Pochi medici si spartiscono la torta della sanità.
Impediscono l’accesso alla professione, limitando la concorrenza, e svolgono il
doppio lavoro: pubblico e privato. Il lavoro presso gli ospedali a disposizione
del lavoro presso lo studio privato. Intanto le liste d’attesa ingrossano, come
le loro tasche: vuoi far prima? Paga…...Ed in Parlamento ognuno tutela la
propria lobby.
Perché
nessuno ha il coraggio di dire veramente come stanno le cose. Basta
leggere il libro del dr Antonio Giangrande, presidente della
“Associazione Contro Tutte le Mafie” www.controtuttelemafie.it, e scrittore-editore dissidente
che proprio sul tema ha scritto e pubblicato “CONCORSOPOLI". Libro facente
parte della collana editoriale “L’Italia del Trucco, l’Italia che siamo”
pubblicata sui propri siti web, su Amazon in E-Book e su Lulu in cartaceo. Uno
tra i 40 libri scritti dallo stesso autore e pertinenti questioni che nessuno
osa affrontare. Opere che i media si astengono a dare la dovuta visibilità e le
rassegne culturali ad ignorare.
Per
esercitare le funzioni dello Stato, anche se sono truccati, i concorsi pubblici
stabiliscono già il numero chiuso per l’accesso alla funzione.
Per
quanto riguarda l’esercizio delle professioni, i concorsi pubblici non
prevedono il numero chiuso, anche perché la Costituzione non lo prevede, ma
tant’è i criminali impuniti (per abuso d’ufficio, falso, associazione a
delinquere, concussione e corruzione, ecc.) stabiliscono da sé ed a loro
vantaggio un limite invalicabile di numero di idonei. Questo numero, sempre e
comunque, riconducibile a principi familistici od amicali.
Per
limitare la concorrenza tutti gli Ordini professionali (di stampo ed origine
fascista, con il bene placido di destra e sinistra) adottano sistemi di
limitazione della concorrenza, ledendo il libero mercato e ledendo il diritto
dei cittadini impedendo l’accesso meritocratico.
Gli
avvocati, ed altri Ordini, intervengono durante i concorsi pubblici di
abilitazione, stabilendo impunemente un limite di abilitazione che non supera
mai il 20-30% dei candidati e con giudizi arbitrari, in quanto le prove non
sono sottoposte a correzione, così come, d'altronde, succede per il concorso
dei magistrati.
Altre
professioni, tra cui l’Ordine dei medici, interviene direttamente sui bandi di
accesso ai corsi dell’università, stabilendo un risibile numero chiuso ed
oltretutto con criticabili test d’accesso, che nulla hanno a che fare con la
professione da svolgere. Viene il voltastomaco, non tanto per gli abusi che si
commettono, ma come la massa non si renda conto che continua a votare in
Parlamento persone che sono impegnati a perpetrare una ignominia contro il
popolo e solo a vantaggio della loro casta o lobbies.
Forse
alcuni non lo considerano un problema politico o di interesse generale di cui
occuparsi, invece lo è. Se non altro perché va a toccare la nostra pelle, cui
tutti teniamo in maniera particolare. Per questo motivo la questione del numero
chiuso a medicina deve interessare tutti. Si tratta di uno sbarramento assurdo
e dannoso che va abolito al più presto. Esso dovrebbe “selezionare” gli
studenti più adatti a fare il medico chirurgo. Ma i test che dovrebbero avere
questa funzione sono un’accozzaglia di domande strampalate che a tutto possono
servire, meno che a selezionare chi ha attitudine o meno a fare il medico. E
non ci si venga a parlare di esigenze didattiche. Almeno per i primi tre anni
si tratta per lo più di andare a lezione. La pratica al letto del malato viene
successivamente. E poi, oltre ai policlinici universitari ci sono un sacco di
ospedali dove gli studenti possono andare a imparare. E poi il vero problema
sono le scuole di specializzazione. Infatti, su 11 mila studenti che hanno superato
i test questo anno e inizieranno il percorso di studi in Medicina riusciranno a
laurearsi, fra sei anni, 8.500/9 mila studenti (l'80% degli iscritti si laurea
infatti entro il primo anno fuori corso). I posti disponibili per le scuole di
specializzazione sono invece 5 mila e quelli per medicina generale circa mille.
Sono destinati a restare così senza un'occupazione qualificata 3 mila nuovi
medici. Ne consegue che pochi medici si spartiscono la torta della sanità.
Le
"liste di attesa" sono il più grave degli scandali tollerati. È il
sistema "intramoenia" che degenera in abusi ormai risaputi e rende
privata la struttura pubblica. Occorrono mesi per una visita, un esame o un
intervento. Bastano ore o giorni, se si paga. «C'è un sistema per far presto,
accetta?» solita domanda. È il sistema "intramoenia" che degenera in
abusi ormai risaputi, che rende privata la sanità pubblica, che favorisce i
malati ricchi sui malati poveri. Come mai qualche medico ha poco tempo per chi
è in lista, ma tanto per chi stacca l'assegno? La crisi della sanità pubblica
nasce con lo scandalo del doppio lavoro dei medici. Perché la sanità italiana è
così negativa nonostante i costi sopportati dalla collettività? Una spiegazione
c’è. I medici sono i soli dipendenti pubblici in Italia autorizzati a fare il
doppio lavoro. Ci sarebbe in realtà il divieto generale, per tutti quanti,
sancito dal vecchio regolamento del 1957, ma a furia di deroghe con le
contrattazioni pubbliche, la casta dei medici tramite il proprio sindacato di
categoria ha ottenuto il privilegio di poter tenere il piede in due scarpe. Il
doppio lavoro legalizzato porta illustri nomignoli latini: intramoenia ed
extramoenia. Con la prima, il medico ospedaliero può usare la struttura
pubblica a proprio comodo per visite private a pagamento. Con la seconda, il
medico pubblico può direttamente lavorare in privato, in cliniche o studi (che
paradossalmente potrebbero lavorare in convenzione con l’ospedale per il quale
lavora in pubblico!), teoricamente fuori dall’orario del servizio pubblico.
Così i medici lavorano a cottimo, senza sosta, nel pubblico a raccogliere i
frutti di ciò che hanno seminato con le lucrose visite private. Il paziente
pagante viene ricevuto con cortesia e dignità per l’intervento nella struttura
pubblica, naturalmente dopo la visitina privata di prassi, e con la benedizione
del medico viene operato con impegno e dedizione. A questo punto per accedere alla professione medica ogni sistema è buono,
anche quello truffaldino dei test d’accesso. Ma il fatto è che si persegue
penalmente sempre e solo i poveri cristi e non i mafiosi fautori del sistema
criminale per l’accesso alla professione.
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