LA BUFALA DEI VOTI AL SUD DATI CON MANICA LARGA.
PARLIAMO DEL BONUS MATURITA’: UN MODO PER FOTTERE GLI STUDENTI MERIDIONALI.
«Da sempre dal nord arrivano accuse denigratorie di
tutti i tipi ai cittadini meridionali. Sembra che sia come quella novella: “la
volpe quando non arriva all’uva, dice che è acerba”. Prendiamo in esame le
accuse rivolte agli studenti del Sud Italia. Dagli e dai ai barbari padani
qualcuno crede ed ecco nascere il “Bonus Maturità», spiega Antonio Giangrande.
Lo scrittore Antonio Giangrande sul tema “Scuola ed
Università” ha scritto un libro: “SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI, LAUREATI ED
ANALFABETI”. Book ed E-Book pubblicato su Amazon.it e che racconta una verità
diversa da quella profusa dai media.
Da sempre sbraitano i leghisti ed i giornali faziosi.
“Diciamo basta all’assistenzialismo e alle
raccomandazioni del sud. Vista la disparità di trattamento fra gli studenti del
nord e quelli del meridione, è ridicolo e immorale continuare a considerare il
voto di maturità un parametro valido per le graduatorie d’ingresso alle
università e per l’assegnazione delle borse di studio”. Lo ha detto il deputato
della Lega Nord, Davide Cavallotto. Una sfida tra "cervelloni" del Nord e del Sud. La proposta arriva dai giovani
deputati della Lega Nord Paolo Grimoldi e Davide Cavallotto, alla luce di
indiscrezioni sui risultati dell'ultima Maturità dai quali emerge che al Sud e
100 e lode continuano a essere il doppio che al Nord. "Leggere ancora oggi
- spiegano Grimoldi e Cavallotto - che nelle scuole superiori al Sud si
registrano il doppio dei 100 e lode del Nord è vergognoso e imbarazzante. Ma
qualcuno crede davvero che in Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio siano
tutti geni, mentre dal Centro al Nord tutti somari? Facciamola veramente questa
sfida comparativa tra i 100 e lode sudati in Padania e quelli spesso regalati
nel Sud: avremmo la conferma - sostengono i due giovani leghisti -
dell'assurdità del valore legale del titolo di studio, di cui la Lega chiede da
tempo l'abolizione. Abbiamo moltissimi giovani padani diplomati con 100 e lode,
ma anche con molto meno che si confronterebbero senza problemi con i cervelloni
del Sud, soprattutto con quelli usciti a grappolo da una stessa scuola
superiore".
“E’ inaccettabile che gli studenti del Nord
siano sfavoriti nelle selezioni di Medicina e di altri corsi di laurea a numero
chiuso a causa del bonus maturità che premia le Regioni del Sud”. Così il
capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale veneto Federico Caner, che fa
seguito alla denuncia lanciata dal leghista Mario Pittoni in merito alla
questione dei punti sul voto di maturità, che inciderà sull’accesso ai corsi universitari
a numero chiuso. “E’ arcinota la disomogeneità di valutazione tra Nord e Sud –
ha detto Caner – e proprio grazie a questa anomalia e al vantaggio di poter
contare su voti di maturità più alti nel Meridione, gli studenti del Sud
saranno favoriti nell’accesso ai corsi universitari a numero chiuso come
Medicina”.
“Abbiamo chiesto al ministro Carrozza di
sospendere il bonus maturità perché riteniamo penalizzi fortemente gli studenti
del nord che, a causa degli standard più elevati degli istituti che
frequentano, ottengono risultati più bassi rispetto agli studenti del sud. Le
risposte che ci ha fornito il ministro Carrozza, contrariamente a quanto
promesso dal premier Letta nel suo discorso d’insediamento, sono state
assolutamente insoddisfacenti. Anche in tema scolastico riscontriamo un
imbarazzante doppiopesismo ai danni del settentrione. Lo stesso voto finale
dell’esame di maturità potrebbe essere inattendibile poiché, non tenendo conto
del livello qualitativo medio degli studenti dei singoli istituti, penalizza di
fatto i nostri studenti. Siamo in un momento di forte crisi, non togliamo ai
giovani la speranza di veder realizzato il sogno di costruirsi il futuro che
giudicano più affine alle loro attitudini”. Lo ha dichiarato Cristian
Invernizzi, deputato della Lega Nord.
Ed ecco allora per accontentare i detrattori degli
studenti meridionali interviene il ministro Carrozza.
MERITOCRAZIA?
Bonus maturità: un 86 al professionale vale di più di
un 92 al classico, scrive Pietro De Nicolao. Finalmente il MIUR ha pubblicato
tutti i dati necessari al calcolo del “bonus maturità” per il numero chiuso,
che confermano le critiche mosse al sistema del bonus. Gli studenti dei
licei classici e scientifici i più penalizzati. Il bonus può essere migliorato?
No: meglio abolirlo.
Il 30 agosto 2013 il MIUR ha pubblicato sul sito
Universitaly i dati dell’80° percentile per tutte le commissioni di
maturità del 2013, che serviranno per il calcolo del bonus maturità.
Cos’è il bonus maturità? Il DM 449 del 12 giugno 2013,
che sostituisce la precedente disciplina ideata da Francesco
Profumo, stabilisce che per l’ingresso ai corsi di laurea a numero chiuso
i candidati debbano essere disposti in graduatoria ed accedere ai posti
disponibili in ordine di merito. Ad ogni candidato viene assegnato un punteggio
in centesimi. Di questi, 90 punti dipendono dal test di ammissione vero e
proprio, e 10 punti dipendono invece dalla carriera scolastica precedente: in
particolare, dal voto di maturità.
Il problema è che il bonus non dipende in modo diretto
e assoluto dal voto di maturità. Per aver diritto al bonus si devono verificare
contemporaneamente due condizioni:
ottenere almeno 80/100 alla maturità;
essere nel “top 20%” della propria commissione
d’esame: è il famoso 80° percentile.
Se queste condizioni sono soddisfatte, il bonus si
calcola direttamente in funzione del voto di maturità secondo la tabella
contenuta nel decreto.
Il bonus maturità è stato recentemente riformato: al
contrario di quanto si potrebbe credere, esso non fu ideato dal Ministro Maria
Chiara Carrozza, né da Francesco Profumo, ma risale al 2008, quando al
Ministero dell’Istruzione c’era Giuseppe Fioroni. Si potrebbe dibattere a lungo
sull’opportunità stessa di considerare il voto di maturità nell’ambito dell’ammissione
ai corsi di laurea universitari. Oltre a pensare che ciò sia inopportuno, noi
riteniamo che ciò comporti delle difficoltà tecnicamente insormontabili.
Eppure c’è chi lo difende. Le polemiche, attese, non
sono mancate. Le curiosità nemmeno. Così come le conferme, stavolta supportate
da migliaia di informazioni. La prima, su tutte: al Sud è molto più «facile»
diplomarsi con un voto alto. Altissimo, in certi casi. E se non ci fosse stato
quel vincolo dell'«ottantesimo percentile» - aggiunto dal ministro dell'Istruzione
Maria Chiara Carrozza - forse ora avremmo migliaia di studenti del Mezzogiorno
con in tasca già 8, 9, 10 punti di bonus ancora prima di effettuare il test
d'ammissione all'università, scrive Leonard Berberi sul milanese “Il
Corriere della Sera”. Staccando così i colleghi del Nord che da tempo accusano
di essere penalizzati dal punteggio finale perché al Settentrione «le
commissioni danno voti più bassi». La preoccupazione è legittima. Due o tre
punti in più alla prova d'ingresso nelle facoltà a numero chiuso potrebbero far
avanzare nella graduatoria finale anche di mille o duemila posti.
Dello stesso tenore è l’articolo di “La Repubblica”.
L'Italia è spezzata in due: nord vs
sud, non è una novità. E al centro del mirino, questa volta, ci
sono i voti di maturità.
Il bonus, ottenuto in base al punteggio del diploma e utile per i test di
ammissione all'università, svela le differenze tra meridione e settentrione: 10-12 punti tra Milano e Catanzaro,
per fare un esempio. La situazione non è nuova, ma questa volta arrivano le
informazioni concrete. Come riporta Il Corriere della Sera
nell'edizione di oggi, sabato 31 agosto, al sud gli studenti ottengono
mediamente voti più alti.
E se non ci fosse stato quel vincolo "dell'ottantesimo percentile" -
voluto dal ministro dell'Istruzione Maria
Chiara Carrozza - troveremmo migliaia di studenti del
mezzogiorno, che, finito il liceo, avrebbero in tasca 8, 9 o addirittura 10
punti di bonus maturità in più ancora prima di presentarsi ai test di
ammissione all'università.
I detrattori sono sempre all’opera e sempre seguiti
dagli italioti allo sbaraglio.
Di tutt’altro tenore è, invece,
l’editoriale di Enzo Magistà, direttore della redazione giornalistica di Tele
Norba, la più grande tv locale commerciale del sud Italia. Pubblicato in data 09/set/2013.
“Oggi si continua con i test per
entrare nelle facoltà di medicina di tutt’Italia. E’ un pedaggio che i nostri
figli devono pagare perché, purtroppo, tutti sognano di fare il medico e la
professione è ormai al collasso. Serviva un freno, una selezione ed è stato
messo. Ci sarebbe già da discutere su questo disumano criterio di spezzare i
sogni dei ragazzi. Ma restiamo senza parole di fronte all’altra, ancor più
grave ingiustizia, che è stata perpetrata ai danni dei ragazzi più bravi ed in
particolare di quelli meridionali. Il ministro ha dettato regole nazionali e si
è imposto di riequilibrare i meriti scolastici. E così, ritenendo che nel sud i
ragazzi ottengano facilmente buoni voti, li ha penalizzati. Sono stati introdotti
dei premi che ciascuna scuola distribuisce a discrezione. E così un ragazzo di
Treviso diplomato con 80 su 100 può ottenere 6.7 punti di vantaggio nei test
sul suo collega di Reggio Calabria diplomatosi con 100. Un furto, anzi, una
rapina a mano armata è quella di coloro che in questi anni hanno fomentato la
rivolta contro le scuole del sud, nelle quali, si è detto e scritto, che i
professori sono di manica larga. Il sud subisce una nuova ingiustizia, perché
le accuse sono totalmente false. I ragazzi meridionali sono semplicemente più
bravi. In fondo, a pensarci, eè lo stesso ministro che lo riconosce, visto che
è costretto a dare l’aiutino agli altri per farli partecipare alla partita.
Solo che qui, in ballo, c’è il futuro e col futuro non si scherza, altrimenti
resteremo, come succede da secoli, bravi, ma sfortunati.
Guarda caso è stato approvato nella tarda mattinata dello stesso 9
settembre 2013 il decreto sulla scuola del ministro Maria Chiara
Carrozza. Nella conferenza stampa che si è tenuta subito dopo il Consiglio dei
ministri che ha dato il via libera al testo, la Carrozza, il premier Enrico
Letta e gli altri ministri interessati dal decreto hanno illustrato il
contenuto del provvedimento. La parte più attesa e importante del decreto è
l'abolizione del cosiddetto "bonus maturità", vale a dire il sistema
di assegnazione di punti extra attribuiti agli studenti che si sono diplomati
con un voto superiore agli 80/100 e non inferiore all'80esimo percentile della
distribuzione dei voti della propria commissione d'esame nell'anno scolastico
2012/13. Questo significa che già dalla sessione di test di ingresso
attualmente in corso non si deve più tenere conto del punteggio di diploma per
valutare l'esito delle prove. Letta: ''Via subito bonus maturità''.
"Abbiamo deciso di accelerare l'eliminazione del bonus maturità, perché
così creava delle disparità che non potevano funzionare", annuncia il
premier Enrico Letta in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei
ministri”.
Oramai è chiaro a tutti: tabelle dei
percentili alla mano, il bonus maturità non premiava i più bravi ma castigava
gli studenti meridionali.
NON SI RIESCE A COMPRENDERE CHE NON E’ IL
VOTO CHE CONTA, MA LE PRASSI PER IL SUPERAMENTO DI ESAMI DI STATO E CONCORSI
PUBBLICI. PRASSI CHE LI TRUCCANO.
MERITOCRAZIA. IN UN ALTRO MONDO, FORSE.
UNIVERSITA’. COSI’ SI ACCEDE AL NUMERO CHIUSO. L’APOTEOSI DELL’INETTITUDINE E
DELL’INCAPACITA’.
I saggi ministeriali inventori del sistema del “Bonus
Maturità” di cui si parla sarebbero poi coloro che elargiscono dati
differenziali tra Nord e Sud e sono quelli che stabiliscono i quiz per
l’ingresso a numero chiuso nelle facoltà universitarie.
Università. Così si accede al numero chiuso. Gli oltre
84mila aspiranti medici che il 9 settembre 2013 hanno affrontato il test
d'ingresso sono entrati in aula quando la prova era caratterizzata dal «bonus
maturità», e ne sono usciti quando le regole erano già cambiate. E' stato un
vero assalto. Sono arrivati in oltre 84mila a affrontare i test per l'ammissione
alla facoltà di medicina e odontoiatria nelle università statali. Gli iscritti
ammontano a 84.165 (ma i paganti a 74.312) per 10.771 posti disponibili. Circa
uno su sette. Un numero decisamente in crescita rispetto all'anno 2012, quando
i partecipanti furono 68.426 per 10.714 posti. Ma tutti, giusto per dimostrare
la loro preparazione in materia, si sono scontrati con domande bizzarre al test
di medicina. Chi ha scritto «El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha»?
«Coltivare piante non autoctone per abbellire i propri giardini è diventata una
pratica piuttosto comune. Molte di queste specie sono costose, richiedono
trattamenti speciali e sono spesso soggette a parassiti e malattie. Esistono
molte piante selvatiche autoctone che sono perfettamente adatte alla crescita
in vaso o nei giardini delle case, non richiedono trattamenti speciali e spesso
sono altrettanto belle rispetto alle piante provenienti dall’estero. Si
dovrebbe quindi cercare di coltivare un numero maggiore di piante autoctone
selvatiche nei propri giardini. Se considerata vera, quale delle seguenti
affermazioni rende più forte l’affermazione precedente?». Quasi più intricato
del «problema della massaia» che deve scegliere quante confezioni di prosciutto
comprare, solo dopo aver valutato attentamente quanti grammi ne mangiano i
figli al giorno e dopo quanti giorni il prosciutto sarà scaduto. Altre
nefandezze: Qual è il percorso più veloce per andare in ufficio, quello breve
con molti semafori o quello lungo con pochi semafori? E se c’è da accoppiare
una città con un museo, l’Ermitage si attribuisce a Parigi, come il test
suggeriva ingannevolmente, o a S. Pietroburgo, com’è nella realtà? Se crescendo
il benessere si è più infelici, allora il denaro rende felici oppure no? E,
dopo la logica, spazio all’immunologia («il tetano resiste agli antibiotici?»),
alla neurologia («Quali sono le funzionalità dei nodi di Ranvier»), alla
chimica («Quali sono le componenti del glicogeno?») passando per la fisica, con
la «forza di Lorentz», che non è quella di un ragazzo muscoloso, ma la forza
che si sviluppa tra un campo elettromagnetico e un oggetto elettricamente
carico. Tra l’applicazione di un teorema di Pitagora e le probabilità di
vincere giocando a dadi, passando per una funzione da ricavare in delta, i
candidati si sono trovati persino di fronte ad una domanda che sosteneva che,
secondo uno studio americano, «le domande a scelta multipla non danno agli
studenti la possibilità né di pensare in maniera logica indipendente né di
presentare le loro argomentazioni coerentemente in maniera scritta».
Giusto per dire: da questo marasma usciranno i futuri
medici. Alla faccia della meritocrazia e del voto di manica larga, a detta
delle volpi padane, dato agli studenti meridionali.
Il numero aperto e dare sfogo alle capacità degli
studenti, proprio no!! Proprio perché nel
mondo i medici sono la figura professionale necessaria. Invece no. Meglio
accontentare le lobby, così come si fa con gli avvocati che il numero chiuso lo
applicano tacitamente. Vuoi mica che i figli loro rimangano senza lavoro e
privilegi?
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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