Inchiesta. La polemica sulla nomina dei presidenti di seggio e degli
scrutatori.
E’ solo una guerra tra poveri.
Ogni anno, dappertutto in Italia ad ogni tornata
elettorale, vi sono aspettative e delusioni e si scatena la tradizionale bagarre
sulla nomina degli scrutatori e dei presidenti di seggio, col corollario di
polemiche ed accuse contro i nominati.
L'accusa più ricorrente è che a svolgere le funzioni
di scrutatore e presidente di seggio siano più o meno sempre gli stessi
raccomandati.
Dichiarazione di Antonio Giangrande, presidente della “Associazione
contro tutte le mafie”, noto autore di saggi pubblicati su Amazon, che
raccontano questa Italia alla rovescia. «E’ come se l'ufficio di collocamento
fosse gestito dai partiti politici, e ogni partito potesse fare assumere un
certo numero di lavoratori, in base alla percentuale di voti ottenuti. Sarebbe
ovviamente uno scandalo: ma è proprio questo che avviene con le attuali
modalità di nomina. La differenza risiede solo nella durata dell'occupazione,
ma la sostanza dell'ingiustizia è la stessa. Ma ci sono altri aspetti
importanti da valutare. Facciamo chiarezza. Cominciamo dagli scrutatori che dal
2005 vengono scelti non più tramite sorteggio ma per nomina diretta da un
comitato elettorale costituito da soggetti politici, i cui criteri di
scelta sono discrezionali. Quindi per farsi scegliere bisogna presentare a loro
le proprie referenze. Qualcuno, per orgoglio, non si abbasserà a tanto, ma è
anche vero che la conoscenza conta, anche solo dei motivi della scelta necessaria
rispetto ad altri candidati. Cosa diversa è per la nomina dei presidenti di
Seggio-Sezione. In questo caso la scelta spetta al presidente della Corte
d'Appello competente per territorio. In più vi è una circolare del 2009 del
Ministero dell'Interno che, per limitare il verificarsi di problemi in un ruolo
comunque delicato, di fatto invita a favorire chi, in passato, ha già
svolto bene l'incarico, senza commettere errori o irregolarità. Per questo salta
all’occhio la periodica nomina di alcuni presidenti di Seggio, evidentemente
capaci, e questo unito al fatto che ai suddetti presidenti sono aggregati i
soliti segretari da loro nominati (molte volte loro parenti). Spesso gli
incarichi di segretario e presidente si alternano tra loro, ma da fuori sembra
che sia sempre uguale ed ecco spiegato come mai, sopratutto nei piccoli
comuni, vengano percepiti come "sempre gli stessi". Quello che la
gente dovrebbe sapere, però, prima di incorrere in qualunquistici luoghi comuni
è che le elezioni sono una cosa seria e gli adempimenti burocratici sono
onerosi e dispendiosi. Il collegio deve essere formato da gente capace e dedita
all’incarico. A volte ci si trova a dover coordinare persone svogliate, o che
non sanno, o non possono, per handicap, o non vogliono scrivere. In questo modo
l’ingranaggio si inceppa e la gente fuori fa la fila, impedita a votare. Gente
che guarda caso si da appuntamento all’orario dello struscio e si accalca
sempre negli orari di punta che sono sempre gli stessi: il pomeriggio tardi e
la prima sera. E poi c’è che il sabato molti dei nominati non si presentano ed
allora bisogna che il presidente chiami il primo soggetto disponibile che ha di
fronte, la cui capacità è tutta da dimostrare. Per gli assenti della domenica,
poi, non vi è sostituzione ed allora il collegio è monco. Ancora una cosa la
gente non sa. Non è il far votare che stanca, ma l’aspetto burocratico con la redazione
dei doppi verbali ed il bilanciamento dei numeri e la formazione dei pacchi. Inoltre
vi è l’incognita dei rappresentanti di lista. Situazione da monitorare. Molti
rappresentanti di lista sono nominati apposta per falsare od intralciare il
regolare andamento della votazione. Ecco perché, spesso, le polemiche sono
montate ad arte, specie se a presiedere il seggio vi è qualcuno non propenso ad
agevolarli. Comunque le strumentali o fondate diatribe circa la nomina è solo una
guerra tra poveri. Un solo dato attinente le ultime elezioni. Preparazione
seggio al sabato dalle ore 16,00. Un paio di ore, se non tre, per autenticare le schede elettorali
(bollatura e firmatura) e tutti gli altri adempimenti. La domenica apertura
alle ore 07,00, ma con rientro almeno mezzora prima per istruire gli
scrutatori. Cosa che nessun comune fa nei giorni precedenti al voto. Termine
votazione alle ore 23,00. Spoglio e chiusura dopo almeno 3 ore. Ricapitolando: 3
ore al sabato ed una ventina la domenica. Sono 23 ore di lavoro impegnativo e
di responsabilità, ricoprendo la qualità di pubblico ufficiale. Si percepisce
96 euro (un decina in più per il presidente). Fate i conti: 4 euro circa ad
ora. La dignità e l’orgoglio imporrebbe a questo punto rendersi conto che è
inutile alimentare una guerra tra poveri e favorire il clientelismo sostenuto
dalle nomine, ma ribellarsi al fatto che ci hanno ridotto ad anelare quei 4
euro l’ora per una sola e misera giornata.»
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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