“APPALTOPOLI. APPALTI TRUCCATI”. Il nuovo libro di
Antonio Giangrande.
Come truccare gli appalti pubblici. Di Antonio
Giangrande
TIRANNIDE
indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è
preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle,
interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con
sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia
elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo,
chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società,
che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo. Vittorio
Alfieri (1790).
E’ da venti anni
che studio il sistema Italia, a carattere locale come a livello nazionale. Da
queste indagini ne sono scaturiti decine di saggi, raccolti in una collana
editoriale "L'Italia del Trucco, l'Italia che siamo", letti in tutto
il mondo, ma che mi sono valsi l’ostruzionismo dei media nazionali. “L'Italia tenuta
al guinzaglio da un sistema di potere composto da caste, lobbies, mafie e
massonerie: un'Italia che deve subire e deve tacere. La “Politica” deve essere
legislazione o amministrazione nell’eterogenea rappresentanza d’interessi,
invece è meretricio o mendicio, mentre le “Istituzioni” devono meritarlo il
rispetto, non pretenderlo. Il rapporto tra cittadini e il rapporto tra
cittadini e Stato è regolato dalla forza della legge. Quando non vi è cogenza
di legge, vige la legge del più forte e il debole soccombe. Allora uno “Stato
di Diritto” degrada in anarchia. In questo caso è palese la responsabilità
politica ed istituzionale per incapacità o per collusione. Così come è palese
la responsabilità dei media per omertà e dei cittadini per codardia o
emulazione."
(* Per i concorsi pubblici e per gli Esami di Stato ho
scritto appositamente un libro a parte).
(* Per l’esame truccato di avvocato ho scritto
appositamente un libro a parte).
Più
di 5 milioni di italiani con la tangente o la raccomandazione, scrive Paolo
Comi su “Il Garantista”. C’è una ricerca del Censis, che è stata presentata
ieri a Roma, molto interessante su svariati argomenti (la ricerca è sul
rapporto tra mondo produttivo e pubblica amministrazione) e che ci fornisce in
particolare un dato sul quale sarà giusto riflettere. Questo: quattro milioni e
mezzo di italiani ammettono di avere fatto ricorso a una raccomandazione per
ottenere una maggior velocità (e un buon esito) alle pratiche disperse nei
meandri dell’amministrazione pubblica. E addirittura 800 mila ammettono di
avere fatto un regalino a dirigenti e funzionari per avere in cambio un atto dovuto.
Regalino, a occhio, è qualcosa di simile alla tangente. Le cifre poi vanno
lette bene. Se quattro milioni e mezzo ammettono, è probabile che altri quattro
milioni e mezzo non ammettono. E così per gli 800 mila. Le cifre vere
potrebbero essere 9 milioni di raccomandazioni e un milione e seicentomila
piccole tangenti. Se consideriamo che non tutta la popolazione attiva (e cioè
circa 40 milioni di persone) ha avuto bisogno di velocizzare pratiche nella
pubblica amministrazione (diciamo circa la metà) otteniamo questo rapporto: su
20 milioni di persone che hanno avuto problemi con la pubblica amministrazione,
9 milioni hanno fatto ricorso a una raccomandazione, perché conoscevano
qualcuno, un milione e seicentomila ha pagato una tangente, altri 9 milioni e
quattrocentomila se ne sono stati buoni buoni in fila ad aspettare. E’
abbastanza divertente intrecciare questi dati coi dati su coloro che chiedono
più rigore, più pene, severità e ferocia contro la corruzione. Corrotti,
corruttori e ”punitori” di corruttori e corrotti, spesso, sono la stessa
persona.
COME
TRUCCARE LEGALMENTE UNA GARA D'APPALTO?
Come truccare una gara d'appalto
legalmente scrive E.Georgiakis su “Psicopolis”. Manuale per sindaci ed
assessori inesperti (gli altri lo sanno già) della seconda e terza Repubblica.
1.
Le caratteristiche dell'appalto. Per
semplicità, chiamiamo qui appalto ogni richiesta pubblica di partecipazione
all'assegnazione di un finanziamento o un lavoro. Ogni appalto contiene
caratteristiche vincolanti di partecipazione. E' possibile sia inibire la
partecipazione a quegli enti che non possiedono tali caratteristiche o
assegnare punteggi più alti agli enti che le possiedono. Le caratteristiche
possono essere ragionevoli, ma anche molto fantasiose. Eccone solo alcune:
la natura statutaria dell'ente (si
possono riservare appalti solo a cooperative o solo ad associazioni o solo a
società);
il possesso di un bilancio,
nell'anno o nel triennio precedente, superiore a X euro;
la presenza di x dipendenti
regolarmente assunti da x mesi o anni;
l'esistenza di una sede legale
nella città o nella Regione, da un tempo predefinito;
l'esistenza di una sede operativa
in regola con tutte le norme di igiene, sicurezza, agibilità;
il possesso di un'esperienza
precedente nello stesso settore, o addirittura esattamente uguale a quella
appaltata;
l'obbligo di una cauzione più o
meno elevata da versare insieme alla presentazione dell'appalto.
Tutti questi caratteri vanno
dimostrati con documentazione da consegnare. E naturalmente questa
documentazione può essere passata al vaglio severamente o
"discrezionalmente", tanto nessuno controllerà i controllori (salvo
che in casi rarissimi). Il controllo severo è riservato ai partecipanti ignoti
od ostili, che possono essere non ammessi alla gara anche per cavilli formali.
Il controllo discrezionale consiste in tanti piccoli accorgimenti. Gli amici
possono consegnare il tutto prima al funzionario amico e avere il tempo di
effettuare correzioni; se sono privi di una qualche caratteristica, possono
ottenere una deroga. Ecco un esempio reale. Molti appalti richiedono l'uso di
sedi operative in regola dal punto di vista normativo. Un ente
"amico" che vince molti appalti nel settore della formazione
professionale, realizza i corsi in una cantina buia priva di ogni requisito:
come ci riesce? Allegando una dichiarazione di lavori in corso per la
"messa in regola" della sede. Nessuno dei funzionari amici va a
controllare come mai i lavori sono in corso da oltre dieci anni. E se proprio
gli amici mancano di una qualche caratteristica ? Allora basta che nessuno
controlli a fondo la documentazione. Gli amministratori locali più esperti
scelgono prima chi deve vincere un appalto e delineano il capitolato "ad
personam", il che limita vistosamente il numero dei partecipanti alla
gara. Se, per esempio, un ente amico possiede alcune caratteristiche di quelle
richieste dal capitolato, e non altre, a quelle possedute viene assegnato un
punteggio più alto, oppure quelle non possedute vengono omesse dalla gara. Se
malgrado questo, arrivano concorrenti inaspettati, a costoro viene riservato un
vaglio più stringente in modo che molti vengano non ammessi alla gara. Per
esempio, se il capitolato richiede la presenza di almeno n.5 dipendenti, gli
amici possono anche allegare un'autodichiarazione sostitutiva, a tutti gli
altri viene richiesta una prova documentale dei pagamenti INPS effettuati.
2.
Gli ostacoli formali. Anzitutto il bando di gara va
tenuto il più possibile segreto: solo gli amici ne conoscono l'esistenza con
largo anticipo. Gli altri devono scovarlo su siti web mai funzionanti, su
bacheche esposte in posti pubblici ma accessibili solo in certe ore e alla fine
di labirintici corridoi, su gazzette o pubblicazioni che in genere sono fatti
circolare due giorni prima della data di scadenza per la presentazione. In
certi casi il bando viene inviato, ma a pagamento. In secondo luogo i tempi
vengono calcolati in modo che la scadenza avvenga nel mese di agosto o nel mese
di dicembre, comunque a ridosso di vacanze, ponti o festività. Questo
trucchetto non riguarda gli amici, avvisati molto in anticipo, ma gli estranei
che trovano difficoltà al loro interno (molti operatori sono in vacanza), sia
all'esterno, che deve fornire l'infinita documentazione richiesta. In terzo
luogo, chi controlla che la scadenza sia rispettata? Un usciere o un
funzionario che possono sempre chiudere un occhio (per gli "amici")
su richiesta dell'assessore o del sindaco. Oltre ai trucchi sulla pubblicità e
la data di scadenza, sono decine i trucchetti formali usati per eliminare
partecipanti sgraditi. Eccone una lista contenuta:
la domanda di partecipazione può
essere inoltrata solo via web, da un sito che funziona pochissimo;
la documentazione deve essere
inviata in 5-10 copie, firmate in ogni pagina;
la busta contenente domanda e
documentazione deve essere chiusa con ceralacca;
la somma richiesta per il
servizio appaltato deve essere espressa in lettere e non in numeri;
ogni foglio della proposta deve
avere una marca da bollo, ovviamente annullata con firma;
i curricula degli operatori dell'ente
che partecipa, devono essere in "formato europeo".
I creatori di questi capitolati
possono poi sempre affidarsi alle ambiguità semantiche, in modo che una regola
formale possa essere interpretata erroneamente da chi non gode di spiegazioni
preventive. Ottenere delucidazioni sul capitolato d'appalto a volte è
impossibile, a volte è difficilissimo (le domande di chiarimento vanno
formulate per iscritto a qualcuno che può anche rispondere un giorno prima o un
giorno dopo la scadenza del bando). Chi non è fra gli amici può essere escluso
dalla gara perchè manca una firma su una delle 100 pagine della documentazione;
o perchè la somma offerta per l'appalto è scritto in numeri e non lettere (ho
assistito alla esclusione di un partecipante che aveva scritto 350.500 coi
numeri e trecentocinquantamila in lettere - omettendo i cinquecento finali); o
perchè manca una marca da bollo o perchè una marca da bollo non è stata
annullata con firma.
3.
La commissione giudicante. Ogni gara d'appalto prevede una
commissione giudicante, che deve controllare che la domanda sia ineccepibile,
ma soprattutto che l'offerta (il progetto) sia compatibile col bando e della
migliore qualità. Qui il trucco è molto semplice: basta che la commissione - i
cui nomi sono sempre segreti- sia composta da una maggioranza di fedeli
dell'assessore o del sindaco. A volte non serve neppure una maggioranza: è
sufficiente che la commissione abbia un presidente con un certo potere, e dei
membri facilmente asservibili. In nessun appalto del settore immateriale le
commissioni giudicanti sono note, nè sono tenute a rendere pubblici i criteri
di giudizio. Le commissioni sono scelte dall'ente appaltante, e raramente
contengono professionisti esperti nel settore oggetto dell'appalto. Nei casi in
cui ciò avviene, si tratta di professionisti subalterni o ricattabili, ben
lieti di accontentare il politico di turno. Il quale spesso non deve neppure
segnalare il vincitore desiderato. Si sa che la tal cooperativa è nella cordata
del sindaco e la talaltra associazione è nella cordata dell'assessore. I
commissari faranno autonomamente la scelta più gradita a chi comanda, il quale
sarà lieto di affidare loro premi, prebende, aiuti nel prossimo futuro (se non
l'ha già fatto prima). La commissione giudicante può decidere di assegnare
l'appalto ad un ente perchè il suo progetto è migliore, senza dover dire
perchè. Oppure può utilizzare il criterio economico, e dare la vittoria al
progetto che costa meno. Oppure premiare un partecipante perchè presenta le
migliori credenziali, senza dover dire perchè sono migliori. Il criterio e le
motivazioni restano segreti, quindi tutto è legalmente possibile.
4.
I controlli in itinere. Abbiamo già visto quale libertà
offrono i controlli preventivi, ed in fase giudicante. Legalmente, è possibile
favorire gli amici e ostacolare i nemici, nella fase di presentazione ed in
quella di valutazione dei partecipanti alla gara. Ma il bello deve ancora
venire. Una gara in genere offre al vincitore o ai vincitori (nei casi di
assegnazione di fondi) del danaro in cambio di una qualche attività. Chi vince
deve realizzare un progetto o gestire un servizio, secondo le specifiche
indicate del capitolato di gara. Ma chi e come controlla che tutto ciò avvenga
veramente? Dipende. Sei il vincitore è un "amico", non controlla
nessuno. Vinci l'appalto, e fai quello che vuoi/puoi senza dimenticare di
mostrare gratitudine verso l'assessore e il sindaco. Puoi non fare del tutto o
in parte quello che la gara richiedeva, puoi chiedere varianti in itinere (o farle,
senza chiedere), puoi non pagare nessuno dei collaboratori o fornitori, puoi
non avere nessun fruitore del servizio appaltato, puoi fare male il servizio
richiesto: salvo tragedie, sei praticamente insindacabile. Questa gratitudine
può essere mostrata in tanti modi. Evitando quello più rischioso, cioè dare un
bell'assegno o regalare un viaggio a Parigi, puoi sdebitarti assumendo la
figlia del cugino dell'assessore, o facendo assumere la "fidanzata"
del sindaco in un ufficio che ti deve un favore, o offrendo all'assessore
stesso una bella consulenza non al tuo ente (troppo rischioso!) ma ad un ente
che a sua volta regala all'assessore che gli ha fatto vincere un appalto, una
consulenza al tuo ente. In molti casi non sono nemmeno necessari questi scambi:
per chi comanda è sufficiente sapere che l'ente che vince un appalto non sarà
mai fra i critici delle sue scelte; o credere che, in caso di elezioni, i capi,
gli operatori, gli utenti dell'ente appaltatore (e le loro famiglie) voteranno
"come si deve". Se invece hai vinto la gara senza essere un
"amico" deve rendere conto prima e dopo di ogni azione che fai
nell'espletamento dell'appalto. Non puoi fare la minima variazione senza essere
prima formalmente autorizzato. Se qualcuno dei tuoi operatori o degli utenti o
dei fornitori fa arrivare una lamentela all'ente appaltante, rischi la
sospensione dell'appalto o, anche peggio, il mancato pagamento del servizio. Se
i partecipanti previsti al servizio appaltato erano 15 e sono invece 12, rischi
una decurtazione del compenso. Se invece di 15 sono 7, rischi l'azzeramento del
compenso. A Milano si è sviluppata una nuova professione: il partecipante ai
corsi finanziati dall'Unione Europea. Gli enti che non sono abbastanza
"amici" strapagano i partecipanti e consentono loro di iscriversi a
2/3 corsi contemporaneamente (omettendo di registrare le assenze). Così un
giovane che accumula 2/3 diarie ottiene un quasi-stipendio. Al contrario, un
ente formativo abbastanza "amico" mi ha offerto di realizzare un
corso aziendale, senza andarci davvero: nelle ore in cui si fingeva il corso
"on the job" i dipendenti svolgevano il loro lavoro normale. Alla mia
perplessità, la risposta fu: "Tanto nessuno mi controlla!". Dunque,
se sei "amico" la tua vita sarà semplice. Se non lo sei, impari (legalmente!)
che non ti conviene partecipare ad altre gare indette da quell'assessore o quel
sindaco.
5.
Anticipi e rendiconti. Se tutti i trucchi sopra
descritti non funzionano abbastanza, per punire gli estranei e beneficiare gli
amici, c'è la madre di tutti i ricatti: il danaro. Quasi tutti i capitolati,
specie quelli che implicano grandi spese per l'appaltatore, prevedono
l'erogazione di un anticipo che dovrebbe essere versato dopo l'aggiudicazione e
prima dell'inizio dell'attività. Qui la differenza fra gli "amici" e
gli altri è notevole: i primi ricevono l'anticipo tempestivamente, i secondi
anche sei mesi dopo. Lo stesso vale per tutte le tranches di pagamento che
l'appalto prevede. Quelli che non sono "amici" ricevono i pagamenti
mesi dopo le scadenze, e senza alcun interesse. Così imparano a non partecipare
ad appalti che dovrebbero essere assegnati ad altri. Il trucco finale riguarda
i rendiconti. Le gare nel settore immateriale prevedono quasi sempre che i
pagamenti vengano effettuati a fronte di giustificativi regolari. L'ente
assegnatario per venire pagato, deve presentare le fatture pagate ai fornitori,
le ricevute di pagamento al personale, i biglietti dei treni presi, gli
scontrini degli eventuali pasti consumati e tutto quanto speso per realizzare
il progetto o gestire il servizio oggetti della gara. Tutto ciò che ha un
giustificativo formale, essendo previsto dalla gara, viene pagato: il resto
viene detratto. Questa regola, che non si capisce come mai valga per le gare
immateriali ma non per quelle relative a case, strade o discariche, apre
voragini interpretative, grazie al fatto che la normativa fiscale ed
amministrativa è un labirinto deciso da legislatori ubriachi. Questo nel
migliore dei casi, cioè quelli in cui il funzionario preposto ai controlli sia
in buonafede. Per cui si possono aprire infiniti contenziosi (che durano mesi
nei quali il danaro dovuto non viene erogato): l'iva deve o non deve esserci?
quali fatture devono essere "bollate"? il treno in prima classe si
può prendere? perchè il tale operatore è pagato di più di un altro? come si
dimostra che la segretaria ha lavorato 100 ore o 200 ? gli interessi pagati
alla banca per i ritardi dei pagamenti da parte dell'appaltante sono
rimborsabili? e via di seguito. Tutti questi problemi non riguardano gli
"amici". I quali possono anche non presentare niente, come
giustificativo. Chi dovrebbe controllare? Oppure possono presentare
giustificativi errati, incompleti, palesemente falsi: basta che chi è preposto
al controllo del rendiconto riceva un caloroso invito, dall'assessore o dal
sindaco, a pagare in ogni caso e subito.
Il controllo sull'erogazione del danaro è il trucco finale. Se non sei
fra gli "amici", ma sei riuscito a superare i trucchi iniziali, gli
ostacoli formali, la commissione giudicante, difficilmente superi la
"prova dei soldi", ed impari finalmente che non devi partecipare mai
più ad una gara pubblica o devi diventare un vero "amico" di qualcuno
che conta.
N.B.: Con le opportune modifiche
gli stessi trucchi si possono applicare per truccare i concorsi pubblici, le
gare per i finanziamenti.
COME
TRUCCARE GLI APPALTI PUBBLICI NEL SETTORE SOCIALE.
Come manipolare gli appalti nel
settore sociale, continua “Psicopolis”. Manuale per funzionari, dirigenti e
amministratori locali. Più o meno come l'Italia del dopoguerra è stata la
continuazione del fascismo sotto altre forme, la Seconda Repubblica è la
continuazione della Prima, in forme autorizzate dalla Legge. Le tangenti, il
voto di scambio, il clientelismo sfacciati degli Anni Ottanta erano basati
sull'arbitrio, e dunque sul rischio che correva chi li praticava. Infatti
alcuni (una esigua minoranza, per la verità) è stato scoperto e punito o
svergognato. Oggi si è trovato un modo più maturo e sofisticato per praticare
lo stesso sport nazionale -interclassista, interpartitico e interregionale-: la
gara d'appalto. L'appalto, nelle sue diverse formule, è un sistema per
ottenere, in modo del tutto legale, tangenti, voto di scambio, clientelismo. In
queste pagine dimostreremo la tesi enunciata, citando gli infiniti esempi che
le Gare d'Appalto offrono ogni giorno in Italia. Questo non significa affatto
che TUTTI gli Appalti sono truccati. Al contrario, il meccanismo degli Appalti
permette in modo manifesto e legale quello che dieci anni fa era ottenuto in
forma nascosta e illegale. E' possibile trovare qua e là, qualche Ente
appaltante che agisce in perfetta buona fede, perché gli operatori onesti non
sono del tutto scomparsi. Tuttavia non è chiaro se si tratta di onestà o di
semplice assenza di conoscenze. Queste pagine vogliono fare chiarezza, fornendo
a tutti un elenco di trucchi, regolarmente applicati. In modo che sarà più
facile distinguere fra gli appaltatori davvero onesti, che pur conoscendo i
trucchi non li applicano, e quelli che non li applicano solo per mancanza di
conoscenze.
PREMESSA. Una premessa di ordine
socio-politico si impone. I fenomeni degenerativi della Prima Repubblica erano
in parte fondati sull'avidità personale di molti operatori della politica, che
rubavano a titolo puramente personale. Questi erano i casi migliori, che
possiamo attribuire all'atavica debolezza umana, e che naturalmente non sono
affatto scomparsi. Per un'altra parte invece la cosa era peggiore: le
illegalità erano compiute per il Partito, con la deliberata volontà di alterare
l gioco democratico. In questi casi non si è trattato solo di furti economici,
ma della sottrazione della democrazia. I furti per il Partito erano motivati
dalla espansione geometrica che dagli Anni Sessanta aveva registrato la
burocrazia politica. I partiti erano diventati direttamente pervasivi e
possedevano in proprio molta parte delle risorse pubbliche. Le critiche che si
svilupparono contro il "collateralismo" di certe organizzazioni,
specie cattoliche, non erano motivate - questo si capisce bene oggi- dalla
volontà di dare autonomia alla società civile, ma dal desiderio di rendere le
organizzazioni civili collaterali ad entità diverse. Oggi i partiti si sono
snelliti, perciò non dominano più la società in via diretta, ma in via
indiretta mediante forme di collateralismo strettissimo. Non si tratta più di
far arrivare danaro ai Partito, per pagarne le spese crescenti, ma di far
arrivare benefici alle organizzazioni della società civile che sono legate a
doppio filo coi Partiti, in forme di collateralismo organico ben più stretto di
quello che esisteva negli Anni Settanta. I Partiti non devono più rubare per
avere soldi e quindi consenso: basta che "comprino" il consenso
foraggiando in modo strategico questa o quella porzione di società. La forma
dell'Appalto consente questo in forma del tutto legale.
TRUCCO
N.1: il controllo dell'informazione. Il primo
trucco è praticato su larga scala. Lo Stato, le Regioni, le Provincie ed i
Comuni deliberano forme di finanziamento o gare di vario genere ogni giorno.
L'iter di ogni deliberazione è per solito lungo: proposte, discussioni di
Giunta o di Consiglio, mediazioni, delibera, iter formale della delibera,
pubblicizzazione, e scadenza per la presentazione delle domande da parte degli appaltanti.
Per tutta la durata di questo iter, dirigenti, funzionari e Amministratori
conoscono bene la situazione e sanno come più o meno andrà a finire. Il primo
grande trucco è che gli "amici" sono informati dell'iter quasi al suo
nascere, mentre gli estranei vengono informati solo il giorno dopo della
pubblicazione, quando mancano pochi giorni alla scadenza per la presentazione
delle offerte. I primi hanno tutto il tempo di prepararsi, gli altri no. Tutta
la vicenda può andare avanti in forma naturale, ma, legalmente, non è difficile
procurare qua là qualche ritardo in modo da lasciare più tempo a disposizione
degli "amici". Basta che la pubblicizzazione slitti di qualche
giorno, che la delibera venga trascritta in ritardo su Internet, che l'Albo cui
viene affissa sia collocato in posizione poco visibile. Se la delibera viene a
conoscenza di estranei che ne vogliono copia, è facile ostacolarne
l'acquisizione: l'addetto è fuori stanza o addirittura in vacanza, la copia
deve essere pagata, l'ufficio non fa fotocopie e la delibera deve essere
consultata sul posto, la delibera viene inviata ma con parti mancanti. Quando
poi la delibera arriva in possesso dei possibili gareggianti, si apre il grande
capitolo delle interpretazioni. Nessuna delibera dice tutto e in modo
inequivoco. Gli "amici" possono chiedere delucidazioni di prima mano
all'Amministratore, al dirigente o al funzionario: anzi, in molti casi sono
costoro che fanno quello che nelle aziende si chiama "insider
trading", chiamando gli "amici" e illustrando loro ogni risvolto
della delibera ancor prima che sia presa. Gli estranei devono leggersi la
delibera e cercare di interpretarla. Davanti ai numerosi dubbi interpretativi
che sorgono, gli estranei devono rivolgersi ai funzionari che: sono fuori stanza
o addirittura in vacanza, non sanno rispondere e chiedono di essere richiamati,
forniscono in buona o mala fede informazioni errate. Molte Gare richiedono
l'inserimento di informazioni relative al territorio: numero di utenti
potenziali, tipi di servizi simili esistenti, strategie amministrative
dell'Ente Locale, ricerche pregresse. Tutte queste informazioni sono pubbliche,
in teoria. In pratica ne dispongono solo gli "amici", che possono
arricchire la presentazione della loro proposta; mentre gli estranei, essendone
privi, verranno il loro progetto giudicato "con scarsi riferimenti alla
realtà territoriale". Tutto ciò è perfettamente legale, giustificabile
formalmente in mille modi ragionevoli, ma in sostanza consente di operare una
precisa selezione fra gli "amici" da favorire e gli estranei da
ostacolare. A volte questo meccanismo è sottile, a volte è smaccato ed
evidente. Quando fra la pubblicizzazione della delibera e la scadenza ci sono
solo 5/6 giorni, e la partecipazione è condizionata ad un numero di azioni che
richiedono settimane quando non mesi, è evidente che chi partecipa è stato
informato molto prima.
TRUCCO
N.2: la selezione esplicita dei partecipanti. Non
sono rari i casi di Gare ad invito. I più smaccati sono i casi di Gare
riservate a concorrenti invitati dall'inizio. L'Ente appaltante decide di far
partecipare alla gara solo 3 o 4 organizzazioni, che ricevono così un invito.
Questo meccanismo già consente di effettuare una selezione a priori, invitando
solo gli "amici". Ma è facile aggiungere al Trucco n.2 il Trucco n.1:
si invitano 4/5 enti a gareggiare, ma solo uno di questi è aiutato con la
tempestività dell'informazione, la accuratezza delle interpretazioni, la
trasmissione di dati aggiuntivi. In qualche caso l'appaltatore dispone di un
finanziamento che decide di assegnare tramite Gara, non al ribasso, bensì a
progetto. Gli invitati devono fare un progetto su parametri di impegno, ma
restando all'oscuro di quale sia il tetto di spesa preventivato, che non viene
detto nella lettera di invito. Il totale del finanziamento è di pubblico
dominio, ma solo gli "amici" vengono informati subito di quale sia.
Gli estranei devono cercarsi la informazione sulla somma disponibile dalle
fonti pubbliche, disperse, lacunose, non aggiornate; oppure, se non c'è tempo,
fare una proposta alla cieca che sarà facilmente giudicata troppo alta o troppo
bassa.
TRUCCO
N.3: la partecipazione riservata a categorie. Molte
gare del settore sociale e immateriale operano dall'inizio una selezione dei
partecipanti: cooperative sociali di tipo A o B, Onlus, Centri di Formazione
riconosciuti. A volte le selezione è ancora più stretta. Può venire richiesto
che i partecipanti alla Gara siano iscritti ad Albi o Registri della Regione
(la logica leghista negli appalti vince da sempre). Oppure si può mettere, come
condizione obbligatoria alla partecipazione, che il concorrente all'appalto
abbia una sede nel Comune appaltante. Questo Trucco, perfettamente legale,
restringe il numero dei partecipanti alla Gara a pochissime unità. Combinando
poi i Trucchi 1, 2 e 3 si riesce facilmente a restringere la rosa dei candidati
al giro degli "amici".
TRUCCO
N.4: la selezione attraverso sbarramenti economici.
Se i trucchi 1,2 e 3 non bastano, ecco la famiglia n.4 degli "sbarramenti
legali". Non solo si possono fare gare "a invito"; non solo si
possono selezionare a priori le categorie di partecipanti: si può effettuare un
ulteriore selezione con una serie di sbarramenti di carattere economico. Per
fornire il Capitolato necessario a partecipare all'appalto, si può richiedere
una somma. Come condizione per entrare nella Gara, molti Enti chiedono una
cauzione: per solito pari al 5% dell'ammontare. La somma resta bloccata non
solo per tutto il periodo delle procedure fino alla proclamazione del vincitore,
ma anche per parecchi mesi successivi. I motivi adducibili sono l'iter
burocratico o l'assenza dei funzionari. Se il funzionario preposto va in
maternità o malattia, possono passare mesi prima che la cauzione di un
concorrente perdente sia restituita. Il tempo raddoppia o triplica (si arriva
ai 9 o anche 12 mesi) se qualcuno dei concorrenti fa un ricorso per
irregolarità. Il sistema delle cauzioni anticipate scoraggia coloro che non
hanno "rassicurazioni" sulla vittoria. Scoraggia le partecipazioni a
più Gare d'Appalto, specie per le piccole imprese o cooperative immateriali.
Tant'è che stanno crescendo nel settore vere e proprie multinazionali, che
avendo miliardi alle spalle possono permettersi di fare anche 20 gare
simultaneamente.
TRUCCO
N.5: la selezione dei partecipanti mediante clausole discrezionali.
In certi casi i trucchi precedenti non sono sufficienti a garantire con
sicurezza chi vincerà l'appalto. Allora è possibile ricorrere alle varie forme
del Trucco n.5: le clausole di partecipazione. Qui il campo della
discrezionalità è infinito e ci sono Enti appaltanti, che manovrando bene
questi trucchi, in piena legalità, arrivano a fare Gare mirate ad personam.
Vediamo un elenco delle clausole uscite dalla creatività degli appaltanti:
certificare fatturati miliardari
nei precedenti tre anni;
dimostrare di avere fatturato
centinaia di milioni nei triennio precedente, ma nello stesso tipo di servizio
appaltato (il che è paradossale nei servizi innovativi o sperimentali);
dimostrare di avere in organico
un certo numero di dipendenti regolarmene assunti (anche se la gara è per
servizi stagionali);
dimostrare di aver fatto lo
stesso tipo di servizio per un ente uguale all'appaltante;
allegare elenco nominativo,
nonché curriculum, degli operatori che saranno impiegati nella realizzazione
dell'appalto (anche se il lavoro inizierà 6/8 mesi dopo);
dimostrare di avere già stipulato
accordi o convenzioni con Enti territoriali (operazione che notoriamente
richiede anni);
allegare contratto di affitto e
piantina, dei locali a norma di cui si dispone nel Comune appaltante;
dimostrare di essere in grado di
gestire servizi che comprendono pulizia, gastronomia, pullman, educazione,
animazione e psicoterapia (quando è noto che le società immateriali che
gestiscono servizi a 360 gradi, in Italia, sono pochissime);
se la Gara ammette la
partecipazione di una Associazione Temporanea di Impresa, dove più servizi si
uniscono, basta chiedere che ognuna delle imprese alleate abbia tutte le
caratteristiche sorpraelencate. Naturalmente non sono obbligatorie, ma
possibili. Non si trovano mai tutte insieme o con la stessa formula. Il trucco
consiste in questo. Scegliete chi dovrà vincere la Gara e poi stendete il Bando
di Gara in modo da chiedere ai partecipanti tutte le caratteristiche già in
possesso del Vostro "amico". Se il Vostro "amico" è
abbastanza ricco, o se lo aiutate a prepararsi in modo da avere speciali
caratteristiche (per esempio con dei locali a norma di legge, che il Comune
stesso può dare a prezzo irrisorio) ecco che la regolare vittoria è assicurata.
TRUCCO
N.6: Le norme opzionali (almeno 2 partecipanti / cifra massima e minima).
Il capitolo delle norme opzionali è interessante. L'appaltante può mettere o
non mettere nel Bando di Gara alcune regole, a seconda che preveda o no di far
vincere qualcuno.
TRUCCO n.6/a- Si fa un bando
pieno di clausole ostacolanti, col codicillo che, se i partecipanti saranno
meno di 3, la scelta avverrà per chiamata. Così siete sicuri di poter annullare
la Gara e affidare l'appalto a chi volete.
TRUCCO n.6/b- In nome
dell'urgenza molte regole possono essere addomesticate, legalmente. Ottenere
l'urgenza è facile: basta che l'Ente decida la cosa in ritardo.
TRUCCO n.6/c- nel codice
amministrativo esiste una norma che impone nelle Gare d'Appalto di escludere
sia l'offerta più alta sia la più bassa, per evitare che vinca il partecipante
più costoso, ma anche quello che fa un ribasso sospetto. Raramente questa norma
è riportata nei Bandi di gara, così pochi la conoscono e l'Ente appaltante può
applicarla o meno, a seconda di chi vince. Naturalmente, non applicarla è
irregolare - non illegale- ma pochi lo sanno e nessuno farebbe mai una causa
amministrativa per questo. Quindi se il Vostro "amico" è l'offerta
più alta o più bassa, fate finta di niente. Se il Vostro "amico"
occupa in graduatoria un posto fra il secondo o il penultimo posto, tirate
fuori la norma e il gioco è fatto.
TRUCCO n.6/d- Simile al
precedente, ma più astuto. In alcune Gare viene esplicitamente dichiarato che
ogni più piccolo errore formale sarà motivo di esclusione; in altre questo non
viene dichiarato, ma in base alle esigenze degli "amici" è possibile
utilizzare questa logica oppure chiedere correzioni o integrazioni il giorno
dell'apertura delle offerte o anche dopo. Esistono Gare nelle quali vengono
esclusi candidati perché la loro busta è chiusa con la colla o il nastro
adesivo, ma senza ceralacca; i curricula non sono firmati; il numero della Gara
sulla busta aveva un'imprecisione; la cifra offerta, riportata 5 volte, manca
di uno zero in una delle copie, per evidente errore di battitura; e così via
per infiniti dettagli. Esistono invece Gare nelle quali c'è meno severità
formale, anzi è previsto che correzioni e integrazioni possano venire chiesti
durante o dopo l'apertura della buste. Questa discrezionalità va giocata con
astuzia, e in due modi. Un primo modo è quello di farcire il bando di trappole
formali, poi concordare fra chi deve vincere e un funzionario una disamina
preventiva (2/3 giorni prima) con tutto il tempo per le rifiniture. Un secondo
modo di decidere l'applicazione della severità formale, solo se si constata che
il candidato "amico" è a posto e altri concorrenti no.
TRUCCO
N.7: I criteri e la Commissione di Valutazione.
Il Trucco n.7 è il più solido, il più leale, il meno contestabile. E'
applicabile solo nelle Gare che non siano solo al ribasso, cioè la maggioranza
delle gare del settore sociale/immateriale. Anzitutto si tratta di inserire nel
Bando i criteri di Valutazione che saranno usati dalla Commissione
nell'assegnazione del punteggio, stando attenti di lasciare un'ampia
percentuale a indicatori discrezionali. Il prezzo più basso per esempio vale 30
punti su 100, 30 punti vengono dati alla qualità del progetto presentato, 20
punti ai curricula dell'impresa o degli operatori, altri 20 punti
all'innovatività o al numero di connessioni territoriali previste. L'importante
è che il prezzo costituisca una porzione inferiore alla metà dell'intero
punteggio. In secondo luogo si tratta di nominare una Commissione di
Valutazione addomesticata. Non è necessario avere il controllo su tutti i
membri. Basta inserire un funzionario o dirigente fedele ed esperto di
procedure di Gara, insieme a 2 o 3 membri del tutto incompetenti del contenuto
della gara (per esempio, un funzionario amministrativo o dell'anagrafe per
valutare un progetto educativo) e magari 1 membro che ne sa qualcosa ma che
lavora come consulente (quindi è molto disponibile o ricattabile) per l'Ente
appaltante. Il gioco è quasi fatto: il membro fedele e competente, pilota la
Commissione, i membri incompetenti seguono, ed il membro che ne qualcosa può
opporsi, ma non gli conviene e comunque ha solo il suo voto. A questo punto è
sufficiente pilotare i criteri discrezionali - in piena legalità- a favore del
candidato che deve vincere. Sul prezzo la questione non si può discutere tanto
(salvo ricorrere o meno al Trucco 5/b) ma come si può contestare una
valutazione di soli 3 punti ai curricula o di ben 30 punti (il massimo) alla
qualità del progetto? Nessuno può farlo (v.Trucco n.7) e quindi gli
"amici" vincono.
TRUCCO
n.8: Esito della Gara. Questa batteria di trucchi non
serve tanto a manipolare la Gara, quanto a coprire la Commissione di
Valutazione che lo fa. In primo luogo l'esito della Gara, a parte il nome del
vincitore, viene mantenuto ignoto per parecchio tempo; oppure reso pubblico
solo dietro richiesta scritta o a pagamento; oppure reso pubblico parzialmente,
con lettere molto stringate del tipo "…non avete vinto…." Oppure
"ha vinto l'impresa x". Di graduatoria di parla raramente e con
difficoltà. In secondo luogo, le motivazioni dei punteggi non vengono quasi mai
rese pubbliche, oppure vengono comunicate in forma stringata del tipo: "i
curricula presentati sono sembrati poco adeguati….". Perché? Perché quelli
del vincitore erano più adeguati ? Non viene mai detto. Il verbale esteso della
Commissione di Valutazione o non esiste o è più difeso dei piani del Pentagono.
D'altronde, se la Commissione valuta, in modo legalmente discrezionale, che i curricula
di un partecipante valgono poco mentre quelli di un altro molto, come si può
contestare? Per una verifica, qualcuno ha provato a presentare allo stesso Ente
due progetti simili con gli stessi curricula: in un caso la valutazione
ottenuta è stata bassa e nell'altro altissima, per progetti simili e lo stesso
appaltante!
TRUCCO
n.9: Il controllo post e la rendicontazione. Ecco
l'ultima serie, per ora, di trucchi utile a manipolare gli appalti. In genere,
una Gara riguarda un servizio o un progetto da realizzare in un tempo da 3 mesi
a 3 anni. Nel periodo indicato il vincitore deve realizzare ciò che era
richiesto dalla gara e ciò che ha promesso vincendola. Nella fase di attuazione
l'Ente appaltante ha due compiti: controllare l'esecuzione e pagare la somma
messa in Gara. Questo lavoro può essere fatto in modo fiscale, ossessivo, anche
asfissiante, oppure in modo amichevole, delegante, distratto. I pagamenti
possono esser puntuali e fluidi o intermittenti e ritardati. Poiché ogni
Capitolato prevede multe per mancanze dell'appaltatore e non per l'appaltante,
si possono comminare sanzioni fino alla interruzione della convenzione e dei
pagamenti, oppure si possono chiudere due occhi ed effettuare pagamenti
anticipati. Tutto ciò è legale e discrezionale. Ma non si tratta solo di fare
favori ad imprese vincitrici "amiche", tartassando eventuali
vincitori sgraditi fino a scoraggiarne ogni velleità di ulteriori rapporti con
l'Ente. Il trucco n.8 è più sottile e viene preparato fin dal Bando iniziale.
Si tratta di mettere a punto un Bando scoraggiante, talmente farcito di
clausole e richieste da inibire la partecipazione di molti possibili
concorrenti, a volte addirittura un Bando che, puntualmente rispettato,
porterebbe il vincitore a perdere danaro sonante. In questo modo vengono tenuti
lontani tutti i partecipanti estranei, e la Gara resta aperta solo all'impresa
"amica" che dall'inizio sa con certezza che le clausole capestro, le
regole disincentivanti, le verifiche e le sanzioni annunciate, non saranno mai
davvero messe in atto. Per esempio, si chiede che il partecipante elenchi i
nomi di 20 operatori con Laurea. Il concorrente estraneo pensa che la richiesta
sia seria e ne verrà controllata l'applicazione durante il lavoro, quindi può
non imbarcarsi nella Gara. Il concorrente "amico" sa che può elencare
20 laureati a caso, con la certezza che poi al loro posto, potrà far lavorare
parenti ed amici senza alcun diploma, colla complicità benevola dell'Ente
appaltante. Oppure, il Bando chiede che l'attività venga svolta in una sede a
norma di Legge. L'estraneo che non ha tale sede, non partecipa, oppure si
precipita ad affittarne una con costi altissimi. Il concorrente
"amico" può limitarsi a dichiarare di avere una sede a norma e poi
realizzare l'attività nella sua cantina, con la garanzia dell'assenza di
controlli e sanzioni. E così via all'infinito, con l'italica creatività.
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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