Sarah Scazzi. Sabrina Misseri e Cosima
Serrano. Un Giorno in Pretura e lo scandalo delle motivazioni.
Una giustizia senza vergogna. Comunque la
si pensi sulle responsabilità è giustappunto scandaloso permettere tutto ciò.
La
puntualizzazione del dr. Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico,
blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. Antonio
Giangrande di Avetrana, ha seguito il caso sin dall’inizio e sulla vicenda ha
scritto ben tre libri e pubblicato decine di video.
Roberta
Petrelluzzi è la ideatrice, regista e conduttrice di “Un Giorno in Pretura”. Le
telecamere del programma di Rai Tre sono state le uniche ammesse nell’Aula
Alessandrini del Tribunale di Taranto per riprendere in diretta tutte le fasi
del dibattimento sul processo del delitto di Sarah Scazzi. “Un Giorno in
Pretura” aveva l’onere di distribuire le immagini agli altri media.
Roberta
Petrelluzzi, nella sua peculiarità di testimone privilegiata, ha avuto modo di
seguire con imparzialità il dibattimento di primo grado, non essendo parte nel
processo.
Quindi le sue
parole hanno una certa importanza se pronunciate da chi, con il suo lavoro, di
dibattimenti penali ne ha visionati a migliaia.
Il 25 giugno
2016, al momento dei saluti per l’ultima puntata del ciclo di stagione della
trasmissione televisiva “Un giorno in pretura”, Roberta Petrelluzzi,
conduttrice del programma, ha speso delle splendide parole per Cosima Serrano e
Sabrina Misseri, condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi.
«Voglio
richiamare la vostra attenzione su una vicenda che mi ha molto coinvolta e che
mi sta molto a cuore: la storia di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Le due
donne sono state condannate in primo grado nell’aprile del 2013, e oggi sono in
attesa della sentenza della Cassazione. Ci sono voluti più di 11 mesi dopo il
primo grado per scrivere le motivazioni della sentenza, cosa che è avvenuta
anche per il processo d’appello. Più di 11 mesi. È stata questa la ragione che
una giovane ragazza e sua madre, che si dichiarano disperatamente innocenti,
sono da cinque anni in carcere. E ancora non si può dire la parola “fine” per
una vicenda giudiziaria relativa a un delitto fra i più mediatici dell’ultimo
decennio, dando al termine “mediatico” tutta la valenza negativa che alcune
volte merita.»
Dr
Antonio Giangrande Scrittore,
sociologo storico, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte
le Mafie.
099.9708396 – 328.9163996
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