A proposito di
Mafia e Terrorismo islamico.
L’opinione del dr Antonio Giangrande, scrittore, sociologo
storico, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
A proposito delle vittime della Mafia e del Terrorismo
islamico ed i soliti pregiudizi idioti. Per una volta, noi meridionali d’Italia
vittime del razzismo becero ed ignorante, mettiamoci nei panni di quei mussulmani
che terroristi non sono.
Il 19 marzo 2016 i media parlano della cattura di Salah
Abdeslam, il terrorista islamico detto «la bestia», capo del commando che la
sera del 13 novembre 2015, al grido di «Allah Akbar», assaltò a Parigi il
Bataclan. In quella discoteca rimasero a terra i corpi di 93 persone. Per
quattro mesi un quartiere islamico, Molenbeek, gli ha fatto da rifugio. Molenbeek,
quartiere islamico di Bruxelles, a meno di un chilometro dal Parlamento
Europeo. Cosa sono a Molenbeek, tutti terroristi,
o anche solo estremisti, o solo gente ignara della presenza del terrorista? La
risposta perentoria la dà Alessandro Sallusti su “Il Giornale” del 19 marzo
2016. “No, sono quelli che in molti definirebbero «islamici moderati»,
«integrati», «fratelli in altra fede» - dice Sallusti -. Sono l'equivalente di
quei «cittadini onesti» che in Sicilia hanno protetto nell'omertà la latitanza
di Totò Riina e Bernardo Provenzano, i capimafia ricercati per anni in tutto il
mondo che se ne stavano tranquillamente a casa loro”.
Certo ci ricordiamo le immagini di quando, in talune città
del Sud Italia, alla cattura di qualche malvivente, in sua difesa, i suoi pochi
amici e parenti si frapponevano alle forze dell’ordine. Non vuol dire, però,
che il resto della cittadinanza fosse criminale e ne agevolasse la latitanza.
Certo è che l'islam è una religione, ma anche una setta:
non esiste il giusto o sbagliato, il bene o il male. Vale solo «o con me o
contro di me». E chi è contro è un infedele.
Ma questo vale, a ragion del vero, anche per il comunismo.
Il comunismo è anch’esso una religione-setta, ma ce ne passa a considerare
tutti i comunisti come terroristi durante gli anni di piombo con i morti
ammazzati dalle Brigate Rosse.
L’assioma vale, addirittura, per l’idiotismo. Sì perché
dell’idiotismo si fanno partiti politici che vanno per la maggiore.
Incompetenti tuttologi mediatici. Se non si è padano si è meridionale o mussulmano
terrorista. Fa niente se tra i padani ci sono gli stessi trapiantati arabi,
africani e meridionali, la cui propria origine denigrano richiamando mafiosità
e islamicità terroristica. Qualcuno dice che le altre religioni (ebrei,
buddisti, ecc.) e le altre comunità (cinesi, filippini, ecc.) non si sentono
per niente: dove li lasci, lì li trovi. Forse, perché, come gli scandali al
nord, non si ha interesse a parlarne e la devianza, quando non è islamica o
meridionale, non fa notizia?
Tra Mafia e Terrorismo Islamico, certamente nessuno deve
dimenticare il terrorismo di Stato: le morti per l'ingiustizia, come per la
sanità, o per la povertà e l'emarginazione.
Noi meridionali d’Italia che non siamo mafiosi e non siamo
complici dei mafiosi (tipo Riina o Provenzano) né siamo collusi con gli
antimafiosi che le aziende le mettono ko
in nome dell'antimafia politica e dell’espropriazione proletaria; noi
che non siamo tali ma additati come se lo fossimo, cosa penseremmo se qualche
idiota dicesse che, per difendere la propria sicurezza, si dovrebbe andare a
bombardare da Roma in giù tutto il Sud Italia come si farebbe in Siria o in
Libia, perchè a Napoli come a Palermo son tutti mafiosi per antropologia? O cosa
penseremmo se si dicesse che si dovrebbero cacciare tutti i meridionali dal
meridione d’Italia, perchè sono biologicamente e culturalmente mafiosi, come si
vorrebbe fare in Europa con tutti i mussulmani, considerati, da questi idioti, tutti
terroristi?
La risposta sarebbe: queste idiozie lasciamoli uscire
dalle bocche dei soliti noti. Ma altrettanto idiota sarebbe appoggiare la
cazzata opposta del falso buonismo: accogliamo pecore e porci, anche quando non
siamo in grado di ospitarli e di sostentarli ed in nome della multiculturalità
rinunciamo in casa nostra alla nostra cultura, ai nostri usi ed alle nostre
tradizioni.
Basterebbe, per buon senso, per difenderci da mafia e
terrorismo islamico, solo esercitare i dovuti controlli all’entrata e far
rispettare le leggi durante il soggiorno, inibendo, così, le speculazioni politiche
della destra e le speculazioni economiche della sinistra. Speculazioni create
ad arte per gli italioti.
Dr Antonio Giangrande
099.9708396 – 328.9163996
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