“L’efficienza
delle associazioni antimafia non si misura in fase ai finanziamenti ricevuti,
alle denunce presentate, alla parte politica che li sostiene, alla visibilità
data dai media ed alla santificazione di toghe e divise” risponde così il dr
Antonio Giangrande alle dichiarazioni di Maria Antonietta Gualtieri presidente
dell’Associazione Antiracket Salento (…a Brindisi totale assenza di denunce
nonostante tante associazioni antimafia…) ed alla piccata risposta del
presidente Salvatore Incalza dell’associazione antiracket di Francavilla
Fontana associata FAI (..cerca visibilità perché cessa il foraggiamento di
Stato…).
Il Dr Antonio Giangrande, presidente
nazionale della “Associazione Contro Tutte le Mafie” da Taranto interviene
nella polemica su stampa e tv sorta tra le associazioni antiracket ed antiusura
brindisine e leccesi. Una polemica che serpeggia, però, in tutta Italia,
laddove vi sono costituiti sodalizi antimafia di contrapposti schieramenti.
«L’attività delle associazioni
antiracket ed antiusura non si misura in base alla visibilità mediatica che
certe tv locali politicamente schierate danno ad alcune di loro, finanziate da
progetti di passati Ministri dell’Interno o da sottosegretari a loro vicini e
comunque di finanziamenti ricevuti perché facenti parte del FAI o di Libera; né
tantomeno in base alle denunce presentate da questi sodalizi o dalla loro
costituzione in giudizio per interesse di qualcuno. Il tutto per fare numero e
molte volte contro poveri cristi a vantaggio di truffatori. Sempre bene attenti
a non toccare i poteri forti: tra cui le banche. La loro efficienza non si
misura neanche in base al sostegno finanziario da loro ricevuto dallo Stato o
da una parte politica regionale. Comunque c’è da dire che il grado di valore
che si dà alle associazioni antimafia non è paragonato al fatto di quanto
queste siano lo zerbino o passacarte di toghe e divise. La capacità delle
associazioni è legata alla loro competenza ed al grado di assistenza e
consulenza che loro sanno offrire: senza fare politica. Questo è il loro
compito: informare ed assistere nella stesura degli atti. Le denunce le
presentano le presunte vittime e l’applicazione della giustizia spetta alle
toghe ed i contributi li elargisce lo Stato. Qualcuno non si deve allargare!».
Va giù duro il presidente Antonio
Giangrande.
« Io penso che la vittima di
qualsivoglia sopraffazione e violenza non ha bisogno di visibilità, per questo noi
usiamo il web oltre che la sede fissa. In questo modo le vittime non hanno
bisogno di farsi vedere, quindi si informano e le denunce le scaricano
direttamente dal sito e le presentano alle forze dell’ordine. Non mancano, però, le lamentele di abbandono da parte dello
Stato. E questo non bisogna tacerlo. Inoltre non siamo affiliati a nessuno e quindi non riceviamo nulla da
alcuno, né ritorno di immagine, né copertura delle spese. D'altronde che
volontariato è se poi si è sovvenzionati e quindi diventa un lavoro. Alla
stampa dico di seguire ed aiutare tutte quelle associazioni che lavorano sul
campo a rischio delle vite dei loro componenti, senza ricevere nulla. E se
proprio vogliono riportare le polemiche, i giornalisti chiedessero a tutte
queste associazioni, che vanno per la maggiore, chi li paga e chi votano e come
mai aprono sportelli antiracket in città in cui non sono iscritte presso le
locali prefetture, così come vuole la legge, tutto a svantaggio di chi è
legalmente iscritto in loco: se ne scoprirebbero delle belle!»
Continua Antonio Giangrande.
«Additare i difetti altrui è cosa che
tutti sanno fare, più improbabile è indicare e correggere i propri.
Non abbiamo bisogno di eroi, né,
tantomeno, di mistificatori con la tonaca (toga e divisa). L’abito non fa il
monaco. La legalità non va promossa solo nella forma, ma va coltivata anche
nella sostanza. E’ sbagliato ergersi senza meriti dalla parte dei giusti. Se
scrivi e dici la verità con il coraggio che gli altri non hanno, il risultato
non sarà il loro rinsavimento ma l’essere tu additato come pazzo. Ti scontri
sempre con la permalosità di magistrati e giornalisti e la sornionità degli
avvocati avvezzi solo ai loro interessi. Categorie di saccenti che non
ammettono critiche. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti
di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al
futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non
conosce. Questa è sociologia storica, di cui sono massimo cultore. Conosciuto
nel mondo come autore ed editore della collana editoriale “L’Italia del Trucco,
l’Italia che siamo” pubblicata su www.controtuttelemafie.it
ed altri canali web, su Amazon in E-Book e su Lulu in cartaceo, oltre che su
Google libri. 50 saggi pertinenti questioni che nessuno osa affrontare. Ho dei
canali youtube e sono anche editore di Tele Web Italia: la web tv di promozione
del territorio italiano. Bastone e carota. Denuncio i difetti e caldeggio
i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e
perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo
ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve
pur essere diverso!»
Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro
Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396 – 328.9163996
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