sabato 26 maggio 2012

La liturgia antimafia.

«Da presidente nazionale di una associazione antimafia è una vergogna non essere invitati ad alcuna celebrazione istituzionale o scolastica dedicata ai martiri della mafia: tra cui Falcone e Borsellino. Questo pur essendo il massimo esperto della materia. Questo perché noi non seguiamo la logica nazionale delle celebrazioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, specialmente fatta da chi ne ha causato la morte. Perché non ci associamo alla liturgia di questa antimafia che poi è forse solo propaganda. Si farebbe cosa nobile, invece, svelare la verità sulla loro morte e disincentivare tutti quei comportamenti socio mafiosi che inquinano la società italiana. Come si farebbe onore alla verità svelare chi e come paga l’andabaran di carovane e carovanieri. In riferimento all’attentato di Brindisi ed a tutte le manifestazioni di esaltazione di un certo modo di fare antimafia di parte e di facciata, denuncio l’ipocrisia di qualcuno che suggestiona e manipola la mente dei giovani per indurli ad adottare comportamenti miranti a promuovere una verità distorta su chi e come fa antimafia» Questa è la denuncia del Dr Antonio Giangrande, presidente nazionale de “L’Associazione Contro Tutte le Mafie”. «Brindisi e Mesagne e l’intero Salento sono diventate tutto d’un tratto terra di mafia e di mafiosi e per gli effetti sono diventate palco promozionale per carovane e carovanieri proveniente da ogni dove, da cui noi prendiamo assolutamente le distanze. Mesagne e Brindisi e tutto il Salento non hanno bisogno di striscioni in sparute manifestazioni o di omelie religiose per fare ciò che deve essere fatto: sia in campo istituzionale, sia in campo sociale. Gli studenti, con la mente vergine ed aperta, non devono essere influenzati da falsi pedagoghi catto-comunisti, sostenuti da sindacati e movimenti di sinistra, che inducono a falsi convincimenti di tipo ideologico. La lotta alla mafia è un’altra cosa: è conoscenza senza censura ed omertà scevra da giudizi preconcetti».

lunedì 21 maggio 2012

L’E-Book, un nuovo modo di fare cultura.

E’ su Amazon il libro
su Sarah Scazzi. Il libro di successo, indicato da Wikipedia come riferimento
sul delitto di Avetrana, è contenuto nella collana editoriale “L’Italia del
Trucco, l’Italia che Siamo”, composta da
una quarantina di titoli. Le opere sono tradotte in tutte le lingue e diffuse
in tutto il mondo. Antonio Giangrande, autore ed editore dell’immane lavoro
letterario frutto di 20 anni di lavoro, ha tratto ispirazione dalle ritorsioni
subite oltre che dall’ingiustizia e dall’omertà imperante.
Nei suoi scritti sono
affrontate tutte le tematiche sociali e riporta tutto quanto non si dice sulle
città italiane più importanti. Basta immettere il nome dell’autore nella
ricerca ed il menù è servito.

sabato 5 maggio 2012

Amministrazione della Giustizia e responsabilità civile dei magistrati.

Laposizione di un addetto ai lavori.
La veritàdi Matteo Di Giorgio. Il magistrato di Taranto arrestato dalla Procura diPotenza. Quello che la stampa non osa riportare. Così come fanno tutti igiornalisti locali e nazionali con il dr Antonio Giangrande, soverchiato damagistrati indegni della toga che indossano e coperti mediaticamente dagiornalisti omertosi. La verità del magistrato Matteo DiGiorgio dopo l'arresto pubblicate in video ed in testi alla pagina territorialedi Taranto su www.telewebitalia.eu.Cose che Giangrande è da anni che le grida al mondo, accusando infamiritorsioni. Giudici contro. Della serie: anche i sostituti procuratori dellaRepubblica di Taranto provano l’onta dell’ingiustizia e subiscono la gognamediatica. La voce agli imputati, presunti innocenti, in un sistema dove vocenon hanno. La sua Verità di giudice arrestato e buttato nella bolgia infernalecome i comuni mortali a provare la legge del contrappasso. Bene Matteo DiGiorgio ha dichiarato: «Il procedimento che mi riguarda prende le mosse proprioda una denuncia di Italo Pontassuglia, 22 settembre 2007. In questa denuncia,signori, si dice di tutto sul mio conto. Non si parla delle sciocchezze chesono emerse nell’ordinanza, perché poi vedremo sono comunque delle sciocchezze,anche se fossero vere e non lo sono. Ora, io non ho molto tempo per spiegarvi l’enormità,però devo far notare che quello che dice Pontassuglia è smentito da tutti gliatti del processo. Amministratore di fatto significa prendere le decisioni inluogo dell’amministratore formale, di colui il quale il Sindaco, o la Giunta, oil Consiglio Comunale, si sostituisse di fatto agli stessi. Ebbene. Signorisapete quante intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno visto oggetto lapersona del sottoscritto? Quasi cinquantamila. E io dico, meno male che ci sonole intercettazioni. Dico meno male che ci sono le intercettazioni, perché dalleintercettazioni non è emerso nulla. Perché la procura di Potenza, consentitemi daquesta vicenda è strabica. Perché da un lato ha messo sotto processo RoccoLoreto per la minaccia rivolta a mio figlio, dall’altra ha arrestato me perché hodetto “ha minacciato mio figlio”. Io sono stato arrestato perché mi si dice “nonè vero, tu hai diffamato Loreto, dicendo che ha minacciato tuo figlio”. Questoè l’oggetto dell’arresto mio, signori. Questo è. Ed è la prova che ho detto chec’è una certa contiguità tra gli investigatori ed i miei denuncianti. Volete un’altraprova? La disponibilità dell’ordinanza in originale. Questa è una copia dell’originale.E’ una copia che qualcuno ha avuto al più tardi il 18 novembre 2010, cioè unasettimana dal mio arresto, quando l’ordinanza era coperta dal segretoistruttorio. E sapete da dove proviene questa ordinanza? Signori, sta scrittoqua. E’ il signor Pontassuglia Italo: il mio denunciante. Questo è un avviso diaccertamento tecnico irripetibile notificato il 15 novembre 2010 a Pontassuglia.Questo significa che Pontassuglia ha creato questo file, ha avuto l’ordinanzaal più tardi il 18 di novembre 2010. Questo significa che una settimana dopo ilmio arresto il mio accusatore aveva l’ordinanza. Chi gliel’ha data? Io certono. Signori, questo è agli atti del processo, poi tutto il resto è inutilmente,perché a Potenza le porte sono chiuse. Questa è la prova che Pontassuglia hauna corsia preferenziale con Potenza, perché non può che averla ricevuta daPotenza. Non sono sospetti, questa è una prova. Io ho denunciato Potenza. Cisarà un motivo se io ho denunciato gli Uffici giudiziari di Potenza. Perché aPotenza non sono tutelato. Io ho detto alla dottoressa Triassi, ho detto,quando mi ha fatto una valutazione giuridica, ho detto lei mi fa paura, hodetto. Come cittadino io ho paura di lei. Sapete perché? Perché quando laCassazione ha annullato il capo d’imputazione della vicenda Coccioli, ha dettola Cassazione “me la date sta prova che Di Giorgio sta d’accordo con l’amministrazionecomunale?”. E s’è rifatta l’udienza. Viene la dottoressa Triassi e dice “eccola prova dell’accordo”. La prova dell’accordo è questo. In una telefonata trail dottor Di Giorgio e l’assessore allo Sport, si tratta di Alfredo Cellammare,che nei 6 mesi successivi al fatto, in cui io ed Alfredo Cellammare parliamo ditutt’altra cosa. Non parliamo del contributo, parliamo di tutt’altro. E dice ladottoressa Triassi “ecco, questa è la prova che Di Giorgio e Cellammarre siconoscono. Io gli ho detto “guardi che avrebbe potuto chiedermelo, glielo avreidetto io, perché ci conosciamo da quando avevamo i calzoncini corti. Ma se laprova del concorso in un reato, scusatemi devo fare un discorso tecnico,risiede nel mero rapporto di conoscenza, allora io sono complice di tutti ireati commessi dai castellanetani, perché li conosco un po’ tutti. Quindi io verròchiamato a rispondere in qualsiasi reato possa commettere un castellanetano.Questa è un anormità; un’aberrazione giuridica. E io alla dottoressa Triassidissi” lei mi fa paura. Io ho paura di una che ragiona così. Come uomo”. Separliamo dell’amministrazione della Giustizia dobbiamo uscirne, se ciascuno dinoi recupera il proprio ruolo. Che cosa voglio dire: la nostra magistraturavive di correnti, di amicizie. Io non sono iscritto a nessuna corrente ed hosbagliato, perché se fossi stato iscritto, non mi sarebbe successo niente. Velo dico!! No, forse bisognerebbeanche avere il coraggio in Italia, io lo dico contro tutta la categoria, diintrodurre il principio della responsabilità civile del magistrato, perché io devoavere paura di sbagliare. Ci devo pensare cento volte prima di far qualcosa. Perchésignori il magistrato ha il compito più alto: decide della libertà dellepersone; ha in mano la vita delle persone. Tutti possono sbagliare, ma purchèci sia la buona fede e purchè ci sia il rispetto di alcune regole. Spesso ciònon avviene. L’altro giorno a chi a detto, e rispondo a quest’avvocato, che ilrinvio a giudizio, parlo dell’avvocato Giuseppe Clemente, faccio nome ecognome, Clemente, il quale impazza su Facebook contro di me dicendo delle coseinvereconde, delle quali io mi vergognerei. Quest’avvocato ha detto che unrinvio a giudizio è praticamente una affermazione di responsabilità penale.Ecco vorrei ricordare all’avvocato Clemente che in Italia ancora esiste l’articoloventisette della Costituzione e quindi la presunzione di innocenza,tecnicamente di non colpevolezza, e che questa presunzione vale fino al terzogrado di giustizia. Io ancora non sono stato giudicato e gli ricordo RanieroBusco. Ce l’ho qua. L’altro giorno. E’ stato condannato in primo grado aventotto anni di reclusione. E’ stato assolto dalla Corte d’Appello. Buon perlui che non sia stato sottoposto alla misura cautelare. Però io vi voglioleggere soltanto un passo di un’intervista di Raniero Busco, che la dice tutta.“Cosa ha imparato da questo processo? Che in queste aule non si trova niente diumano. Ognuno è proiettato a salvaguardare la propria idea, la propriaposizione. Nessuno è disposto a fare un passo indietro in nome della verità.Questa sentenza però mi restituisce un po’ di fiducia nella Giustizia”. Ed è quelloche dico io: perché a fronte di tutto ciò che è emerso dal processo potentino,dei tentativi di inquinamento, dei tentativi di agganciare i testimoni, non èsuccesso niente. Perché ciascuno si innamora della propria posizione e ladifende fino alla fine anche contro l’evidenza dei fatti. E questo unmagistrato non lo deve fare mai. Il magistrato deve avere l’onestà di dire “hosbagliato, faccio un passo indietro” e non deviare da alcune regole che sonoindefettibili e che a Potenza sono state violate. Io lo dico qua perché l’hogià detto, l’ho già scritto e non posso tediarvi, perché è tardissimo, se no lofarei volentieri. E vi dimostrerei tutte le violazioni che sono avvenute nelmio caso. Tutte.»
Ogni commento è superfluo:basta non essere dalla parte sbagliata
Autorizzatialla pubblicazione. Il contatto è pubblico ed amicale. Se disturbo rispondi“Cancella”.
Dr Antonio Giangrande
Presidentedell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396 – 328.9163996

mercoledì 25 aprile 2012

Un sito web di promozione turistica dell’Italia.


Un sito web di promozione turistica dell’Italia.
Serve un sito internet all’altezza dell’Italia, scrive Gian Antonio Stella su “Il Corriere della Sera”. Antonio Giangrande: il sito web c’è www.telewebitalia.eu , oltretutto senza oneri per lo Stato, ma tutti lo ignorano.
Secondo il giornalista del Corriere cinque mesi abbondanti non sono bastati alla squadra del ministro del Turismo, Piero Gnudi, per rimuovere certe macerie del sito «italia.it», il portale da tempo immemorabile messo in cantiere prima dal governo Berlusconi, poi dal governo Prodi (memorabile lo spot in english-romanesco di Francesco Rutelli di invito agli stranieri: «Pliz, vizit Italy»), poi ancora dal nuovo governo Berlusconi e da Michela Vittoria Brambilla. La quale, dopo avere cambiato il logo scelto dal predecessore perché le pareva un errore la forma della «t» di Italia (titolo del Giornale : «La Brambilla cancella il "cetriolo" di Rutelli») aveva portato a compimento il faticosissimo cammino del sito web, costato ai vari governi nel complesso l'enormità di 35.451.355 euro, con alcune scelte contestate. Basti ricordare la home page della versione cinese dove spiccavano le foto prese col copia-incolla dal sito cinese dell'Emilia Romagna con il risultato che pareva che non solo la capitale fosse Bologna (con tanto di mappa con le freccette e di panoramica della città) ma che l'intero nostro Paese fosse riassumibile così: parmigiano, prosciutto, Ferrari e Ducati. Una «svista» che, dopo le pubbliche denunce, è stata rimossa. «Per favore - dice Stella - vista l'importanza di Internet per il turismo (il solo sito TripAdvisor ha 35 milioni di recensioni e 29 milioni di visitatori al mese ) potremmo una buona volta metterci una pezza?»
«Basterebbe – risponde Antonio Giangrande, autore della collana editoriale “L’Italia del Trucco, l’Italia che siamo” con 40 libri all’attivo, e presidente di Tele Web Italia – non essere altamente autoreferenziali e prestare maggiore attenzione a ciò che vi è sul web e che non sia a se stessi o al sistema di potere riconducibile. Essere slegati dal sistema editoriale od istituzionale, con oneri per lo Stato, non vuol dire non produrre prodotti di alta qualità. Il nostro portale turistico ha ampi consensi e visite da tutto il mondo. In Italia per essere credibile e pubblicizzato devi per forza allattare dalle mammelle statali».
Autorizzati alla pubblicazione. Il contatto è pubblico ed amicale. Se disturbo rispondi “Cancella”.
Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
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lunedì 23 aprile 2012

A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI E DI TASSE IN CAMBIO DI SERVIZI


A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI E DI TASSE IN CAMBIO DI SERVIZI
Esame di Stato del concorso di abilitazione per diventare avvocato.
Magistrati strabici. L’esempio è il concorso pubblico per direttore generale alla Camera di Commercio di Taranto. Vince un alto dirigente del Tribunale di Taranto, parte l’esposto, il Pm chiede l’archiviazione, il Gip la respinge. Colpo di fortuna per la vittima. Generalmente in Italia il Gip si adegua alle richieste del Pm e le eventuali magagne sono coperte.  
La mia testimonianza a futura memoria.
Sono ANTONIO GIANGRANDE, nato in Italia ad Avetrana provincia di Taranto, cittadino italiano di professione Presidente della “Associazione Contro Tutte le Mafie”, sodalizio antimafia riconosciuto dal Ministero Interni, residente in Italia, Avetrana (TA), via Manzoni, 51 (telefono 0039+099 9708396; telefax 0039+099 9708396 cell. 328 9163996 e-mail presidente@controtuttelemafie.it), e per gli stessi motivi della medesima denuncia già ricorrente presso la Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
Il sottoscritto denunciante dal 1998 a tutt’oggi partecipa all’esame di abilitazione forense presso il distretto di Corte d’Appello di Lecce.  Da subito ho presentato esposti e denunce contro il concorso che reputo truccato, tanto palesi erano e sono le anomalie e gli abusi nazionali sotto gli occhi di tutti. Attività di denuncia che ha portato alla riforma della legge 180/2003: consiglieri dell’Ordine degli Avvocati cacciati dalle commissioni e compiti locali corretti da commissioni di altri distretti di Corte d’Appello. Da qui la mia notorietà nell’ambiente locale e nazionale. Le mie denunce presentate per abuso d’ufficio, falso in atti pubblici ed associazione a delinquere presso gli uffici giudiziari con competenza diretta (in riferimento alle commissioni d’esame) o indiretta (in riferimento all’interesse nazionale) sono state tutte archiviate o insabbiate senza che sia conseguita calunnia.
Le indagini non sono state svolte per i seguenti motivi:
Nelle commissioni d’esame vi erano gli stessi inquirenti o loro colleghi;
Agli inquirenti non appariva verosimile l’ipotesi di un possibile complotto nei miei confronti o comunque per loro non era possibile che un concorso pubblico tal fatto potesse essere truccato;
Le indagini venivano delegate a Polizia giudiziaria locale che dovevano svolgere indagini contro i loro magistrati di riferimento. Questi non avevano la competenza culturale e professionale a svolgere siffatte indagini o comunque vi era collusione-commistione con gli inquisiti, che poi erano i loro magistrati referenti-deleganti locali. In questo modo la mia audizione avveniva nell’assoluta ostilità.
In rapporto alla mia propensione e capacità a tutelare i miei diritti ed in base alla fondatezza e gravità dei fatti in oggetto sono state presentate delle interrogazioni parlamentari da parte di deputati e senatori di tutti gli schieramenti. Inoltre sono stato costretto a presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani, per il fatto che in Italia non ho trovato un ufficio giudiziario che svolgesse le doverose indagini, con disinteresse e senza preconcetti e pregiudizi.
Per gli effetti, dal 2004, dopo la riforma, i miei compiti itineranti sono stati valutati presso le commissioni di vari distretti italiani di Corte d’Appello: da Venezia a Torino, da Palermo a Salerno, Da Catanzaro a Reggio Calabria, ecc.. Da sempre mi è stato dato un voto simile a tutti gli elaborati. A decine di prove scritte (3 per 14 anni = 42) riferenti al parere penale o civile o all’atto giudiziario l’identico voto dato è stato “25” senza alcuna motivazione. Con tali giudizi mi si nega l’idoneità alla prova orale e l’impedimento all’abilitazione.
Potrei farmene una ragione per essere causa del mio male,  se non fosse altro che vi sia una evidente regia dietro alle mie disgrazie:
di fatto i miei compiti non sono stati mai corretti. Affermazione desunta dalla mancanza di correzioni e dalla mancanza di tempo per farlo;
Il presidente di commissione nazionale della sessione 2010, da me è stato denunciato quando prima della riforma ha ricoperto per 3 anni l’incarico di presidente di Commissione di esame di Lecce, a cui ho partecipato, e contestualmente di presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce. Dopo la riforma del 2003, questi, estromesso dagli incarichi concorsuali, è stato nominato membro del Consiglio Nazionale Forense su  incarico istituzionale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce. All’uopo il medesimo è stato nominato addirittura nella sessione di esame 2010 presidente di commissione centrale di esame. Nomina vietata per incompatibilità prevista dalla riforma: i consiglieri dell’ordine locale non possono far parte delle commissioni d’esame. Questìavvocato non è altro che l’espressione a Roma (Longa Manu) del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Lecce. Inoltre quando non è presidente nazionale della sessione d’esame forense è nominato ispettore nazionale. In ogni caso l’avvocato per gli incarichi istituzionali ricoperti ha rapporti con tutti i membri delle commissioni locali, nominati dal C.N.F. in sede di commissione del Ministero della Giustizia, di cui egli fa parte;
Cosa più grave è che il ricorso giudiziario amministrativo, da me presentato nel 2011 avverso il giudizio negativo della sessione 2010 dato dalla commissione d’esame di Palermo ai miei compiti, (metodo di correzione contestato in vari punti in fatto ed in diritto con sostegno giurisprudenziale), è stato rigettato dal Tar di Lecce. Strano, però che per molto meno lo stesso Tar di Lecce ha accolto ricorsi simili, entrando addirittura nel merito, valutando in modo positivo esso stesso l’elaborato. E’ palese la discriminazione attuata in riferimento ai ricorsi sottoposti allo stesso Tar per la stessa sessione e negli stessi giorni.
Da quanto detto si evince, oltre che essere palese la fondatezza delle accuse, si ravvisa anche la extraterritorialità della questione sollevata, in virtù delle tante commissioni coinvolte, compresa quella centrale.
E COMUNQUE SE CIO’ AVVIENE PER ME, NULLA IMPEDISCE CHE CIO’ POSSA SUCCEDERE AD ALTRI.
Ciò rende la presente denuncia non prettamente di competenza territoriale, ma di interesse nazionale.
AI FINI PROBATORI
Tenuto conto che per anni sono stato svenato al fine di produrre in copia migliaia di documenti, senza conseguire risultati, per la presente denuncia si indica esclusivamente come fonte di prova il dossier pubblicato alla pagina web http://www.ingiustizia.info/dossier%20malagiustizia.htm, che tra i suoi allegati raccoglie e contiene tutti i documenti pubblici estrapolati da fonti ufficiali o atti depositati presso uffici pubblici. Documenti non in possesso del denunciante, ma comprovanti nei fatti le mie affermazioni d’accusa. Si va dalla nomina del presidente ai compiti non corretti, dal ricorso al TAR alle sue sentenze contraddittorie e persecutorie, dalle interrogazioni parlamentari al ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani.
Grazie dell’attenzione
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Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396 – 328.9163996 

martedì 17 aprile 2012

ITALIA: RACKET DI STATO

Concussione, Corruzione, Usura Bancaria, Finanziamento illecito ai partiti, Nepotismo e clientelismo, Tassazione eccezionale……Il tutto per mantenere lor signori: il “potere” infedele ed inefficiente. Non paghi le tasse? Loro ti tolgono la vita!

Il bilancio lo danno le imprese che falliscono e gli imprenditori che si tolgono la vita (già 26 da gennaio a marzo dell’anno 2012 secondo la Cgia di Mestre).

Italia: una Repubblica fondata sulle tasse.

«Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Con i servizi» e «Chi vive a spese degli altri, danneggia tutti» (spot tv del fisco: tasse e servizi pubblici ed il parassita)».

Questa è la campagna organizzata dalla Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia contro l’evasione fiscale.

Il primo spot è “Stop a chi vive a spese d’altri”.

Il primo spot dal titolo «Se», è un’animazione in motion graphic e spiega (a qualche cittadino distratto) l’utilizzo del denaro ricavato dalle tasse: a produrre servizi pubblici, dagli ospedali alle scuole, dalle strade ai parchi, ai trasporti. Ma tutto ciò può avvenire se a pagare le tasse sono tutti.
La headline è: «Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Con i servizi».

Il secondo spot è “Chi evade le tasse è un parassita sociale”.

Il secondo spot, ancora più asciutto e didascalico del primo, mostra una serie di slide con immagini di parassiti in natura, mostrando alla fine un volto di un uomo: l’evasore fiscale come parassita della società, che succhia energie, soldi, risorse e accesso ai servizi pubblici a tutta la collettività, senza contribuire al suo sostentamento.

Alla luce degli ultimi eventi, accaduti in questi ultimi mesi, il dr. Antonio Giangrande, scrittore e presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie si chiede se sia proprio il caso di presentare anche questi spot da parte dell’Agenzia delle Entrate. Sembra una presa in giro. Se qualcuno non paga le imposte sui redditi, comunque dall’iva, dalle accise, dalle tasse specifiche, dai contributi previdenziali non si scappa. E comunque gli accertamenti, di cui più della metà all’esame dei ricorsi alle commissioni tributarie risultano infondati, non bastano? Gli italiani oltre al luogo comune di essere mafiosi, devono subire l’onta ed il sospetto di essere anche evasori fiscali? Gli “scienziati” al parlamento perché non prevedono l’assoluta deduzione delle spese dai redditi da parte dei cittadini. In questo modo la fattura è un interesse personale chiederla e si incentivano i consumi e quindi la produzione.

Già. Però c'è tanto da ridire. Da “Fai Notizia” di Radio Radicale una scottante verità. Più di 800 dei dirigenti dell’ente pubblico che vigila contro l’evasione fiscale di cittadini, imprese, partiti ed enti in tutta Italia, è stata scelta in maniera discrezionale, senza criteri di trasparenza.

Inoltre la sanguisuga Statale, che con il suo vampirismo ha prosciugato il sangue degli italiani, nulla fa per giustificare l’eccezionale prelievo. Perché l’Italia oltre ad essere una repubblica fondata sulle tasse è anche fondata sui disservizi, oltre che sull’ingiustizia.

La domanda è: che fine fa l’oceano di soldi che gli italiani versano in quel pozzo che sembra essere senza fondo?

La giustizia allo sfascio, ma questo è risaputo.

La sanità allo sfascio, ma questo è risaputo. Ecc., ecc., ecc.. Insomma non funziona niente, ma tutti sono sovvenzionati. Qualche esempio.

La Provincia di Taranto, Adiconsum e Federconsumatori hanno deciso di avviare una 'class action' contro Trenitalia per l'eliminazione di numerosi collegamenti a lunga percorrenza e notturni da e per Taranto.

Ancora in provincia di Taranto, a Manduria.

L’associazione “Pro Specchiarica” promuove una “Class Action” contro il Comune di Manduria per l’abbandono della sua marina orientale. Un’azione civile di risarcimento per danno di immagine e svalutazione della proprietà, oltre che per danno esistenziale dovuto al degrado ed all’abbandono cinquantennale, in aggiunta alle privazioni subite per omesso investimento di opere primarie e secondarie in zona densamente edificata. Abbandono, degrado e disservizi nonostante milioni di euro incassati da Manduria in un territorio dove ci sono pochi manduriani. Milioni di euro incassati tra oneri concessori, ici, addizionale irpef, tarsu, quota enel, ecc. Il tutto con destinazione vincolata, ma impiegati altrove e per altri scopi.

Ed ancora. Uffici postali in tilt, code e rabbia in tutta Italia. Lunedì 16 aprile 2012 ancora una volta negli uffici postali di tutta Italia si sono create lunghe code, tra rabbia e sconforto dei cittadini arrivati per pagare bollette e fare operazioni sul conto. Il blocco informatico deriva da un problema di connessione al server centrale. "I computer sono in tilt, non riusciamo a fare operazioni", spiegano i dipendenti dietro allo sportello. Qualche sede locale ha messo cartelli per informare i clienti del problema, ma qualcuno prova comunque ad aspettare, e magari si fa pure il giro di più uffici. Da Roma hanno spiegato agli addetti che il blocco potrebbe essere risolto nel giro di poco tempo. E lì gli utenti speranzosi sin dal mattino ad aspettare, con i dipendenti che consigliavano ai clienti di tornare più tardi Alle 13.30 negli uffici postali italiani era ancora tutto bloccato. Connessioni ripristinate pian piano dalle 15. «Per l'ennesima volta tutti gli uffici postali d'Italia sono in tilt per il blocco del sistema operativo informatico.- Lo afferma in una nota alla stampa Mario Petitto, Segretario Generale Cisl-Poste. -Oggi - continua Petitto- gli uffici postali sono pieni di pensionati Inpdap che non riescono a riscuotere la pensione e di cittadini che non riescono ad effettuare alcuna operazione finanziaria agli sportelli. Come sempre in queste occasioni la tensione negli uffici postali è alta ed a farne le spese sono gli incolpevoli lavoratori che non riescono a far fronte alle proteste dei cittadini -, osserva il sindacalista, che aggiunge - ormai le nostre denunce si sprecano ed il silenzio perdurante del management di Poste diventa sospetto. Ci appelliamo pubblicamente al ministro vigilante se non ritiene di fare luce sui perenni disservizi di una Azienda pubblica che eroga servizi pubblici, e ci chiediamo come mai la magistratura non sia ancora intervenuta a cercare di capire dove siano le eventuali responsabilità della continua interruzione di pubblico servizio. Chiediamo inoltre ai rappresentanti dei consumatori - conclude - di tutelare i diritti degli utenti postali così come noi ci sforziamo di tutelare i diritti dei lavoratori che in queste circostanze sono il parafulmine di responsabilità altrui.»

Naturalmente il disservizio riguarda anche l’invio della posta e dei pacchi.

Non è la prima volta e, è facile immaginarlo, non sarà l'ultima. Per l'ennesima volta, come denuncia la Cisl, tutti gli uffici postali d'Italia sono in tilt per il blocco del sistema operativo informatico, e per l'ennesima volta, quindi, questi disservizi finiscono per creare disagi che si allargano a macchia d'olio su tutto il territorio italiano. Il management di Poste italiane, come sempre in questi casi, rimane in silenzio, al contrario degli utenti, costretti a lunghe (e spesso inutili) code e ai pensionati che non riescono a ritirare la propria pensione o ai cittadini che devono inviare lettere e pacchi o fare operazioni finanziarie. Utenti che si ritrovano a protestare contro i lavoratori degli uffici postali. Utenti che hanno perso un’intera giornata per nulla. Rimane, di questa grottesca storia dal sapore troppo antico, il succo, che purtroppo è un succo serissimo, invece, e terribilmente amaro, la triste vicenda di un'azienda pubblica che troppo spesso non sa o non riesce ad erogare un servizio pubblico. Essa come tante altre. “Ed io pago….” è la celebre frase di Totò, spesso ripresa da Striscia la Notizia.

Autorizzati alla pubblicazione. Il contatto è pubblico ed amicale. Se disturbo rispondi “Cancella”.

Dr Antonio Giangrande

Portavoce dell’Associazione “Pro Specchiarica”

www.specchiarica.altervista.org

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

www.controtuttelemafie.it e www.telewebitalia.eu

099.9708396 – 328.9163996

giovedì 12 aprile 2012

CLASS ACTION PER SPECCHIARICA

“L’associazione “Pro Specchiarica” promuove una “Class Action” contro il Comune di Manduria per l’abbandono della sua marina orientale. A tal fine invita tutti i cittadini interessati che ivi hanno terreni, suoli, case, aziende, ad aderire all’azione civile di risarcimento per danno di immagine e svalutazione della proprietà, oltre che per danno esistenziale dovuto al degrado ed all’abbandono cinquantennale, in aggiunta alle privazioni subite per omesso investimento di opere primarie e secondarie in zona densamente edificata. Abbandono, degrado e disservizi nonostante milioni di euro incassati da Manduria in un territorio dove ci sono pochi manduriani. Milioni di euro incassati tra oneri concessori, ici, addizionale irpef, tarsu, quota enel, ecc. Il tutto con destinazione vincolata, ma impiegati altrove e per altri scopi.”

Tutto ciò è uno scandalo ed un abuso che non deve dare assuefazione, ma va denunciato.

L’Associazione “Pro Specchiarica” in base al suo statuto, dove si prevede la promozione, lo sviluppo e la tutela del territorio, propone una “Class Action” contro il Comune di Manduria per l’abbandono della sua marina orientale. L’invito è rivolto a tutti i cittadini che hanno una loro proprietà in tutte le contrade di “Specchiarica”, anche se residenti a Manduria, Avetrana, Erchie, Torre Santa Susanna od in altri comuni anche extraprovinciali, extraregionali o extranazionali.

Tenuto conto del disinteresse mostrato dai giornalisti per questo argomento, si invitano le redazioni di stampa e tv a divulgare tale nota stampa ed altresì a documentare e denunciare finalmente e mediaticamente lo stato di abbandono della costa manduriana, affinchè vi sia maggiore attenzione dedicata sul territorio. Territorio ove vale più la tutela della Macchia mediterranea, che infesta ogni terreno incolto, che i diritti dei cittadini che abitano la zona.

Fatto questo che obbliga od agevola l’abusivismo e costringe i pochi operatori economici ad operare in modo illegittimo. D'altronde ogni iniziativa culturale o ludica, o comunque di spettacolo od intrattenimento, che si vuol organizzare in loco per la delizia dei turisti è impedita per mancanza di posto idoneo dove svolgerla.

Inoltre siamo al paradosso. L’associazione non può essere iscritta all’albo delle associazioni di Manduria, che dista circa 20 Km da Specchiarica, in quanto opera nel territorio manduriano, ma ha sede legale nella limitrofa Avetrana, posta a 6 km dalla stessa Specchiarica. L’associazione non può essere iscritta ad Avetrana in quanto ha sede ivi, ma non opera per quel territorio. L’associazione non può trasferire la sede a Specchiarica, in quanto la zona è mancante di qualsivoglia struttura urbanistica: toponomastica, numeri civici, acqua, fogna, illuminazione pubblica, piazze, marciapiedi, strade, ecc. Cosa questa che inibisce qualsiasi sede fissa.

Dr Antonio Giangrande

Portavoce dell’Associazione “Pro Specchiarica”

www.specchiarica.altervista.org

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

www.controtuttelemafie.it e www.telewebitalia.eu

099.9708396 – 328.9163996