Il disastro
ferroviario in Puglia sulla tratta Corato-Andria ed il Binario unico del
giornalismo italiano.
Che fine
hanno fatto la mamma e la figlia trovate morte avvinghiate?
La
puntualizzazione del dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, giurista,
blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
Sono 23 le
vittime del disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio 2016 sulla
tratta Corato-Andria; 52 i feriti transitati dai pronto soccorsi degli
ospedali; 24 le persone attualmente ricoverate, otto dei quali in prognosi
riservata, tra cui il piccolo Samuele che ha 7 anni appena compiuti e che era
con la nonna, morta nell'incidente ferroviario. Non ci sono dispersi. I dati
sono stati ufficializzati in una conferenza stampa che si è tenuta dal
presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dal professor Franco
Introna, primario di Medicina Legale del Policlinico di Bari il 13 luglio 2016
alle ore 14.30. Otto cadaveri individuati da dettagli: anelli, fotografie
o carte che gli infermieri hanno mostrato ai familiari. Per quasi tutti i
giornali Giuseppe Acquaviva è lo sfortunato contadino morto sul suo campo. Per
“Andria Live”, invece, Giuseppe Acquaviva, 59 anni, di Andria, era
disoccupato e viaggiava con la sorella Serafina Acquaviva,
detta Lella, 62 anni, anche lei morta nell'impatto. Per “La Repubblica”,
invece, era un ragioniere. E poi la chicca. Da più fonti e con più interviste
si è parlato che i soccorritori si sono ritrovati anche davanti ad una scena di
due corpi esanimi abbracciati: una madre e sua figlia. I loro nomi, però,
non risultano tra quelli comunicati dalle autorità come vittime riconosciute o
non riconosciute. Sono state ritrovate senza vita una madre e sua figlia,
avvinghiate l'una all'altra in quell'ultimo abbraccio istintivo e protettivo.
Una scena drammatica che i soccorritori si sono trovati dinanzi agli occhi, non
appena giunti sul luogo del disastro, su quel tratto ferroviario a binario
unico che collega Bari a Barletta, in Puglia. A raccontarlo sono gli
stessi soccorritori all'emittente locale Telenorba ed ad altre
emittenti private. Testimonianze su cui hanno ricamato i loro commenti
centinaia di giornalisti. "Erano contro un ulivo, la mamma con il suo
corpo proteggeva la bimba piccola ed erano in posizione fetale. Sono le prime
che ho trovato, in mezzo a teste, braccia, mezzi busti sparsi ovunque sotto gli
ulivi", ha raccontato Marianna Tarantini,
una volontaria del Ser di Corato, una delle prime ad arrivare sul luogo
dell'incidente”. Che sia una bufala a cui tutti ci sono cascati?
Dr
Antonio Giangrande Scrittore,
sociologo storico, giurista, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione
Contro Tutte le Mafie.
099.9708396 – 328.9163996
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