Buon Primo maggio. La festa dei nullafacenti.
Editoriale
del Dr Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, giurista, blogger,
youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie ONLUS, che sul
tema ha scritto alcuni saggi di approfondimento come "Uguaglianziopoli.
L'Italia delle disuguaglianze" e "Caporalato. Ipocrisia e
speculazione".
Il primo
maggio è la festa di quel che resta dei lavoratori e da un po’ di anni, a
Taranto, si festeggiano i lavoratori nel senso più nefasto della parola.
Vogliono mandare a casa migliaia di veri lavoratori, lasciando sul lastrico le
loro famiglie. Il Governatore della Puglia Michele Emiliano, i No Tap, i No
Tav, il comitato “Liberi e Pensanti”, un coacervo di stampo grillino, insomma,
non chiedono il risanamento dell’Ilva, nel rispetto del diritto alla salute, ma
chiedono la totale chiusura dell’Ilva a dispregio del diritto al lavoro, che da
queste parti è un privilegio assai raro.
Vediamo un
po’ perché li si definisce nullafacenti festaioli?
Secondo l’Istat
gli occupati in Italia sono 23.130.000. Ma a spulciare i numeri qualcosa non
torna.
Prendiamo
come spunto il programma "Quelli che... dopo il TG" su Rai 2. Un
diverso punto di vista, uno sguardo comico e dissacrante sulle notizie appena
date dal telegiornale e anche su ciò che il TG non ha detto. Conduttori Luca
Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Mia Ceran. Il programma andato in onda il primo
maggio 2018 alle ore 21,05, dopo, appunto, il Tg2.
«Primo
maggio festa dei lavoratori. Noi abbiamo pensato una cosa: tutti questi
lavoratori che festeggiano, vediamo tutte ste feste. Allora noi ci siamo
chiesti: Quanti sono quelli che lavorano in Italia. Perchè saranno ben tanti
no?
Siamo
60.905.976 (al 21 ottobre 2016). Però facciamo così.
Togliamo
quelli sotto i sei anni: 3.305.574 = 57.600.402 che lavorano;
Togliamo
quelli sopra gli ottant’anni: 4.264.308 = 53.336.094 che lavorano;
Togliamo gli
scolari, gli studenti e gli universitari: 10.592. 685 = 42.743.409 che
lavorano;
Togliamo i
pensionati e gli invalidi: 19.374.168 = 23.369.241 che lavorano;
Togliamo
anche artisti, sportivi ed animatori: 3.835.674 = 19.533.567 che lavorano;
Togliamo
ancora assenteisti, furbetti del cartellino, forestali siciliani, detenuti e
falsi invalidi: 9.487.331 = 10.046.236 che lavorano;
Togliamo
blogger, influencer e social media menager: 2.234.985 = 7.811.251 che lavorano
che lavorano;
Togliamo
spacciatori, prostitute, giornalisti, avvocati, (omettono magistrati notai,
maestri e professori), commercialisti, preti, suore e frati: 5.654.320 =
2.156.931 che lavorano;
Ultimo
taglietto, nobili decaduti, neo borbonici, mantenuti, direttori e dirigenti
Rai: 1.727.771 = 429.160 che lavorano».
Questo il
conto tenuto da Luca e Paolo con numeri verosimili alle fonti ufficiali,
facilmente verificabili. In verità a loro risulta che a rimanere a lavorare
sono solo loro due, ma tant’è.
Per non
parlare dei disoccupati veri e propri che a far data aprile 2018 si contano
così a 2.835.000.
In aggiunta
togliamo i 450.000 dipendenti della pubblica amministrazione dei reparti
sicurezza e difesa. Quelli che per il pronto intervento li chiami ed arrivano
quando più non servono.
Togliamo
ancora malati, degenti e medici (con numero da precisare) come gli operatori del
reparto di ortopedia e traumatologia dell’Ospedale di Manduria “Giannuzzi”. In
quel reparto i ricoverati, più che degenti, sono detenuti in attesa di
giudizio, in quanto per giorni attendono quell’intervento, che prima o poi
arriverà, sempre che la natura non faccia il suo corso facendo saldare
naturalmente le ossa rotte.
A proposito
di saldare. A questo punto non solo non ci sono più lavoratori, ma bisogna
aspettare quelli futuri per saldare il conto.
Al primo
maggio, sembra, quindi, che a conti fatti, i nullafacenti vogliono festeggiare
a modo loro i pochi veri lavoratori rimasti, condannandoli alla disoccupazione.
Ultimi lavoratori rimasti, che, bontà loro, non fanno più parte nemmeno della
numerica ufficiale.
Dr Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico,
giurista, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie
ONLUS. 099.9708396 – 328.9163996
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