Catastrofi
naturali e salute. Fatalismo e prevenzione.
La demagogia
degli scienziati e la sicurezza impossibile.
Prevenzione.
Costi e burocrazia: la protezione irrealizzabile.
Inchiesta
del Dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, giurista, blogger,
youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
Nelle tv
salottiere e sui giornali gli “Esperti” si cimentano a dare le loro opinioni.
"Ormai abbiamo osservato che ogni 4 o 5 anni c'è un sisma che colpisce la
dorsale appenninica. Eppure gli amministratori non fanno prevenzione. Il
risultato è che l'Italia è arretrata come il Medio Oriente: in un paese avanzato
una scossa di magnitudo 6 non provoca crolli e vittime". Mario Tozzi,
geologo e noto divulgatore scientifico in tv, non usa giri di parole contro la
politica che a sette anni dal tragico terremoto dell'Aquila non ha fatto quasi
nulla per prevenire il disastro di questo 24 agosto 2016 ad Amatrice e
dintorni.
Scrive
Maurizio Ribechini il 25 agosto 2016: “Un interessante studio su questo circa
un anno e mezzo fa è stato effettuato dal "Consiglio Nazionale degli
Ingegneri", il quale con una precisa valutazione dei costi economici,
ha calcolato che, fino al novembre 2014, ammontavano a più di 120 miliardi di
euro gli stanziamenti dello Stato per i terremoti verificatisi in
Italia negli ultimi 50 anni: da quello siciliano del Belice nel 1968,
all’ultimo del maggio 2012 in Emilia Romagna, passando per quello del Friuli
del 1976, quello dell'Irpinia del 1980, il primo avvenuto in Umbria e Marche
del 1997, quello del Molise del 2002 e quello dell'Aquila nel 2009. Per una
spesa media annua di circa 2,5 miliardi di euro.
Cifre ancora più elevate sono quelle che fornivano, ormai quattro anni
fa (quindi senza considerare i costi del sisma del 2012 in
Emilia) Silvio Casucci e Paolo Liberatore nel saggio dal
titolo "Una valutazione economica dei danni causati dai disastri
naturali", dove hanno stimato un costo di ben 147 miliardi
di euro, per una spesa media annua di 3,6 miliardi. Tale stima
arrivava da un dossier sul rischio sismico redatto dal Dipartimento della
Protezione Civile che recitava "i terremoti che hanno colpito la
Penisola hanno causato danni economici valutati per gli ultimi quaranta anni in
circa 135 miliardi di euro (a prezzi 2005), che sono stati impiegati per il
ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le
conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico,
artistico, monumentale". Attualizzando tale valore al 2012, si
otteneva un totale complessivo pari a circa 147 miliardi. Ma appunto tale
cifra non considerava i costi della ricostruzione in Emilia. Se vogliamo
contare anche questi, possiamo prendere dei dati ufficiali diffusi dalla
Regione Emilia Romagna nel maggio 2015, che parlavano di 1 miliardo e 770
mila euro di contributi concessi. Ecco pertanto che la somma complessiva
dei costi per i terremoti lievita a circa 149 miliardi complessivi. Ma
quanto sarebbe costato mettere in sicurezza il territorio? L’ex capo della
Protezione Civile, Guido Bertolaso, nei mesi scorsi aveva dichiarato
che per mettere in sicurezza tutto il nostro paese occorrerebbero tra
i 20 e i 25 miliardi di euro. Mentre proprio ieri, l’ex ministro
dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato: "Nel 2012 presentai
un piano da 40 miliardi per la prevenzione, oltre all'assicurazione
obbligatoria per il rischio sismico. Non se ne fece nulla, ma quegli interventi
sono la grande opera di cui abbiamo bisogno". Numerose altre stime
tecniche ed economiche parlano tutte di cifre che oscillano appunto fra i 25 e
i 40 miliardi di euro. Ovvero fra circa 1/3 e 1/4 di quanto abbiamo speso
in 50 anni per ricostruire dopo i terremoti.”
Detto questo
gli esperti omettono di dire che il costo della prevenzione va quasi tutto a
carico del privato, salvo quella minima parte a carico del pubblico, secondo la
sua pertinenza, mentre la ricostruzione, con tutte le sue deficienze, è tutta a
carico del pubblico. Bene. Si dimenticano i cosiddetti esperti che i cittadini
italiani non sono come i profughi, ospitati negli alberghi a 5 stelle e con
vitto gratis. I cittadini italiani hanno bisogno di un tetto sulla testa, anche
abusivo e prevedibilmente pericolante. Abusivo, stante l’incapacità degli
amministratori locali di prevedere un Piano Urbanistico Generale. I soldi son
pochi e non ci sono per lussi, burocrati e prevenzione. L'alternativa al tetto
insicuro sono le arcate dei ponti. Spesso i cittadini italiani, se non ci
fossero i morti a corredo, sarebbero contenti dei terremoti, in quanto
gioverebbero della ricostruzione delle loro vecchie case. Lo stesso vale per le
alluvioni ed altri eventi naturali.
Ed ancora in
tema di prevenzione non bisogna dimenticare poi gli esperti sanitari che ci
propinano consigli sulla prevenzione delle malattie, specie tumori ed infarti.
Impossibile da seguire. E non stiamo parlando delle vecchie ed annose liste di
attesa o dell'impedimento al ricorso del pronto soccorso ormai solo aperto ai
casi pre-morte.
Il 21
gennaio 2016 è entrato in vigore il cosiddetto “decreto Lorenzin”
sull’appropriatezza delle prescrizioni approvato il 9 dicembre 2015. Il decreto
che porterà alla stretta sulle prescrizioni di visite mediche ed esami a
rischio di inappropriatezza ed il giro di vite riguarderà oltre 200 prestazioni
di specialistica ambulatoriale, scrive Rai News. E' stato infatti pubblicato in
Gazzetta ufficiale il 20 gennaio il decreto "Condizioni di erogabilità e
indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza
ambulatoriale erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale". Si
tratta di prestazioni di Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami
di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare. Il decreto Enti
locali da cui scaturisce il DM appropriatezza, prevede che le 203 prestazioni
se prescritte AL DI FUORI DELLE CONDIZIONI DI EROGABILITA' contemplate dal DM
saranno poste A TOTALE CARICO DEL PAZIENTE. Esempio. "Ai fini
dell’applicazione delle condizioni di erogabilità nella prescrizione delle
prestazioni di radiologia diagnostica di cui al presente decreto, per la
definizione del «sospetto oncologico» di cui all’allegato 1, note n. 32, 34,
36, 38 e 40 devono essere considerati i seguenti fattori: 1) anamnesi positiva
per tumori; 2) perdita di peso; 3) assenza di miglioramento con la terapia dopo
4-6 settimane; 4) età sopra 50 e sotto 18 anni; 5) dolore ingravescente,
continuo anche a riposo e con persistenza notturna. Altro esempio.
L'esame del colesterolo totale: le condizioni di erogabilità dell'esame a
carico del Ssn prevedono che sia da eseguire come screening in tutti i soggetti
di età superiore a 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio
cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o eventi cardiovascolari
precoci. Ma in assenza di valori elevati, modifiche dello stile di vita o
interventi terapeutici, si precisa, l'esame è da ripete a distanza di 5 anni.
Per quanto riguarda poi le condizioni di erogabilità delle prestazioni
odontoiatriche, si valuteranno le condizioni di "vulnerabilità sanitaria"
(condizioni sanitarie che rendono indispensabili le cure odontoiatriche) o di
"vulnerabilità sociale" (ovvero di svantaggio sociale ed economico).
Anche per l'erogazione delle dentiere sono previsti gli stessi criteri. Secondo
Costantino Troise, segretario del maggiore dei sindacati dei medici dirigenti,
l'Anaao-Assomed, "da oggi, per sapere come curare, i medici dovranno
leggere la gazzetta ufficiale e non più i testi scientifici".
E dulcis in
fundo ci sono gli esperti dei sinistri stradali. Quelli che dicono è sempre
colpa dell'insobrietà, della disattenzione e della velocità dell’autista.
Questi signori probabilmente non conoscono le cause dei sinistri:
riconducibili
al conduttore (inabilità alla guida permanente o temporanea);
riconducibili
al mezzo (malfunzionamento delle componenti tecniche per tutti i veicoli o
bloccaggio del motore per le moto);
riconducibili
alla strada (sconnessione o ostacoli improvvisi o non segnalati);
riconducibili
ad eventi atmosferici che limitano visibilità o aderenza.
In
conclusione la prevenzione spesso e volentieri è impossibile attuarla per
l’imprevedibilità degli eventi, ma ancor di più per i costi e per la burocrazia
esosa ed assillante ed è inutile che in tv gli esperti ce la menano sulla
prevenzione: la realtà la impedisce.
Dr
Antonio Giangrande Scrittore,
sociologo storico, giurista, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione
Contro Tutte le Mafie.
099.9708396 – 328.9163996
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