Esame di avvocato e lo scandalo ciclico delle
copiature.
L’Opinione del dr Antonio Giangrande, scrittore,
blogger e youtuber.
Bufera
sul concorso di Napoli. Noi nel 2009 avevamo già documentato i controlli
inesistenti su Roma, scrive Antonio Crispino e lo documenta su Corriere TV il
25 febbraio 2016. «Milano smaschera Napoli», «Trento smaschera Potenza»,
«Catania smaschera Lecce». Periodicamente sui giornali si leggono titoli di questo
tipo. Si riferiscono alle prove d’esame che le commissioni di turno annullano
agli aspiranti avvocati che si cimentano con l’esame di Stato. Perché risultano
essere elaborati copiati dalla prima all’ultima parola. I candidati di una
regione, infatti, sono esaminati da una commissione di provenienza territoriale
diversa, scelta tramite sorteggio dal ministero della Giustizia. Basta prendersela con qualche candidato per giustificare l’incapacità di
tutti. Da sempre si copia tra candidati o si detta da parte dei commissari.
Certo che nè giornalisti, né magistrati osano verificare quello che di ignobile
succede dentro le stanze buie e segrete dove si riuniscono le commissioni di
esame. Da arrestare tutti. I compiti sono dichiarati falsamente letti e
corretti: cosa non vera. Giornalisti e magistrati verifichino i tempi dedicati
al singolo elaborato rispetto ai tempi di apertura e chiusura del verbale e
verifichino sugli elaborati quanti errori sono stati corretti. Ho scritto un
libro per dimostrare che da sempre l’esame forense è truccato ed ho scritto un
altro libro per dimostra che tutti i concorsi pubblici sono truccati, anche
quello per magistrati. In questo caso coloro che sono stati abilitati con tale
sistema, commissioni di esame e magistrati inquirenti e giudicanti, hanno il
coraggio di perseguire?
Da quanto analiticamente già espresso e motivato si
denota che violazione di legge, eccesso di potere e motivi di opportunità
viziano qualsiasi valutazione negativa adottata dalla commissione d’esame
giudicante, ancorchè in presenza di una capacità espositiva pregna di corretta
applicazione di sintassi, grammatica ed ampia conoscenza di norme e principi di
diritto dimostrata dal candidato in tutti e tre i compiti resi.
1. Qui
si evince un fatto, da sempre notorio su tutti gli organi di stampa, rilevato e
rilevabile in ambito nazionale: ossia la disparità di trattamento tra i
candidati rispetto alla sessione d’esame temporale e riguardo alla Corte
d’Appello di competenza. Diverse percentuali di idoneità, (spesso fino al
doppio) per tempo e luogo d’esame, fanno sperare i candidati nella buona sorte
necessaria per l’assegnazione della commissione benevola sorteggiata. Nel Nord
Italia le percentuali adottate dalle locali commissioni d’esame sono del 30%,
nel sud fino al 60%. Le sottocommissioni di Palermo sono come le
sottocommissioni del Nord Italia. I Candidati sperano nella buona sorte
dell’assegnazione. La Fortuna: requisito questo non previsto dalle norme.
2. Qui
si contesta la competenza dei commissari a poter svolgere dei controlli di
conformità ai criteri indicati: capacità pedagogica propria di docenti di
discipline didattiche non inseriti in commissione.
3. Qui
si contesta la mancanza di motivazione alle correzioni, note, glosse, ecc.,
tanto da essere contestate dal punto di vista oggettivo da gente esperta nella
materia di riferimento.
4. Qui
si evince la carenza, ovvero la contraddittorietà e la illogicità del giudizio
reso in contrapposizione ad una evidente assenza o rilevanza di segni grafici
sugli elaborati, quali glosse, correzioni, note, commenti, ecc., o comunque si
contesta la fondatezza dei rilievi assunti, tale da suffragare e giustificare
la corrispondente motivazione indotta al voto numerico. Tutto ciò denota
l’assoluta mancanza di motivazione al giudizio, didattica e propedeutica al
fine di conoscere e correggere gli errori, per impedirne la reiterazione.
5. Altresì
qui si contesta la mancanza del voto di ciascun commissario, ovvero il voto
riferito a ciascun criterio individuato per la valutazione delle prove.
6. Altresì
qui si contesta l’assenza ingiustificata del presidente della Commissione
d’esame centrale e si contesta contestualmente l’assenza del presidente della
Iª sottocommissione.
7. Altresì
qui si contesta la correzione degli elaborati in tempi insufficienti, tali da
rendere un giudizio composito.
Dr
Antonio Giangrande
099.9708396
– 328.9163996
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