Inchiesta. Ancora
a parlare di concorsi truccati. Questa volta nelle Forze di Polizia.
Il metodo di
correzione negli esami di Stato o nei concorsi pubblici è sempre lo stesso: si
dichiarano corretti i compiti che non sono stati nemmeno visionati. Per
attestare ciò detto non si abbisogna di microfoni o micro spie nelle segrete
stanze delle commissioni e dei "Compari". Basta verificare i tempi di
correzione se siano sufficienti e controllare le prove se e come sono state
corrette, anche in relazione alle altre prove ritenute idonee. I Tar di tutta
Italia ne scrivono di nefandezze commesse. Nel ribellarsi, però, non si caverà
un ragno dal buco: perchè così fan tutti!! Giudicanti, ingiudicati.
L’inchiesta del
dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber,
presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, destinatario delle denunce
inascoltate di centinaia di migliaia di candidati estromessi di tutta Italia.
Parliamo
della Magistratura. E’ da scuola l’esempio della correzione dei compiti in
magistratura, così come dimostrato, primo tra tutti gli altri, dall’avv.
Pierpaolo Berardi, candidato bocciato. Elaborati non visionati, ma dichiarati
corretti. L’avvocato astigiano Pierpaolo Berardi, classe 1964, per anni ha
battagliato per far annullare il concorso per magistrati svolto nel maggio
1992. Secondo Berardi, infatti, in base ai verbali dei commissari, più di metà
dei compiti vennero corretti in 3 minuti di media (comprendendo “apertura della
busta, verbalizzazione e richiesta chiarimenti”) e quindi non “furono mai
esaminati”. I giudici del tar gli hanno dato ragione nel 1996 e nel 2000 e il
Csm, nel 2008, è stato costretto ad ammettere: “Ci fu una vera e propria
mancanza di valutazione da parte della commissione”. Giudizio che vale anche
per gli altri esaminati. In quell’esame divenne uditore giudiziario, tra gli
altri, proprio Luigi de Magistris, giovane Pubblico Ministero che si occupò
inutilmente del concorso farsa di abilitazione forense a Catanzaro: tutti i
compiti identici e tutti abilitati.Al Tg1 Rai delle 20.00 del 1 agosto 2010 il
conduttore apre un servizio: esame di accesso in Magistratura, dichiarati
idonei temi pieni zeppi di errori di ortografia. La denuncia è stata fatta da
60 candidati bocciati al concorso 2008, che hanno spulciato i compiti degli
idonei e hanno presentato ricorso al TAR per manifesta parzialità dei
commissari con abuso del pubblico ufficio. Risultato: un buco nell'acqua.
Questi magistrati, nel frattempo diventati dei, esercitano.
Parliamo
della Avvocatura. E’ da scuola l’esempio della correzione dei compiti in
avvocatura, così come dimostrato, primo tra tutti gli altri, dal dr Antonio
Giangrande, che ha provato sulla sua pelle per ben 17 anni l’ignominia e la
gogna di non essere all’altezza per una funzione meritatissima. Elaborati non
visionati, ma dichiarati corretti. Ha scritto dei saggi in base alla sua
esperienza. Ha pubblicato dei video per chi non vuol leggere. Per questo gli
hanno inibito la professione di avvocato e, addirittura, processato per aver
denunciato e scritto cose che tutti sanno.
Potevano bastare
questi esempi per dimostrare l’illibatezza dei nostri tutori della legalità?
Certo che no!!
Parliamo
della Guardia di Finanza: Lo dice il maresciallo capo della
Finanza Antonio Izzo ai genitori di un aspirante finanziere, mentre
davanti a un caffè illustra la proposta indecente: 1500 euro in cambio del
superamento dei test attitudinali per il figlio. “Signora, questa è una
cosa normale. Voi pensate che non ci siano persone corrotte? Qui tutto il
sistema è corrotto”, scrive Vincenzo Iurillo su “Il Fatto Quotidiano” del 14
dicembre 2015. «Non si entra in Guardia di Finanza se non per queste vie». È la
frase che il maresciallo della Gdf Bruno Corosu ha pronunciato, scrive “Il
Corriere del Mezzogiorno" del 24 marzo 2015. Un finanziere romano e alcuni
aspiranti marescialli avevano in casa copia dei test a risposta multipla del
concorso svolto a Bari nell’aprile scorso. Lo hanno scoperto i militari del
Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanzi di Bari durante le
perquisizioni disposte dalla magistratura barese nell’ambito dell’inchiesta
della Procura di Bari dove si ipotizzano i reati di corruzione e rivelazione di
segreti d’ufficio nei confronti di sette persone, tra finanzieri in servizio e
ex militari, tutti romani, e partecipanti al concorso per 297 posti da allievo
maresciallo nella Guardia di finanza, scrive “La Gazzetta del Mezzogiorno” il 2
dicembre 2013.
Parliamo
della Polizia Penitenziaria. Concorso agenti polizia penitenziaria a Roma:
scoperti dal servizio di sorveglianza durante i controlli. Tutto per un posto
in carcere. Anche, magari, rischiando il carcere stesso. 88 persone tra gli
undicimila uomini e le duemila donne partecipanti al concorso per agenti
della polizia penitenziaria, tenutosi a Roma tra il 20 e il 22 aprile, sono
state indagate e denunciate a piede libero: le operazioni di controllo
effettuate dalla task force di vigilanza tra i banchi della Nuova Fiera di
Roma hanno infatti portato a scoprire materiale con cui i presunti
furbetti cercavano di passare il test a pieni voti. Ne scrive il 26 aprile 2016 il Messaggero con
Michela Allegri.
E poi, non
poteva mancare lo scandalo per la Polizia di Stato.
Parliamo
della Polizia di Stato. Concorso Vice Ispettori: gli esclusi devono avere
delle risposte, scrive Il Sap Nazionale il 21 marzo 2016. I candidati non
idonei alla prova scritta del concorso per 1.400 posti da Vice Ispettore devono
avere delle risposte e tanti dei loro elaborati risultano non essere inferiori
di altri che hanno superato l’esame. E’ quanto emerge con chiarezza dalla
lettera inviata il 18 marzo 2016 dal SAP al Capo della Polizia Alessandro Pansa
e per conoscenza al Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Secondo il SAP non è
accettabile che i numerosi colleghi risultati non idonei alla prova scritta del
concorso siano così bistrattati anche quando, dopo il difficilissimo accesso
agli atti, hanno scoperto le carte e le hanno messe sul tavolo. Documenti che
sono stati analizzati dallo stesso Sindacato, il quale condivide quanto è stato
rappresentato da molti degli esclusi. Non c’è mai stata una manifestazione di
dissenso così forte. Basti pensare che è stata costituita anche un’associazione
chiamata “Tutela e Trasparenza” con l’obiettivo di tutelare i colleghi esclusi
ingiustamente dalla prova scritta. La stessa associazione ha ricordato che la
pubblica amministrazione deve assicurare il rispetto dei principi
costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità, senza dimenticare il
principio di trasparenza che deve valere anche per gli appartenenti alla
Polizia di Stato. Il SAP auspica che l’Amministrazione riveda i temi giudicati
non idonei e rivaluti quelli che effettivamente risultano meritevoli di
consentire l’accesso alle prove orali. Da ultimo, e forse la cosa più
importante, l’Amministrazione deve valutare un allargamento dei posti previsti
dall’attuale bando, che avrebbe costi esigui e non paragonabili con quelli
abnormi che si dovranno affrontare con il concorso esterno.
L’incontro
organizzato dall’associazione “Tutela & Trasparenza” che si è svolto lunedì
7 marzo 2016 a Milano presso Hotel Galles, relativa all’esito dell’accesso agli
atti della prova scritta per 1400 v.isp, è stato un autentico successo di
pubblico. Il Presidente Walter Massimiliani ha approfondito il discorso,
ricostruendo per intero gli avvenimenti che hanno portato all’incontro e, dopo
aver precisato che non si tratta di una guerra a coloro che sono stati ritenuti
idonei alla prova scritta ma semplicemente di una richiesta di equità di
giudizio, ha mostrato alcuni dei numerosi elaborati che sono stati analizzati e
per i quali sono state rilevate evidenti criticità sotto vari punti di vista,
in particolare:
presenza di
elaborati con segni o frasi non inerenti lo svolgimento della traccia;
elaborati con
ampi passi identici a testi o link presenti sulla rete;
elaborati con
contenuti palesemente inadatti e scarsi dal punto di vista sintattico
grammaticale e/o di concetti giuridici. L’Avvocato Leone il 28 gennaio 2016 ha
preso parte all’importante incontro/dibattito svoltosi all’Hotel Holiday Inn di
Cava de’ Tirreni (SA) in merito al ricorso per il Concorso Interno per
1400 Vice Ispettori della Polizia di Stato, organizzato dalla Associazione di
agenti “Tutela e Trasparenza”. Tantissimi i presenti accorsi presso la sede
designata, per cercare di approfondire dal punto di vista giuridico il bando di
concorso, che presenta una serie di criticità degne di nota, nonché la fase di
correzione e di valutazione degli elaborati che, in modo manifesto, appare
illogico e illegittimo.
Al fine di
consentire di capire di cosa stiamo parlando descrivo brevemente il concorso in
argomento: nel mese di giugno 2014 si è svolta una prova preselettiva
articolata con nr. 80 quiz a risposta multipla su 5 materie d’esame (diritto
penale, procedura penale, diritto amministrativo, diritto civile, diritto
costituzionale) cui hanno partecipato 22mila candidati ed alla quale sono
risultati idonei 7032 candidati;
nel mese di
gennaio 2015 si è svolta una prova scritta consistente nella stesura di un
elaborato di diritto penale, conclusa da 6355 candidati ed alla quale sono
risultati idonei 2127 candidati che hanno riportato una votazione superiore a
35/50.
Il 17 dicembre
2015, a distanza di 11 mesi dalla prova scritta, è stata diffusa una lista
degli idonei che sin da subito a suscitato forti dubbi di correttezza per la
distribuzione dei voti. Infatti oltre 2/3 degli idonei (più di 1400) hanno
superato la prova con il voto di 35/50; nessun candidato ha conseguito 34/50 e
solo in 73 hanno conseguito la sufficienza compresa tra 30/50 e 33/50. Inoltre
una gran parte dei candidati sono stati valutati non idonei con il voto di
25/50 e 28/50. Si evidenzia che l’associazione “Tutela & Trasparenza”, ha
effettuato un accesso agli atti straordinario e storico richiedendo ed
ottenendo TUTTI i 2127 elaborati dei candidati idonei e TUTTI gli atti
endoprocedimentali. L’analisi di tale materiale effettuata con una task force
di colleghi poliziotti che in dieci giorni ha controllato tutti gli elaborati,
ha permesso di scoprire delle considerevoli anomalie, in particolare:
numerosissimi
elaborati con palesi errori sintattico grammaticali diffusi;
numerosissimi
elaborati con palesi errori concettuali grossolani e confusione su elementi
basilari di diritto penale tali da stravolgerne completamente le basi;
numerosi
elaborati singolarmente identici a libri di testo e/o da documenti rinvenuti
sulla rete internet;
alcuni elaborati
con segni o con messaggi di testo rivolti alla commissione come: SI RINGRAZIA
PER L’ATTENZIONE, NOTA PER IL FUNZIONARIO CHE CORREGGE, SCUSATE PER LA
CALLIGRAFIA E GRAZIE et.
Il lavoro
dell’associazione non si è comunque esaurito in tale fase, sono stati infatti
presentati circa 400 ricorsi al TAR, circa 50 al Presidente della Repubblica e
circa 150 istanze di ricorrezione al Dipartimento di P.S., tali numeri hanno di
fatto bloccato le udienze in Camera di Consiglio al TAR Lazio al punto che ad
oggi non risultano ancora calendarizzati la maggior parte dei ricorsi.
D'altronde di
cosa parliamo: è tutta “Cosa nostra”. Si sa la famiglia in Italia è sacra.
Parliamo del
Corpo Forestale. Amici e parenti la grande famiglia della Forestale. E’
sempre una notizia attuale e quindi utile leggere l’articolo de “La Stampa” del
13 maggio 2009 riguardo il Corpo Forestale. I figli di dirigenti e comandanti
alla corte di papà. Bravi. Anzi, bravissimi. Ma non c’erano dubbi, visto che
spesso la sapienza passa di padre in figlio. E così, da una parte il caso,
dall’altro le conoscenze e le tante doti è accaduto che tra i 500 vincitori al
concorso allievi per il Corpo forestale, molti tra questi sono figli di
comandanti, dirigenti, uomini di stretta vicinanza del capo del Corpo, Cesare
Patrone. Il fato, infatti, è stato così generoso nei loro confronti, che molti
di costoro sono stati, addirittura, assegnati nelle stazioni dove comandano i
loro capo famiglia. Non sfugge, infatti, che la sorte abbia riservato a Matteo
Colleselli la stazione di Candaten proprio nell’area dove papà, comanda la
regione Veneto; e così è accaduto a Stefano Piastrelli figlio del capo di
Perugia, o a Massimiliano Giusti discendente diretto del numero due della
regione Umbria. Ma le regalie della dea bendata non finiscono qui. Tanto che a
trarne beneficio è toccato pure a Matteo Palmieri, «omonimo» del capo della
segreteria del Corpo e destinato in Puglia, terra d’origine, a Francesco Polci
(figlio del vice comandante d’Abruzzo assegnato a Chieti), a Massimo Priori
(omonimo del caposervizio del personale assegnato a Livorno), a Vittorio
Scarpelli (figlio del dirigente del servizio ispettivo assegnato nel vicino
Abruzzo), nonché al figlio del comandante di Taranto, Pasquale Silletti,
assegnato alla stazione di Cassano Murge a Bari, a Dante Stabile, parente del
capo di Napoli finito alla stazione di Boscoreale in Campania. E’ chiaro, però,
che la fortuna non poteva girare a tutti. Ma dove non osò la sorte, giunsero i
«pizzini» del patronato: per Alfonso, figlio di Rosetta, per Emidio figlio di
Cesarina di zio Antonio, o per Maria, figlia di Raffaele di zia Maria. E
ancora, per Massimiliano, cugino di Rosetta, ma anche per Paolo che è nel cuore
di zio Domenico e altri. Del resto si sa, in Italia le cose marciano spedite
solo se stanno veramente a cuore a qualcuno. E tra le camicie verdi del Corpo
Forestale la regola, stavolta, non fa eccezione. I capisaldi sembrano tre:
l’ambiente e il soccorso, il rispetto della legge ma anche la famiglia. Non a
caso, infatti, a capo del Corpo è finito Cesare Patrone, figlio dell’ex
geometra della Forestale, Michele. Al suo fianco ci sono anche il fratello
Amato (sovrintendente), la moglie di quest’ultimo Serena Pandolfini
(sovrintendente), Domenico, zio del capo ma ora in quiescenza, dalla fulgida
carriera e la figlia di quest’ultimo Rosa, primo dirigente del Corpo, la quale
classificatasi quarta al concorso da primo dirigente (i posti erano tre) si è
vista riconoscere dall’amministrazione il ruolo, ma senza arretrati per la decorrenza
della nomina dal 1 gennaio 2002 (data del posto vacante), secondo quanto
stabilito dall’ufficio centrale del bilancio del Ministero. Nomina sì, dunque,
ma senza «indennizzo». Ma per la serie, la speranza è l’ultima a morire,
ecco che in soccorso di Rosa Patrone, la Camera ha approvato un emendamentino
ad hoc che si «applica anche agli idonei nominati, nell’anno 2008, nelle
qualifiche dirigenziali» e che risarcisce e stabilisce anche le quantificazioni
economiche: oltre 177mila euro per il 2008, 24mila per il 2009 e altri 24 mila
per il 2010. Insomma, un indennizzo niente male, che desta non pochi malumori.
Così come destano sorpresa i risultati del concorso per 182 posti da vice
ispettore. Dopo la prova scritta tra i primi posti a piazzarsi ci sono i più
stretti collaboratori del capo del Corpo. Uomini certamente brillanti e
qualificati come il suo autista Domenico Zilli (voto 30 su 30), Marco
Giurissich della segreteria (30/30), Amato Patrone, fratello del capo (30/30),
Noemi La Motta, segretaria del capo (29,5/30), Serena Pandolfini, la cognata di
Patrone (29,5/30), Claudio Bernardini, segreteria della cugina del capo del
corpo (29/30), Cristiano De Michelis, assistente del capo (29/30), Quintilia
Pomponi, segreteria della cugina del capo (29/30), Vania La Motta, sorella di
Noemi, cognata di Zilli l’autista del capo. Tanta conoscenza e bravura,
nelle prove scritte, ha stupito il parlamentare del Pdl, Marco Zacchera che in
una interrogazione spiega «che dall’esame dei 50 concorrenti che hanno superato
il punteggio di 28/30 appaiono alcune anomalie, ovvero che ben 32 di essi hanno
sede di lavoro a Roma, molti negli uffici dell’ispettorato generale, mentre
altri 8 hanno sede di lavoro in Calabria e solo 10 nel resto d’Italia», e
quindi chiede «di accertare se i testi dei quiz siano stati resi pubblici a
nicchie» e se non si ritenga di «dover sospendere il concorso». Niente da fare,
ovviamente. Il concorso va avanti, così come procede spedita anche un’altra
interrogazione. Stavolta, a siglarla è il parlamentare leghista, Maurizio
Fugatti al quale non sfugge che «dei 29 candidati che hanno riportato voti tra
il 29 e il 30, ben 21 provengono dal medesimo ispettorato generale». Attitudini
spiccate? Chissà. Di certo, nemmeno Fugatti sembra capacitarsi di «un
personale così altamente qualificato in servizio all’ispettorato - scrive - e
che sarebbe consigliabile correggere tale squilibrio sul territorio nazionale,
assegnando a compiti territoriali almeno parte delle migliori risorse ora
collocate a mansioni amministrative». Ma nonostante ciò al Corpo si guarda
avanti. L’attenzione nelle ultime ore è rivolta a tutta una serie di promozioni
varate in una delle riunioni del cda della Forestale presieduto dal ministro
Zaia. Anche qui, la fortuna ha lasciato il segno. Tangibile, ma solo per pochi,
«posandosi» sui fascicoli di nove candidati, otto dei quali del nord Italia e
Veneto, che così hanno ottenuto il punteggio massimo pur non avendo alcuni
titolo speciale valutabile.
Dr Antonio Giangrande
099.9708396 – 328.9163996
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