A proposito
di omertà e censura…puoi parlar male di Avetrana, ma mai parlar male
dell’Islam.
L’opinione del dr
Antonio Giangrande, scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber, presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
L’Italia delle
libertà mancate, dell’omertà e della censura. Tra Mafia e Terrorismo Islamico,
certamente nessuno deve dimenticare il terrorismo di Stato: le morti per
l'ingiustizia, come per la sanità, o per la povertà e l'emarginazione. Ma di
tutto questo non se ne deve parlare. Si deve parlare sempre e comunque solo di
Avetrana omertosa.
“Continuano le
indagini dei carabinieri di Avetrana per individuare i responsabili della
brutale aggressione che questa mattina ha ridotto in fin di vita un avetranese
di 63 anni colpito alla testa con delle bottiglie di vetro. Il violento
pestaggio è avvenuto davanti al bar Mojito alla presenza di numerosi testimoni
che hanno dichiarato di non aver visto niente o di non ricordare particolari
utili. E sugli avetranesi ritorna il fantasma dell’omertà venuto fuori durante
le indagini del delitto di Sarah Scazzi, un episodio che ha fatto parlare e fa
parlare ancora l’Italia intera e che ha visto il coinvolgimento di una
quarantina di persone tra sospettati, indagati, imputati, condannati e
sognatori. Nessuna ammissione, nessun aiuto concreto agli inquirenti e alla
verità sulla morte della quindicenne uccisa dai parenti”. Così scriveva
Nazareno Dinoi il 27 marzo 2016 su “La Voce di Manduria” in riferimento all’aggressione
avvenuta a danno di Salvatore Detommaso la mattina presto del giorno di Pasqua,
ricoverato poi in prognosi riservata. Aggressione su una via di passaggio per
chi, proveniente da Manduria, è diretto a Nardò od a Torre Colimena. A
quell'ora del dì di festa ovviamente non potevano esserci tanti avventori del
bar, nè, tantomeno, numerosi testimoni, ma parlare di omertà ad Avetrana fa notizia.
Nazareno Dinoi, come corrispondente del Corriere della Sera ha scritto sempre
articoli su Avetrana dello stesso tenore quando riferiva sul caso di Sarah
Scazzi, come tutti d’altronde. Rispetto agli altri, però, Dinoi è di Manduria,
paese a 17 chilometri da Avetrana, non certo un canonico razzista
settentrionale.
D’altro canto
bisogna ricordare a questo signore, come a tutt'Italia che gli Avetranesi
parlano e non hanno paura di nessuno, nonostante le ritorsioni. Da ricordare
che il sottoscritto è un avetranese doc, e non può certo essere tacciato di
omertà, visto quello che scrive, tanto che alcuni magistrati questa prolificità
non gliela perdonano affatto. Ma esiste un altro avetranese che paga il suo non
essere omertoso: Riccardo Prisciano, tanto da essere perseguitato per le sue
idee espresse contro Islam e gay.
Certo è che
l'islam è una religione, ma anche una setta: non esiste il giusto o sbagliato,
il bene o il male. Vale solo «o con me o contro di me». E chi è contro è un
infedele. Ma questo vale, a ragion del vero, anche per il comunismo. Il
comunismo è anch’esso una religione-setta. Ecco perché a sinistra se ne dolgono
quando dell’Islam o dei gay se ne parla male.
È contro
l'islam e i gay, il maresciallo rischia il posto di lavoro. Ha partecipato a
una conferenza in qualità di scrittore e relatore sull’"incostituzionalità
dell’Islam". Dopo essere stato condannato per "islamofobia,
xenofobia, omofobia", ora il Maresciallo Prisciano rischia di perdere il
posto per un saggio giuridico, scriveva Gabriele Bertocchi, Lunedì
07/03/2016, su “Il Giornale”. Riccardo Prisciano è un maresciallo dei
carabinieri, a luglio gli viene notificato l'avvio di un procedimento
disciplinare per "islamofobia, xenofobia, omofobia, violazioni dei doveri
attinenti al grado ed al giuramento prestato e per aver inficiato l’apoliticità
della Forza Armata". Come racconta Infodifesa, solo un mese dopo,
mentre si trova in Puglia per un congedo parentale dovuto alle gravi condizioni
della figlia, lo raggiunge l'avviso in cui si specifica che la data in cui
avverrà il processo disciplinare. La notifica viene recapitata solo con
due giorni d'anticipo, non consentendo così a Prisciano di essere presente alla
sentenza che lo condanna a sette giorni di consegna di rigore. Motivo di questo
procedimento nei confronti del maresciallo è la sua posizione nei
confronti dell'islam. Più precisamente li viene contestata la partecipazione a
una conferenza, in cui Prisciano ha preso parte in qualità di scrittore e
relatore, sull’"incostituzionalità dell’Islam". Un impegno preso e svolto
mentre era libero dal servizio. Come se non bastasse, ora è stato è stato
avviato un nuovo procedimento disciplinare, con le stesse accuse, per
diversi articoli scritti da Prisciano, pubblicati su un quotidiano online, che
trattano argomenti come aborto, teoria gender, immigrazione e sovranità
statale. Nel fascicolo vengono allegati anche post e stati
di Facebook del carabiniere ritraenti il patriota cecoslovacco Jan
Palach e frasi del filosofo Ernst Junger. Inoltre viene anche contestata la
prossima pubblicazione del maresciallo di un saggio giuridico intitolato
"Nazislamismo", con prefazione di Magdi Allam. Il volume non è ancora
andato in stampa. Se dovesse essere nuovamente punito, Prisciano rischia
di perdere il posto di lavoro.
Carabiniere-scrittore
contesta l'islam. Punito con sette giorni di consegna. Vietato criticare,
maresciallo accusato di islamofobia, scrive Domenico Ferrara, Sabato
26/03/2016, su “Il Giornale”. Vietato criticare l'islam. Guai a scriverne e a
esporre la propria opinione in pubblico. Mentre l'Europa è sconquassata dallo
jihadismo, in Italia ci si preoccupa di mettere all'indice un carabiniere
colpevole di aver studiato e analizzato magari con troppa animosità il problema
del terrorismo e dei flussi migratori. Per questo motivo, Riccardo Prisciano,
maresciallo pugliese 25enne, è stato sottoposto a procedimento disciplinare e
punito con sette giorni di rigore. Il 23 maggio 2015, il militare partecipa in
qualità di scrittore a un convegno a Pisa organizzato da un movimento politico.
Già, perché Prisciano, oltre a essere un carabiniere, è anche uno scrittore,
laureato in scienze giuridiche della sicurezza all'Università di Tor Vergata a
Roma con una tesi dal titolo «Multiculturalismo e islam, problemi e soluzioni».
Esprime le proprie idee in veste di libero cittadino e non di carabiniere.
Parla dell'integralismo dell'Islam, sostiene che non esistano musulmani
moderati, afferma la necessità di interrompere i flussi migratori tra le coste
del nord Africa e l'Italia. Apriti cielo. Il 25 giugno viene avviato il
procedimento disciplinare e si richiede una visita medico-psicologica. Il 6
agosto, mentre era in Puglia in congedo parentale per problemi familiari, si
svolge il processo in sua assenza. Risultato? L'Arma decide di punirlo, non
solo per la partecipazione al convegno, ma anche per una serie di post su
Facebook in cui esternava posizioni critiche in materia di islam e
immigrazione. Sette giorni di rigore «per islamofobia, xenofobia, omofobia,
violazioni dei doveri attinenti al grado ed al giuramento prestato e per aver
inficiato l'apoliticità della Forza Armata». Inoltre a Prisciano vengono
contestati altri addebiti per post sui social. In caso di ulteriore condanna,
non potrebbe entrare in servizio permanente.
Ma non è la
prima volta che cala la scure della censura.
Islam, il
giovane scrittore Riccardo Prisciano censurato da Facebook, scrive “Imola
Oggi” il 20 gennaio 2015. Il giovane poeta e scrittore Riccardo Prisciano,
censurato da Facebook, non ci sta! È l’ennesimo atto di censura quello che
Riccardo Prisciano, autore della raccolta di poesie “INSONNIA” e del poema
biblico “L’Arcangelo crociato”, riceve da Facebook: ma questa volta non ci sta!
La pagina pubblica Facebook del giovane autore è stata bloccata (dallo stesso
sito) fino al 1° febbraio 2015, ma le motivazioni ancora non sembrano chiare
…La storia ha dell’incredibile: dopo la macabra strage consumatasi a Parigi
qualche giorno fa, ad opera di terroristi islamici, il poeta Prisciano ha
pubblicato sulla sua pagina facebook alcuni commenti, correlati da apposite
immagini, che hanno scatenato l’ira dei sostenitori del melting-pot. La
scintilla che ha fatto scatenare la raffica di segnalazioni a Facebook,
sembrerebbe essere un post in cui il giovane scrittore, citando preventivamente
Oriana Fallaci, ha scritto “La paura di camminare a schiena dritta è, oggi, la
vera causa del declino della millenaria società cristiana europea. Ricordare le
proprie radici è il principale dovere di ogni europeo (cristiano e non)”. In
conclusione l’autore, conscio dell’inesistenza di un Islam moderato, afferma
ancora una volta: “se per un Cristiano è doveroso seguire il messaggio d’amore
del Messia, per il musulmano è doveroso seguire il messaggio di morte di
Maometto”. Immediate le condivisioni del post ma anche, di contro, le
segnalazioni a Facebook. L’intento dei segnalatori sembrerebbe essere quello di
bloccare, almeno per un po’, il giovane autore che, quotidianamente, sveglia le
coscienze attraverso la sua pagina. MA RICCARDO PRISCIANO NON CI STA! Ed ecco che
con l’ultimo post spiega i motivi giuridici ed etico-legali, secondo i quali,
“L’Islam non è Costituzionale!”; una vera e propria scintilla che presto
scatenerà chissà quali reazioni.
Chi è
Riccardo Prisciano, maresciallo carabinieri anti Islam, scrive il 9 marzo
2016 Silvia Cirocchi su “Blitz Quotidiano”. Maresciallo Prisciano, vi dico io
chi è. In queste ore sui social network si sente solo parlare di lui: il
Maresciallo Riccardo Prisciano. Ma chi è questo uomo? Ve lo dico io visto
che ho auto modo di conoscerlo collaborando con lui
allo stesso quotidiano online (i cui articoli gli vengono ora
contestati) fino a quando la censura dei “taglialingua” gli ha tappato la
bocca. Riccardo Prisciano non è un “semplice” Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri;
onore alla categoria, ma intendo dire che, nella sua vita, Riccardo è anche
tante altre cose. Laureato in Scienze Giuridiche presso l’Università di Roma
Tor Vergata, da sempre impegnato culturalmente ed artisticamente, ha pubblicato
la raccolta di poesie “Insonnia” ed il poema
biblico “L’Arcangelo crociato”, Prisciano è in primis un uomo che ha
sempre combattuto per tutto nella sua vita; odia il compromesso e l’ipocrisia
perbenista: per lui esiste solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, “vie di
mezzo” non possono esistere. Basta leggere i suoi articoli per saggiarne la
preparazione culturale, giuridica e filosofica. Riccardo Prisciano è uomo
d’azione; azione che si estrinseca attraverso la penna, la parola ed i fatti …
e per questo è stato punito e trasferito in Sardegna a ben 800 km dalla propria
figlioletta. Il Maresciallo Prisciano aveva argomentato le proprie tesi
giuridiche circa l’incostituzionalità dell’Islam e circa l’impossibilità di
credere nell’esistenza di un islam moderato, nonché aveva espresso su Facebook
la propria contrarietà circa le unioni omosessuali e le adozioni gay. Il tutto
libero dal servizio e mai qualificandosi come carabiniere. Ebbene, in
un processo, nonostante l’assenza del Prisciano e di
un suo difensore, il maresciallo veniva condannato a 7 giorni di
consegna di rigore e trasferito. Non è finita: i nuovi Comandanti (della
Sardegna) instaurano un ennesimo procedimento disciplinare nei confronti del
Maresciallo Prisciano per condotte successive al 06 agosto 2015 (data del
processo-condanna fiorentino) sempre per “islamofobia, xenofobia, omofobia,
violazioni dei doveri attinenti al grado ed al giuramento prestato e per aver
inficiato l’apoliticità della Forza Armata”. Quest’ultimo procedimento
disciplinare è ancora più assurdo del primo: si contesta all’ispettore il fatto
di aver scritto, sempre libero dal servizio, articoli, in cui si parlava di
aborto, teoria gender, immigrazione e sovranità statale. Addirittura, si
contesta il prossimo libro del Maresciallo Prisciano – lo si contesta prima
della pubblicazione, prima di leggerlo quindi. Il Mar. Prisciano pubblicherà a
breve un saggio giuridico, il cui titolo è “Nazislamismo” e l’editore
è Solfanelli. Come si evince dagli atti, gli Ufficiali dell’Arma scrivono che
“benché si tratti di un saggio giuridico, scaturito dalla stessa tesi di Laurea
in Scienze Giuridiche del Mar. Prisciano, non è opportuno che si parli in tali
termini dell’Islam”. Sarà un caso che tutta la storia gira attorno alla
Toscana, ed a Firenze in particolare? A noi non sembra un caso, visto che il
Maresciallo Prisciano in entrambi i procedimenti si è visto accusare “di aver
leso e vilipeso l’immagine del Presidente del Consiglio dei Ministri, del
Presidente della Repubblica, del Ministro dell’Interno e della Presidenta
Boldrini.
Riccardo
Prisciano: l’Islam come il nazismo, scrive Gian Giacomo William Faillace su
“Milano Post” del 14 giugno 2015. Riccardo Prisciano, scrittore politicamente
scorretto, vicino a posizioni ideologiche patriottiche e sovraniste, ha
esordito con “Insonnia”, una raccolta di poesie romantico-decadentiste e
successivamente con il poema biblico “L’Arcangelo crociato” in cui narra, con
stile dantesco a metrica libera, le vicende dell’Arcangelo Uriel. Politicamente
impegnato, Riccardo Prisciano, è in procinto di pubblicare il suo terzo libro:
con la prefazione del noto giornalista Magdi Allam, con cui Prisciano intrattiene
ottimi rapporti amichevoli, sarà un saggio di diritto in cui tratterà
l’incostituzionalità dell’Islam. Con parole semplici effettuerà dei
parallelismi tra la fede musulmana e l’ideologia nazista, sfociando nella
proposta di un disegno di legge che annoveri il reato di apologia dell’Islam.
Partendo dal tema della “tolleranza” sul quale molti filosofi hanno scritto e
disquisito, Prisciano prende in esame la citazione del filosofo austriaco,
naturalizzato britannico, Karl Raimund Popper il quale trattò innumerevoli
volte, in seno alla sua teoria di “società aperta” le problematiche inerenti
alla tolleranza arrivando a sostenere che “La tolleranza illimitata porta
alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a
coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società
tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno
distrutti e la tolleranza con essi” oltre ad asserire che “Dovremmo
rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli
intolleranti”. A queste teorie fecero eco anche lo scrittore tedesco Thomas
Mann il quale sostenne che “La tolleranza diventa un crimine quando si applica
al male” ed il giurista statunitense Joseph Halevi Horowitz Weiler il quale
sostenne che “Il messaggio di tolleranza verso l’altro non deve essere tradotto
in un messaggio di intolleranza verso la propria identità”; un tema molto
attuale soprattutto nella moderna “società” europea, ed italica in prevalenza,
in cui in nome della tolleranza verso la teocrazia islamica si tende ad odiare
le proprie origini culturali, storiche e religiose. Persino Voltaire, uno dei
maggiori Lumi del Settecento, nel suo “Trattato sulla tolleranza” pur cercando
di aprire la società ad una sorta di pluralità di religioni, e perché no, ad
una pluralità di dottrine politiche, col suo grido “Esacrez l’infame”
(Schiacciate l’infame) incita quell’umanità illuminata a lottare con tutte le
forze della propria ragione e della propria morale contro
il fanatismo intollerante tipico della religione confessionale
qualsiasi essa sia, incita ogni uomo di buona volontà a lottare per la
tolleranza e la giustizia. Pertanto, alla domanda “Cosa intende per apologia
dell’Islam” Prisciano, prontamente risponde:” In considerazione di ciò che
sostenne l’Ayatollah Khomeini, ossia che l’Islam è politica altrimenti non è
Islam, dobbiamo trovare gli strumenti idonei per trattare questa dottrina
violenta in quanto l’Islam non può essere considerata una religione, nel senso
“occidentale” del termine. Un Islam che punta al potere deve essere arginato
secondo quello che Popper definiva come un dovere della democrazia. Quindi ecco
il reato di apologia, in Italia, con la legge Scelba, previsto per il Fascismo.
Con tale legge si tutela la manifestazione privata ma non pubblica di alcune
correnti di pensiero. Nel mio prossimo libro citerò questo paragone facendo dei
parallelismi tra l’ideologia nazista e la dottrina islamica; parlando di
apologia non voglio mettere al bando l’Islam: ognuno in privato potrà essere
fedele alla sua fede vietando però le sue manifestazioni pubbliche”.
Lo scrittore
Riccardo Prisciano sfida Khalid Chaouki: - “Io sono pronto" …”, scrive Riccardo
Ghezzi, il 11 agosto 2015.
Riccardo
Prisciano, il tuo prossimo libro in uscita ad ottobre paragona l’Islam al
Nazismo. Puoi spiegarci in breve di cosa si tratta?
«Quando si parla
di terrorismo islamico, non si parla di “antico folklore”; è, piuttosto,
qualcosa di concreto e spaventosamente vicino, come hanno dimostrato numerosi
fatti di cronaca, anche in Italia. Non è comprensibile, altresì, come, proprio
le frange anticlericali che, da sempre, si sono battute contro la Chiesa
Cattolica (incriminando, quasi, le religioni di “incatenare” l’uomo) siano,
ora, così rispettose e tolleranti verso comportamenti barbari e sanguinari,
predicati in nome dell’Islam. Incredibilmente, la stessa pubblica opinione, che
si discosta dall’osteggiare ideologie violente e razziste, non si rende conto
di quanto, l’Islam, in certi suoi aspetti, non si discosti molto da queste
dottrine».
Perché allora
questa difformità di trattamento?
«Anche lo
scrittore tedesco Thomas Mann sosteneva che “la tolleranza diventa un crimine
quando si applica al male”, addirittura il giurista statunitense Joseph Halevi
Horowitz Weiler sostenne che “il messaggio di tolleranza verso l’altro non deve
essere tradotto in un messaggio di intolleranza verso la propria identità”; un
tema molto attuale soprattutto nella moderna “società” europea, ed italica in
prevalenza, in cui in nome della tolleranza verso la teocrazia islamica si
tende ad odiare le proprie origini culturali, storiche e religiose. Tale
totalitarismo, ammantato da pretesti religiosi ed etici e che, dietro una
parvenza di spiritualità, trasudano un’alcova ideologica tra le più
intolleranti del mondo, è di gran lunga peggiore di qualunque totalitarismo
politico. L’Islam è anche, e forse soprattutto, un’ideologia, come ci tenne a
precisare l’Ayatollah Khomeini, uno dei più autorevoli pensatori musulmani:
“L’Islam o è politica, o non è nulla!” L’Islam è un’ideologia politica che,
ancora oggi, si serve della religione come strumento di potere; o, se volessimo
intenderla come religione, non possiamo non rilevare che tale religione,
sfruttando la spiritualità umana, si pone il preciso obiettivo d’espandere il
proprio potere politico. Se, giustamente, intendessimo l’Islam come una
dottrina politica, e non già come una mera fede religiosa, sarebbe doveroso
chiedersi per quanto ancora si potrà permettere che, nella civile e democratica
Europa, si predichi l’odio religioso, l’intolleranza e la disuguaglianza tra i
sessi o tra gli appartenenti a diverse religioni, senza andare a vietare le
organizzazioni islamiche, che si ispirano ad una dottrina di gran lunga più
totalitaria e intollerante del Nazismo stesso. Non a caso Al-Husayni fu
l’assoluto protagonista della nascita del moderno fondamentalismo islamico e
della lotta armata (’intifadah) contro gli ebrei, condotta oggi da numerose
organizzazioni terroristiche islamiche. Egli fu un visionario crudele che in
nome del nazionalismo arabo e dell’antisemitismo strinse un’alleanza tattica
con il nazismo, in forza della quale 100.000 musulmani combatterono come
volontari nelle divisioni tedesche. Fu tra i più accesi sostenitori della
Soluzione Finale, si macchiò direttamente di atti feroci quale il sabotaggio dei
negoziati tra i nazisti e gli Alleati, per la liberazione di prigionieri
tedeschi in cambio della fuga verso la Palestina di 4000 bambini ebrei,
destinati alle camere a gas. Dopo la guerra, scampato a Norimberga, al-Husayni
si divise tra l’Egitto, dove rinsaldò i rapporti con Sayyid Qutb e Hasan
al-Bannah, rispettivamente il teorico e il fondatore dei Fratelli musulmani, e
Beirut, dove pose sotto la sua ala protettiva un giovane che negli anni
successivi diventerà un protagonista della politica mediorientale: Yasir
‘Arafat».
La prefazione
sarà curata da Magdi Allam. Come è avvenuto l’incontro con lui?
«La Stima che mi
avvicina al grande Magdi Cristiano Allam è profonda. Il nostro incontro
“fatale” è stato lo scorso 7 giugno 2015, in quel di Milano, durante un
incontro-dibattito politico-culturale organizzato dal Fronte Nazionale per
l’Italia (il nuovo partito “nato dal basso” che, democraticamente, sta andando
a colmare quel vuoto elettorale equiparabile, a detta dei sondaggi, al 60%
degli aventi diritto). È stato “amore a prima vista”: l’unità d’intenti e
d’ideali è stata tale che, già dopo pochi minuti, Magdi mi aveva già assicurato
la prefazione per il mio prossimo saggio».
Nel saggio,
definisci l’Islam “Incostituzionale”. È una dichiarazione forte, ma da quali
elementi normativi è suffragata questa tua affermazione?
«Oggi,
assistiamo sovente ad una visione della Costituzione italiana, come nominata a
sostegno della laicità dello Stato, incredibilmente, però, questo accade solo
in funzione anticristiana. L’Islam è anticostituzionale perché predica concetti
ed ideologie contrari ai principi costituzionali fondamentali, in tema di
rispetto per la vita ed uguaglianza tra le persone (anticostituzionalità
sostanziale); nonché per la mancanza d’Intesa tra Stato italiano ed Islam
(anticostituzionalità normativa). Ecco alcuni esempi pratici, puramente a
titolo esemplificativo, di altri articoli (oltre all’ormai noto art.8) della
Costituzione che, più nello specifico, sono in netto contrasto con l’Islam:
– Art. 2 Cost:
“… i diritti inviolabili dell’uomo …”, che sono totalmente diversi nella
religione islamica, tanto da aver creato una propria carta, la Dichiarazione
islamica dei diritti dell’uomo, proclamata il sabato 19 settembre 1981 presso
l’UNESCO a Parigi.
– Art. 3 Cost:
“pari dignità sociale … senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione”; nel Corano, invece, è sancita la superiorità dell’uomo sulla donna
e del musulmano sul non-musulmano.
– Art. 13 Cost:
“La libertà personale è inviolabile, può essere limitata solo con atto motivato
dell’Autorità Giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge . …” ;
nella Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo, invece, la libertà
individuale viene subordinata alla shari’a.
– Art. 27 Cost: “Non
è ammessa la pena di morte …” ; nell’Islam, invece, è imposta per apostati,
adulteri ed omosessuali; tale imposizione, mai messa in discussione da nessun
organo dirigente islamico, è confermata da tutte e quattro le scuole coraniche
e, pertanto, attendibile;
– Art. 29 co. 2
Cost: “Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei
coniugi”;
– Art. 30 co. 1
Cost: “il dovere-diritto di entrambi i coniugi di educare i figli..”;
– Art. 30 co. 3
Cost: “per la tutela dei figli naturali”.
Oltre al
contrasto con dette norme fondamentali della Costituzione, vi è un altro
duplice problema, certamente, non meno rilevante, riguardante la legittimità e
la gerarchia delle fonti, in quanto la Shari’a funge da “legge” per i
mussulmani, a prescindere dalla loro nazionalità».
Oriana
Fallaci, ex partigiana, ha combattuto l’Islam esattamente come combatteva il
nazifascismo. Eppure, dalla sinistra è stata considerata una “traditrice”. Come
si può spiegare l’antifascismo abbinato al filoislamismo della sinistra?
«La grande
Oriana, che nel saggio in questione chiude con le sue citazioni ogni capitolo,
è quasi da ringraziare per le grandi verità che tramandò a noi (oggi come ieri)
poveri buonisti. Mi trovo perfettamente d’accordo con la Fallaci (e con i grandi
autori citati poco fa): bisogna svegliarsi e rendersi conto che la nostra
utopia (o quella di qualcuno …) ci farà ritrovare molto presto in una guerra
dove non saremo padroni a casa nostra. La tolleranza è la base della
democrazia; tuttavia, essa non deve mai tradursi nel buonismo relativista
radical-chic, tipico della Sinistra Italiana di oggi. Aristotele diceva che
“l’apatia e la tolleranza sono le ultime virtù di una società morente”.
L’integrazione va bene, purché sia tale, ma ad oggi mi sembra che questa
volontà non si sia mai palesata. “Integrazione” vuol dire adattarsi alle regole
del Paese ospitante. Pericle (il “Padre della Democrazia”) se fosse vissuto ai
nostri giorni si sarebbe sentito chiamare “razzista”, “xenofobo”, “omofobo”
finanche “islamofobo”. La Sinistra italiana, tanto brava a sventolar bandiere
rosse in piazza a difesa della libertà, non è capace di capire che l’Islam ne è
oggi la più grande minaccia. Questo discorso è da farsi nei confronti dei
“militanti” della Sinistra italiana; per i vertici, ci sono ben altri interessi
dietro … ma questo è un altro discorso».
Esiste un
pericolo terrorismo in Italia, oltre che in Europa?
«Ovvio! I
numerosi arresti, le iscrizioni nel registro degli indagati nelle varie Procure
italiane, nonché i bigliettini dell’Isis che girano sornioni e spaventosi su
facebook, parlano chiaro. Smettiamola di dire “io conosco tizio che è
mussulmano ed è una bravissima persona”: non si può (e non si deve) ragionare
sulle eccezioni, soprattutto dinanzi a simili pericoli. Se ancora qualcuno si
ostina a dire che non tutti i mussulmani sono terroristi, certamente dovranno
darmi atto che, quantomeno, tutti i terroristi sono islamici».
Sarebbe
pronto e disponibile ad un dibattito con Khalid Chaouki del PD?
Io sì … non so
lui, semmai!»
Dr Antonio Giangrande
099.9708396 – 328.9163996
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