“Egregi signori, forse qualcuno di voi,
componente delle più disparate commissioni di esame di avvocato di tutta Italia,
da Lecce a Bari, da Venezia a Torino, da Palermo a Messina o Catania, pensa di
intimorirmi con la forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per realizzare profitti
o vantaggi ingiusti per sé o per altri. Sicuramente il più influente tra di voi,
bocciandomi o (per costrizione e non per induzione) facendomi bocciare annualmente
senza scrupoli all’esame di avvocato dal lontano 1998, (da quando ho promosso
interrogazioni parlamentari e inoltrato denunce penali, che hanno ottenuto dei
risultati eclatanti, come l’esclusione dei consiglieri dell’ordine degli
avvocati dalle commissioni d’esame e ciononostante uno di loro è diventato
presidente nazionale), pensa che possa rompermi le reni ed impedirmi di
proseguire la mia lotta contro questo concorso forense e tutti i concorsi
pubblici che provo nei miei libri essere truccati. E sempre su quei libri provo
il vostro sistema giudiziario essere, per gli effetti, fondato sull’ingiustizia.
Mi conoscete tutti bene da vent’anni, come mi conoscono bene, prima di
giudicarmi, i magistrati che critico. Per chi non fa parte del sistema e non MI
conosce e non VI conosce bene, al di là dell’immagine patinata che vi rendono i
media genuflessi, pensa che in Italia vige la meritocrazia e quindi chi esamina
e giudica e chi supera gli esami, vale. Non è così e non mi impedirete mai di
gridarlo al mondo. Avete la forza del potere, non la ragione della legge. Forse
qualcuno di voi, sicuramente il più influente, perseguendomi artatamente anche per
diffamazione a mezzo stampa, senza mai riuscire a condannarmi, pur con le
sentenze già scritte prima del dibattimento, pensa di tagliarmi la lingua
affinchè non possa denunciare le vostre malefatte. Non è così e non mi
impedirete mai di gridarlo al mondo. E non per me, ma per tutti coloro che, codardi,
non hanno il coraggio di ribellarsi. Anche perché se lo fate a me, lo fate
anche agli altri. Fino a che ci saranno centinaia di migliaia di giovani vittime
che mi daranno ragione, voi sarete sempre dalla parte del torto. Avete un potere
immeritato, non la ragione. Un ordine che dileggia il Potere del popolo sovrano.
In Italia succede anche questo. Potete farmi passare per mitomane o pazzo. E’
nell’ordine delle cose: potrebbe andarmi peggio, come marcire in galera o
peggio ancora. Potete, finché morte non ci separi, impedirmi di diventare
avvocato. Farò vita eremitica e grama. Comunque, cari miei, vi piaccia o no, di
magistrati ce ne sono più di dieci mila, criticati e non sono certo apprezzati;
di avvocati più di 150 mila e questi, sì, disprezzati. Alla fine per tutti voi arriva
comunque la Livella e l’oblio. Di Antonio Giangrande c’è uno solo. Si ama o si
odia, ma fatevene un ragione: sarò per sempre una spina nel vostro fianco e
sopravviverò a voi. Più mi colpite, più mi rendete altrettanto forte. Eliminarmi
ora? E’ troppo tardi. Il virus della verità si diffonde. E ringraziate Dio che
non ci sia io tra quei 945 parlamentari che vi vogliono molto, ma molto bene,
che a parlar di voi si cagano addosso. Solo in Italia chi subisce un’ingiustizia
non ha nessuno a cui rivolgersi, siano essi validi bocciati ai concorsi
pubblici o innocenti in galera, che si chiamino Berlusconi o Sallusti o Mulè o
Riva (e tutti questi li chiamano “persone influenti e potenti”). I nostri parlamentari
non sanno nemmeno di cosa tu stia parlando, quando ti prestano attenzione. Ed è
raro che ciò succeda. In fede Antonio Giangrande”
Sig.
Direttore, con preghiera di diffusione.
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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