LO SPRECO DI
DENARO PUBBLICO PER GLI ESAMI DI AVVOCATO.
L’opinione di un
saggista, Antonio Giangrande, che sul tema qualcosa ne sa, avendo scritto un
libro.
In un mondo
caposotto (sottosopra od alla rovescia) gli ultimi diventano i primi ed i primi
sono gli ultimi. L’Italia è un Paese caposotto. Io, in questo mondo alla
rovescia, sono l’ultimo e non subisco tacendo, per questo sono ignorato o
perseguitato. I nostri destini in mano ai primi di un mondo sottosopra. Che
cazzo di vita è?
A
proposito degli avvocati, si può dissertare o credere sulla irregolarità degli
esami forensi, ma tutti gli avvocati sanno, ed omertosamente tacciono, in che
modo, loro, si sono abilitati e ciò nonostante pongono barricate agli aspiranti
della professione. Compiti uguali, con contenuto dettato dai commissari d’esame
o passato tra i candidati. Compiti mai o mal corretti. Qual è la misura del
merito e la differenza tra idonei e non idonei? Tra iella e buona sorte?
Detto
questo, quanto si risparmierebbe per le casse dello Stato a far cessare la
farsa degli annuali esami di avvocato?
Gli
emolumenti per migliaia di Commissari d’esame diversificati per gli esami
scritti ed orali. Gli oneri per gli impiegati dello Stato. Le spese della
transumanza dei compiti. Le spese di vitto, alloggio e trasferte per i
candidati. Spese astronomiche per codici spesso inutili. Problemi psicologici
non indifferenti per i candidati. Non sarebbe meglio, almeno una volta far
decidere chi non ha interesse in conflitto e si estinguesse questa inutile
prova che serve solo a far pavoneggiare chi non ha merito? I bravi, se sono
bravi, si vedono sul campo. L’avvocato è tale solo se ha lo studio pieno di
gente. Chi ha studiato tanti anni, che faccia un periodo di tirocinio con cause
limitate, e poi sia valutato dal mercato, anziché farsi giudicare dai primi di
questo mondo.
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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