Di Pietro, Grillo, il Movimento 5 Stelle e
gli “utili idioti giustizialisti”.
L’Opinione del
dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber,
presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
Le incalzanti
notizie di cronaca giudiziaria provocano reazioni variegate tra i cittadini
della nostra penisola. Sgomento, sorpresa, sdegno, compassione o incredulità si
alternano nei discorsi tra i cittadini. Ma emerge, troppo spesso, una ipocrisia
di fondo che è la stessa che attraversa, troppo spesso, la nostra società. Ma…
chi è onesto al cento per cento? Credo nessuno, nemmeno il Papa. Chi non ha
fatto fare qualche lavoretto in nero? Chi ha fatturato ogni lavoro eseguito?
Chi ha sempre pagato l’iva? Chi ha dichiarato l’esatta metratura dei propri
locali, per evitare di pagare più tasse sulla spazzatura? Chi lavora per
raccomandazione o ha vinto un concorso truccato? Chi è un falso invalido o un
baby pensionato? Chi per una volta non ha marinato l’impiego pubblico? Ecc..
Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Naturalmente, quando non
paghiamo qualche tassa, ci giustifichiamo in nome della nostra “onestà”
presunta, oppure del fatto che fan tutti così: “Io non sono un coglione”!
E così via…
Ecco allora che
mi sgranano gli occhi all'ultimo saluto a Casaleggio il 14 aprile 2016. La
folla grida “Onestà, onestà, onestà”, frase di sinistroide e giustizialistoide
natali. "Onestà, onestà". Questo lo slogano urlato a più riprese dai
militanti del M5S alla fine dei funerali del cofondatore Roberto Casaleggio a
Milano. Applausi scroscianti non solo al feretro, ma anche ai parlamentari
presenti a Santa Maria delle Grazie, tra cui Alessandro Di Battista e Luigi Di
Maio. Abbracci, lacrime e commozione fra i parlamentari all'uscita.
“La follia di fare dell'onestà un manifesto
politico”, scrive Alessandro Sallusti, Venerdì 15/04/2016, su "Il
Giornale". «Gli unici onesti del
Paese sarebbero loro, come vent'anni fa si spacciavano per tali i magistrati
del pool di Mani pulite, come tre anni fa sosteneva di esserlo il candidato del
Pd Marino contrapposto a Roma ai presunti ladri di destra. Come tanti altri. Io
non faccio esami di onestà a nessuno, me ne guardo bene, ma per lavoro seguo la
cronaca e ho preso atto di un principio ineluttabile: chi di onestà colpisce,
prima o poi i conti deve farli con la sua, di onestà. Lo sa bene Di Pietro,
naufragato sui pasticci immobiliari del suo partito; ne ha pagato le
conseguenze Marino con i suoi scontrini taroccati; lo stesso Grillo, a distanza
di anni, non ha ancora smentito le notizie sui tanti soldi in nero che
incassava quando faceva il comico di professione».
In pochi,
pochissimi lo sanno. Ma prima di diventare il guru del Movimento 5 Stelle di
Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio aveva avuto rapporti con la politica
attraverso le sue società di comunicazione. In particolare con un politico anni
fa molto in voga e oggi completamente in disgrazia: Antonio Di Pietro.
«E'
così, quando vedono una figura che potrebbe offuscare o affiancare la
popolarità di Grillo, i vertici del Movimento si affrettano a epurarla». La sua
storia, dall'appoggio incondizionato ricevuto all'allontanamento improvviso, è
il simbolo del rapporto tra l'Italia dei Valori e Beppe Grillo, scrive
Francesco Oggiano il 22 giugno 2012 su “Vanity Faire”. Il partito dell'ex pm è
da sempre quello più vicino per contenuti al Movimento. Il sodalizio è iniziato
con la nascita del blog ed è continuato almeno fino agli scorsi mesi. Grillo ha
sempre sostenuto l'ex pm, definito una «persona perbene» e soprannominato
«Kryptonite», per essere rimasto «l'unico a fare veramente opposizione al
Governo Berlusconi». I «vertici» sarebbero quelli della Casaleggio
Associati, società fondata dal guru Gianroberto che cura la comunicazione del
Movimento 5 Stelle. La «figura» in ascesa era lei, Sonia Alfano. 40 anni,
l'esplosiva eurodeputata eletta con l'Idv, poi diventata Presidente della
Commissione Antimafia europea, arrivando al culmine di una carriera accidentata
(prima la rottura con Grillo, poi con l'Idv) iniziata nel 2008. Figlia del
giornalista Beppe assassinato dalla mafia, l'eurodeputata è stata la prima ad
aver creato una lista civica regionale certificata da Grillo, nel 2008. Già
attiva da tempo nel Meetup di Palermo, si presentò in Sicilia ignorata
dai media tradizionali e aiutata dal comico prese il 3% e 70 mila preferenze.
«Alla vigilia delle elezioni europee del 2009, Grillo e Di Pietro vennero da me
e mi chiesero di candidarmi a Strasburgo. Io non sapevo neanche di che si
occupava l'Europarlamento», racconta oggi. Perché Casaleggio avrebbe dovuto allontanare due europarlamentari popolari
come Sonia Alfano e Luigi De Magistris? Chiede Francesco Oggiano a Sonia Alfano:
«La mia sensazione è che quando i vertici del Movimento annusano una
figura "carismatica" che può offuscare, o quantomeno affiancare, la
leadership mediatica di Grillo, diano inizio all'epurazione».
Già dal gennaio
2003 il Presidente dell'Associazione Contro Tutte le Mafie, dr Antonio
Giangrande, in una semideserta ed indifferente assemblea dell'IDV a Bari, in
presenza di Antonio Di Pietro e di Carlo Madaro (il giudice del caso Di Bella)
criticò il modo di fare nell'IDV. L'allora vice presidente provinciale di
Taranto contestò alcuni punti, che furono causa del suo abbandono: Diritto di
parola in pubblico e strategie politiche esclusiva di Di Pietro; dirigenti
"Yes-man" scelti dal padre-padrone senza cultura politica, o
transfughi da altri partiti, o addirittura con troppa scaltrezza politica,
spesso allocati in territori non di competenza (in Puglia nominato commissario
il lucano Felice Bellisario); IDV presentato come partito della
legalità-moralità in realtà era ed è il partito dei magistrati, anche di quelli
che delinquono impunemente; finanziamenti pubblici mai arrivati alla base, così
come ne hanno tanto parlato gli scandali mediatici e giudiziari.
Ma non è questo
che fa pensare cento volte prima di entrare in un movimento insipido come il
M5S. Specialmente a chi, come me, per le sue campagne di legalità contro i
poteri forti è oggetto perpetuo degli strali dei magistrati. Incensurato, ma
per quanto?
FU IL TENENTE
GIUSEPPE DI BELLO IL PRIMO A SCOPRIRE L’INQUINAMENTO IN BASILICATA, PER
PUNIZIONE LO DENUNCIARONO PER “PROCURATO ALLARME!” Tenente della polizia
provinciale di Potenza denuncia
l’inquinamento e perde la divisa. A Potenza viene sospeso e condannato. Il
caso affrontato con un servizio di Dino Giarrusso su "Le Iene" del 17
aprile 2016. “Io rovinato per aver
fatto il mio dovere. E per aver raccontato i veleni del petrolio in Basilicata
prima di tutti”. In un colloquio lo sfogo di Giuseppe Di Bello, tenente
di polizia provinciale ora spedito a fare il custode al museo di Potenza per le
sue denunce sull'inquinamento all'invaso del Pertusillo, scrive Antonello
Caporale il 4 aprile 2016 su "Il Fatto Quotidiano". «La risposta
delle istituzioni è la sentenza con la quale vengo condannato a due mesi e
venti giorni di reclusione, che in appello sono aumentati a tre mesi
tondi. Decido di candidarmi alle regionali, scelgo il Movimento
Cinquestelle. Sono il più votato nella consultazione della base, ma Grillo
mi depenna perché sono stato condannato, ho infangato la divisa, sporcato
l’immagine della Basilicata. La Cassazione annulla la sentenza
(anche se con rinvio, quindi mi attende un nuovo processo). Il procuratore
generale mi stringe la mano davanti a tutti. La magistratura lucana ora si
accorge del disastro ambientale, adesso sigilla il Costa Molina.
Nessuno che chieda a chi doveva vedere e non ha visto, chi doveva sapere e ha
taciuto: e in quest’anni dove eravate? Cosa facevate?».
A questo punto
ritengo che i movimenti a monoconduttura o padronali, che basano il loro credo
sulla propria presunta onestà per non inimicarsi i magistrati, ovvero per non
essere offuscati dall’ombra degli eroi che combattono i poteri forti e ne
subiscono le ritorsioni giudiziarie, vogliano nelle loro fila solo “utili
idioti”. Cioè persone che non hanno una storia da raccontare, o un’esperienza
vissuta; non hanno un bacino elettorale che ne conosca le capacità. Insomma i
padroni del movimento vogliono dei “Yes-Man” proni al volere dei loro signori. “Utili
idioti” scelti in “camera caritatis” o a forza di poche decine di click su un
blog imprenditoriale. “Utili idioti” sui quali fare i conti in tasca: sia mai
che guadagnino più del loro guru. A pensarci bene, però, gli altri partiti non
è che siano molto diversi dal Movimento 5 Stelle o l’IDV. La differenza è che
gli altri non gridano all’onestà, ben sapendo di essere italiani.
Dr Antonio Giangrande
099.9708396 – 328.9163996
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