ESAME
DI AVVOCATO: 17 ANNI PER DIRE BASTA!
La
testimonianza, più unica che rara, di un candidato all’esame di avvocato, che
dopo 17 anni di bocciature si arrende e dice basta.
E’
TUTTA QUESTIONE DI COSCIENZA.
Ognuno di noi è segnato nella sua
esistenza da un evento importante. Chi ha visto il film si chiede: perché la
scena finale de “L’attimo fuggente” , ogni volta, provoca commozione? Il
professor John Keating (Robin Williams), cacciato dalla scuola, lascia l’aula
per l’ultima volta. I suoi ragazzi, riabilitati da lui dalla corruzione
culturale del sistema, non ci stanno, gli rendono omaggio. Uno dopo l’altro,
salgono in piedi sul banco ed esclamano: «Capitano, mio capitano!». Perché
quella scena è così potente ed incisiva? Quella scena ci colpisce perché tutti
sentiamo d’aver bisogno di qualcuno che ci insegni a guardare la realtà senza
filtri. Desideriamo, magari senza rendercene conto, una guida che indichi
la strada: per di là. Senza spingerci: basta l’impulso e l’incoraggiamento.
Antonio Giangrande. Un capitano
necessario. Perché in Italia non si conosce la verità. Gli italiani si scannano
per la politica, per il calcio, ma non sprecano un minuto per conoscere la
verità. Interi reportage che raccontano l’Italia di oggi “salendo sulla
cattedra” come avrebbe detto il professore Keating dell’attimo fuggente e come
ha cercato di fare lo scrittore avetranese Antonio Giangrande.
Chi sa: scrive, fa, insegna.
Chi non sa: parla e decide.
Chissà
perché la tv ed i giornali gossippari e colpevolisti si tengono lontani da
Antonio Giangrande. Da quale pulpito vien la predica, dott. Antonio Giangrande?
«Noi
siamo quel che facciamo: quello che diciamo agli altri è tacciato di mitomania
o pazzia. Quello che di noi gli altri dicono sono parole al vento, perche son
denigratorie. Colpire la libertà o l’altrui reputazione inficia gli affetti e
fa morir l’anima. Il Merito: Valore
disconosciuto ed osteggiato in vita, onorato ed osannato in morte. Alla fine di
noi rimane il nostro operato, checché gli altri ne dicano. E quello bisogna
giudicare. Nasco da una famiglia umile e povera. Una di quelle famiglie dove la
sfortuna è di casa. Non puoi permetterti di studiare, né avere amici che
contano. Per questo il povero è destinato a fare il manovale o il contadino. Mi
sono ribellato e contro la sorte ho voluto studiare, per salire nel mondo non
mio. Per 17 anni ho cercato di abilitarmi nell’avvocatura. Non mi hanno voluto.
Il mondo di sotto mi tiene per i piedi; il mondo di sopra mi calca la testa. In
un esame truccato come truccati sono tutti i concorsi pubblici in Italia: ti
abilitano se non rompi le palle. Tutti uguali nella mediocrità. Dal 1998 ho
partecipato all’esame forense annuale. Sempre bocciato. Ho rinunciato a
proseguire nel 2014 con la commissione presieduta dall’avv. Francesco De Jaco.
L’avvocato di Cosima Serrano condannata con la figlia Sabrina Misseri per il
delitto di Sarah Scazzi avvenuto ad Avetrana. Tutte mie compaesane. La
Commissione d’esame di avvocato di Lecce 2014. La più serena che io abbia
trovato in tutti questi anni. Ho chiesto invano a De Jaco di tutelare me, dagli
abusi in quell’esame, come tutti quelli come me che non hanno voce. Se per lui
Cosima è innocente contro il sentire comune, indotti a pensarla così dai media
e dai magistrati, perché non vale per me la verità che sia vittima di un
sistema che mi vuol punire per essermi ribellato? Si nega l’evidenza. 1, 2, 3
anni, passi. 17 anni son troppi anche per il più deficiente dei candidati. Ma
gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Compiti non corretti, ma ritenuti
tali in tempi insufficienti e senza motivazione e con quote prestabilite di
abilitati. Così per me, così per tutti. Gli avvocati abilitati negano
l’evidenza. Logico: chi passa, non controlla. Ma 17 anni son troppi per
credere alla casualità di essere uno sfigato, specialmente perché i nemici son
noti, specie se sono nelle commissioni d’esame. In carcere o disoccupato. Tu
puoi gridare a squarciagola le ingiustizie, ma nessuno ti ascolta, in un mondo
di sordi. Nessuno ti crede. Fino a che non capiti a loro. E in questa Italia
capita, eccome se capita! La tua verità contro la verità del potere. Un esempio
da raccontare. Ai figli non bisogna chiedere cosa vogliono fare da grandi.
Bisogna dir loro la verità. Chiedergli cosa vorrebbero che gli permettessero di
fare da grandi. Sono nato in quelle famiglie che, se ti capita di incappare
nelle maglie della giustizia, la galera te la fai, anche da innocente. A me non
è successo di andare in galera, pur con reiterati tentativi vani da parte della
magistratura di Taranto, ma sin dal caso Tortora ho capito che in questa Italia
in fatto di giustizia qualcosa non va. Pensavo di essere di sinistra, perché la
sinistra è garantismo, ma non mi ritrovo in un’area dove si tollerano gli abusi
dei magistrati per garantirsi potere ed impunità. E di tutto questo bisogna
tacere. A Taranto, tra i tanti processi farsa per tacitarmi sulle malefatte dei
magistrati, uno si è chiuso, con sentenza del Tribunale n. 147/2014, con
l’assoluzione perché il fatto non sussiste e per non doversi procedere. Bene:
per lo stesso fatto si è riaperto un nuovo procedimento ed è stato emesso un
decreto penale di condanna con decreto del Gip. n. 1090/2014: ossia una
condanna senza processo. Tentativo stoppato dall’opposizione. Zittirmi sia mai.
Pur isolato e perseguitato. Gli italiani son questi. Ognuno dia la sua
definizione. Certo è che gli italiani non mi leggono, mi leggono i forestieri.
Mi leggeranno i posteri. Tutto regolare: lo ha detto la tv, lo dicono i
giudici. Per me, invece, è tutto un trucco. In un mondo di ladri nessuno vien
da Marte. Tutti uguali: giudicanti e giudicati. E’ da
decenni che studio il sistema Italia, a carattere locale come a livello
nazionale. Da queste indagini ne sono scaturiti decine di saggi, raccolti in
una collana editoriale "L'Italia del Trucco, l'Italia che siamo",
letti in tutto il mondo, ma che mi sono valsi l’ostruzionismo dei media
nazionali. Pennivendoli venduti ai magistrati, all’economia ed alla politica,
ma che non impediscono il fatto che di me si parli su 200.000 siti web, come
accertato dai motori di ricerca. Book ed E-Book che si possono trovare su
Amazon.it, Lulu.com. CreateSpace.com e Google Libri, oltre che in forma di
lettura gratuita e free vision video su www.controtuttelemafie.it , mentre la promozione del territorio è su www.telewebitalia.eu.»
Ha
la preparazione professionale per poter dire la sua in questioni di giustizia?
«Non
sono un giornalista, ma a quanto pare sono l’unico a raccontare tutti i fatti.
Non sono un avvocato ma mi diletto ad evidenziare le manchevolezze di un
sistema giudiziario a se stante. La mia emigrazione in piena adolescenza in
Germania a 16 anni per lavorare; la mia laurea quadriennale in Giurisprudenza
presa in soli due anni all’Università Statale di Milano, lavorando di notte e
con moglie e due figli da mantenere, dopo aver conseguito il diploma da
ragioniere in un solo anno da privatista presso un Istituto tecnico Statale e
non privato, per non sminuirne l’importanza, portando tutti i 5 anni di corso;
tutto ciò mi ha reso immune da ogni condizionamento culturale od ambientale. I
miei 6 anni di esercizio del patrocinio legale mi hanno fatto conoscere le
macagne di un sistema che non è riuscito a corrompermi. Per questo dal 1998 al
2014 non mi hanno abilitato alla professione di avvocato in un esame di Stato,
che come tutti i concorsi pubblici ho provato, con le mie ricerche ed i miei
libri, essere tutti truccati. Non mi abilitano. Perché non sono uguale agli
altri, non perché son meno capace. Non mi abilitano perché vedo, sento e parlo.
Ecco perché posso parlare di cose giuridiche in modo di assoluta libertà, senza
condizionamento corporativistico, anche a certezza di ritorsione. E’ tutta
questione di coscienza.»
E’
TUTTA QUESTIONE DI COSCIENZA.
A’ Cuscienza di Antonio de Curtis-Totò
La coscienza
Volevo sapere che cos'è questa
coscienza
che spesso ho sentito nominare.
Voglio esserne a conoscenza,
spiegatemi, che cosa significa.
Ho chiesto ad un professore
dell'università
il quale mi ha detto: Figlio mio, questa
parola si usava, si,
ma tanto tempo fa.
Ora la coscienza si è
disintegrata,
pochi sono rimasti quelli, che a questa
parola erano attaccati,
vivendo con onore e dignità.
Adesso c'è l'assegno a vuoto, il
peculato, la cambiale, queste cose qua.
Ladri, ce ne sono molti di tutti i tipi,
il piccolo, il grande,
il gigante, quelli che sanno
rubare.
Chi li denuncia a questi ?!? Chi si
immischia in questa faccenda ?!?
Sono pezzi grossi, chi te lo fa
fare.
L'olio lo fanno con il sapone di piazza,
il burro fa rimettere,
la pasta, il pane, la carne, cose da
pazzi, Si è aumentata la mortalità.
Le medicine poi, hanno ubriacato anche
quelle,
se solo compri uno sciroppo, sei
fortunato se continui a vivere.
E che vi posso dire di certe famiglie,
che la pelle fanno accapponare,
mariti, mamme, sorelle, figlie fatemi
stare zitto, non fatemi parlare.
Perciò questo maestro di scuola mi ha
detto, questa conoscenza (della coscienza)
perchè la vuoi fare, nessuno la usa più
questa parola,
adesso arrivi tu e la vuoi
ripristinare.
Insomma tu vuoi andare contro corrente,
ma questa pensata chi te l'ha fatta fare,
la gente di adesso solo così è contenta,
senza coscienza,
vuole stentare a vivere. (Vol tirà a
campà)
Dr Antonio Giangrande
Presidente dell’Associazione Contro
Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396 – 328.9163996
PUOI TROVARE I LIBRI DI ANTONIO
GIANGRANDE SU AMAZON.IT, CREATESPACE.COM O SU LULU.COM
Nessun commento:
Posta un commento