«A parte la scelta adottata dalla Fiom
genovese e tarantina (da buoni comunisti) di stare dalla parte della
magistratura, più che dalla parte degli operai, vogliamo cercare di capire chi
copre chi, in riferimento alle magagne intorno alla questione ambiente e
giustizia». Così esordisce il dr
Antonio Giangrande, presidente della “Associazione Contro Tutte le Mafie” www.controtuttelemafie.it, e scrittore-editore dissidente che proprio sul tema ha scritto e
pubblicato “Taranto. Quello che non si osa dire” nella collana editoriale
“L’Italia del Trucco, l’Italia che siamo” pubblicata sui propri siti web, su
Amazon in E-Book e su Lulu in cartaceo. Uno tra i 40 libri scritti dallo stesso
autore e pertinenti questioni che nessuno osa affrontare. Opere che i media si
astengono a dare la dovuta visibilità e le rassegne culturali ad ignorare.
La Liguria e la Puglia: ILVA e diossina, territori
legati a doppio filo.
«Vogliamo che si faccia piena luce sul
passato, in particolare su tutte le ricerche sulla diossina negli alimenti che
non hanno mai registrato a Taranto alcun superamento dei limiti di legge,
mentre quando noi abbiamo fatto fare quelle stesse analisi, sono emersi
incredibili e scandalosi superamenti – affermano, come riferito da Maria
Rosaria Gigante su La Gazzetta del Mezzogiorno, gli ambientalisti Rosella
Balestra, Alessandro Marescotti e Fabio Matacchiera e sollecitano l’assessore
regionale alle Politiche della salute, Ettore Attolini, perché si faccia luce
su tali questioni. - Come mai dal 2002 al 2007 sono state analizzate cozze,
orate, spigole, carne, uova, latte e mangimi senza mai trovare negli alimenti
consumati a Taranto alcun superamento per diossina e Pcb?» Gli ambientalisti
forniscono proprio gli esiti delle 72 analisi effettuate dal 16 ottobre 2002 a
23 maggio 2007 presso l'Istituto zooprofilattico di Foggia da cui risulta che
non c’è mai stato alcuno sforamento (tutti i dati sono riportati sul sito
www.tarantosociale.org). E’ bastato, invece, il pezzo di formaggio alla
diossina a febbraio 2008 a scatenare la questione e ad aprire una vera e
propria emergenza diossina col conseguente piano regionale di monitoraggio di latte
e carni all’interno di un raggio di una ventina di chilometri dalla zona
industriale. Proprio per la diossina ha chiuso la Copersalento
di Maglie, per decenni un sansificio, poi trasformato in inceneritore di
rifiuti e quindi in stabilimento per la produzione di energia. Varie sono state
le denunce, le ispezioni, le chiusure, fino a quella definitiva posta dalla
provincia di Lecce, dovuta all'inquinamento. La Copersalento è stata, infatti,
accusata di aver superato per oltre 400 volte i limiti massimi di emissione di
diossina. Per tutto ciò si aspetta di capire cosa succede a nostra insaputa. Da
attente segnalazioni scopriamo alcune cose che la gente deve sapere, ma che
nessuno dice.
Esito positivo inchieste giudiziarie=0
Risposte istituzionali ed amministrative=0
Atto Camera. Interrogazione a risposta scritta 4-08079
presentata da ELISABETTA ZAMPARUTTI, lunedì 19 luglio 2010, seduta n.354
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI,
MECACCI e MAURIZIO TURCO.
- Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che: a Maglie, Ezio Armando
Capurro è proprietario della Copersalento, per decenni un sansificio, poi
trasformato in inceneritore di rifiuti e quindi in stabilimento per la produzione
di energia. Varie sono state le denunce, le ispezioni, le chiusure, fino a
quella definitiva posta dalla provincia di Lecce, dovuta all'inquinamento. La
Copersalento è stata, infatti, accusata di aver superato per oltre 400 volte i
limiti massimi di emissione di diossina;
secondo quanto riporta Terra di giovedì 8 luglio 2010,
in Liguria, il pubblico ministero Biagio Mazzeo ha chiesto e ottenuto di
sequestrare l'area dell'ex oleificio di Avegno, di proprietà del consigliere
regionale Ezio Armando Capurro, perché la zona non è stata bonificata e si è
trasformata in una discarica pericolosa -:
se i Ministri siano a conoscenza di quanto in premessa
e di quali informazioni dispongano o intendano acquisire in merito alle
attività di bonifica dell'ex oleificio di Avegno. (4-08079)
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere
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Data delega
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MINISTERO DELLA SALUTE
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19/07/2010
|
MINISTERO DELLA SALUTE
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19/07/2010
|
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE
E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/09/2010
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
SOLLECITO IL 12/10/2010
SOLLECITO IL 01/12/2010
SOLLECITO IL 12/01/2011
SOLLECITO IL 03/02/2011
SOLLECITO IL 03/03/2011
SOLLECITO IL 06/04/2011
SOLLECITO IL 15/04/2011
SOLLECITO IL 23/05/2011
SOLLECITO IL 06/07/2011
SOLLECITO IL 21/09/2011
SOLLECITO IL 16/11/2011
SOLLECITO IL 15/02/2012
SOLLECITO IL 28/05/2012
SOLLECITO IL 04/07/2012
SOLLECITO IL 27/07/2012
L’inchiesta svolta da Floriana Bulfon su Terra News parla di un politico
dotato di ubiquità. "Armando Capurro, già sindaco di centrodestra di
Rapallo, è consigliere regionale della lista Burlando.
Amico del ministro Fitto, in Liguria
chiede più inceneritori. Ma in Puglia il Pd lo accusa di danni ambientali.
Rapallo eletto sindaco con una lista di destra, in regione Liguria con la
sinistra. In Liguria a difendere i valori della lista Burlando, a Maglie un
tempo in società con il cugino di Fitto. Ezio Armando Capurro è un uomo
“dall’esperienza molteplice”, come lui stesso afferma. Docente, industriale,
già sindaco di Rapallo e ora consigliere regionale della lista Burlando in
Liguria. Proprio Claudio Burlando ha visto in lui il politico ideale e ha
deciso di candidarlo nella sua lista civica alle ultime elezioni regionali. Il
presidente ex ministro Ds, oggi Pd, ha scelto Capurro per le sue qualità e poco
importa che qualcuno in quel di Maglie, in quella Puglia terra natale di
Capurro, sostenga che sia un caro amico del ministro berlusconiano Raffaele
Fitto. Importa ancor meno che il Pd in Puglia affermi che il Capurro
industriale abbia causato con il suo stabilimento danni ambientali, diossina e
controverso aumento di tumori. “La fabbrica della morte”, lo chiama il sito del
Pd di Maglie. Questioni di poco conto, questioni pugliesi. Meramente locali. A
dire il vero, qualche questione è stata aperta anche in Liguria, da quando il
pm Biagio Mazzeo ha chiesto e ottenuto di sequestrare l’area dell’ex oleificio
di Avegno di proprietà del consigliere perché la zona non è stata bonificata e
si è trasformata in una discarica pericolosa. Ma poco importa anche questo.
Capurro è uomo di oleifici e inceneritori, uomo di destra e di sinistra. E a
Maglie, nel cuore del Salento, lo conoscono tutti bene.
E' il proprietario della Copersalento, per
decenni un sansificio, poi trasformato in inceneritore di rifiuti e quindi in
stabilimento per la produzione di energia. Tortuosi gli assetti societari
dell’impianto che ha visto tra i proprietari anche Raffaele Rampino, cugino del
sindaco di Maglie Antonio Fitto, parente di Raffaele. E varie le denunce,
ispezioni, chiusure, fino a quella definitiva posta dalla Provincia di Lecce.
Denunce dovute all’inquinamento. La Copersalento è stata infatti accusata di
aver superato per oltre 400 volte i limiti massimi di emissione di diossina.
Carne alla diossina e livello di inquinamento oltre i limiti, in base alle
rilevazioni dell’Arpa, tali da risultare “gravemente pericolosi per la salute”.
Problemi del Capurro industriale, certo, e del Capurro pugliese. Ma appare
curioso che il Capurro consigliere ligure si appelli a Burlando con una
interrogazione con oggetto «conferimento rifiuti dalla Provincia di Imperia
alla discarica di Scarpino». La provincia di Imperia, quella cara all’ex
ministro Scajola. Il Capurro ligure sostiene che per fronteggiare il problema
dei rifiuti occorra dare attuazione immediata di un Piano di Rifiuti che
permetta di risolvere le criticità e il superamento delle fasi emergenza.
Capurro consigliere regionale vuole sapere come si intenda, e con quali tempi,
realizzare più moderni impianti di trattamento finale dei rifiuti che prevedano
il recupero energetico. Insomma, termovalorizzatori o gassificatori,
indispensabili per risolvere i problemi dei rifiuti.
Saranno l’anello di congiunzione tra il
Capurro pugliese e quello ligure?"
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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