti – ricordo che
è anche cittadino onorario della città di Vieste – ne scrisse un libro di
denuncia: “La laurea negata”, arrivando a dire che tanto valeva farle chiudere.
Un decreto che andò a peggiorare le già antimeridionali norme dei precedenti
ministri Profumo e Gelmini. Ora uno studente meridionale su due (8 su 10 in
Basilicata) sceglie un università del Nord e questo comporta l’ennesimo esborso
di miliardi che passano da Sud a Nord, quasi non bastasse la tristissima e
abominevole emigrazione sanitaria.
Michele Emiliano a Stasera Italia su Rete4 (Rete Lega)
del 3 maggio 2020. «Innanzitutto noi abbiamo aumentato di millecinquecento
posti i posti letto autorizzati da Roma. E abbiamo subito approfittato di
questa cosa. Devo essere sincero: il sistema sanitario pugliese è un sistema
sanitario regolare. Noi non abbiamo mai avuto problemi sulle terapie intensive.
Quindi però, Pomicino evidentemente è intuitivo, capisce che questo è il
momento per cui le sanità del Sud…siccome i nostri non possono più andare al Nord
per curarsi perché è troppo pericoloso, devono essere rinforzate per limitare
la cosiddetta mobilità passiva. Quindi io l’ho detto chiaro: io non terrò più
conto dei limiti, posti letto, assunzioni, di tutta questa roba, perché non
siamo in emergenza. Farò tutte le assunzioni necessarie, assumerò tutte le star
della medicina che riuscirò a procurarmi, cercherò di rinforzare i reparti.
Manterrò i posti letto in aumento. Anche di più se possibile. Chiederò ai
grandi gruppi privati della Lombardia per i quali c’è una norma che li tutelava
in modo blindato. Immaginate: io potevo pagare senza limite i pugliesi che
andavano in Lombardia presso queste strutture, se queste strutture erano in
Puglia c’era un tetto massimo di spesa fatto apposta…Siccome questo tetto
deve saltare, io sto proponendo a questi grandi gruppi di venire e spostarsi al
Sud per evitare il rischi Covid, ma soprattutto per evitare il rischio
aziendale per loro. Perché è giusto che questa mobilità passiva: 320 milioni di
euro di prestazioni sanitarie che la Puglia paga alla Lombardia in prevalenza,
solo perché quel sistema è stato supertutelato. Adesso tutti dovremmo trovare
il nostro equilibrio e la nostra armonia».
Tgnorba Il Fatto del 29-05-2020. Editoriale a cura del
direttore Enzo Magistà di venerdì 29 maggio. Nel presentare il “decreto
rilancio” e le riaperture del 18 maggio il presidente Conte annunciò che il 3
giugno, cioè da mercoledì prossimo, sarebbe stato possibile prevedere la
ripresa anche della libera circolazione tra le regioni italiane. Però precisò:
tutto sarebbe stato collegato alle condizioni della pandemia territorio per
territorio, regione per regione. Tanto che si creò una specie di misuratore che
indicava il rischio: alto, medio, oppure, assente. Le regioni a rischio alto,
disse Conte, sarebbero rimaste chiuse; quelle senza rischio sarebbero state
riaperte. Avrebbero potuto collegarsi fra loro. In pochi giorni, però, le cose
sono cambiate. Ieri le regioni hanno fatto sapere al Governo di non essere
d’accordo sulle riaperture differenziate. O tutti o nessuno. Il Governo si è un
po’ spazientito, però, sembra essere disponibile. Però non tutte le regioni
italiane sono a rischio controllato, è molto probabile che la libera
circolazione sull’intero territorio nazionale possa slittare di una settimana:
non più il tre, ma il 10 giugno. Non ci cambia la vita, però ci fa rabbia lo
stesso. Perché ancora una volta ci si inchina al volere, per non dire al
diktat, delle regioni del nord: Lombardia e Veneto in particolare. Sono le regioni
italiane più a rischio. E quindi Fontana e Zaia sono stati loro a cavalcare la
tesi del “tutti o nessuno”, perché, altrimenti, sarebbero rimaste chiuse. A loro,
stavolta, fa comodo, sposare questa tesi, “tutti o nessuno”. Ma in altre
occasioni non è stato così. Anzi, in tantissime altre occasioni non hanno fatto
altro che rivendicare il contrario, fino a chiedere una autonomia esagerata.
Vogliono l’autonomia su tutto: sulle tasse, sulla salute, la scuola, ecc.. Però
quando si deve riaprire, siccome loro non possono riaprire: no! O tutti o
nessuno. Sarebbero le sole a restare chiuse: allora no! O tutti o nessuno.
Purtroppo, però, questo è il dramma: vincono sempre loro.
Dr Antonio Giangrande