Antonio Giangrande, autore del saggio “IL
COGLIONAVIRUS”.
Covid-19: lo conosco; li conosco.
Il virus: mi ha colpito pesantemente. Ho rispettato
tutte le regole imposte dagli incompetenti. Regole inutili visti i risultati di
morti ed infetti, nonostante si voglia dare la colpa alla gente ligia al
dovere. In ospedale mi hanno somministrato 15 litri di ossigeno con la
saturazione del sangue a 82. Stavo per morire e non me ne rendevo conto.
In ospedale ho visto morire gente che stava meglio di me. Un attimo prima
scherzavano e ridevano; un attimo dopo annaspavano come se affogassero in mare.
Non avevo ossigeno, ma avevo spirito, tanto da darlo agli altri. Mi sono
salvato solo grazie alle cure sperimentali assunte su mia piena responsabilità,
ma negate ai malati ignoranti o inconsapevoli sedati, incapaci di decidere.
Gli esperti: tutti si elevano a professoroni in tv nel
parlare di qualcosa che non si conosce e quindi che non conoscono. Sballottando
di qua e di là i cittadini, in base alle loro opinioni cangianti dalla sera
alla mattina.
I Negazionisti, ossia i coglioni sani, asintomatici o
pauci sintomatici che non ci credono alla pericolosità del virus: dicono che
sono un miracolato, perché avevo patologie pregresse, o, comunque, non
curate. Tutto falso. I morti per Covid-19 sono il frutto della malasanità,
specialmente quella nordica, falsamente eccelsa tanto pubblicizzata in tv, e/o
di protocolli sanitari criminali. Sono menzogne divulgate da media prezzolati
dal Potere incompetente ed incapace. Protocolli sanitari internazionali, giusto
per dire: tutto il mondo è paese. Protocolli imposti da chi diceva che il
Coronavirus non era pandemia. Ero sanissimo, più di altri. Uno sportivo di arti
marziali che a 57 anni riusciva, prima, e riesce, ancora dopo, a fare 22
chilometri di corsa in un’ora e 45 minuti e con la bici da cross in 41 minuti.
Per il mio lavoro ero e sono chiuso in casa da mattina a sera. Se ha colpito
me, colpisce tutti.
I NoVax: cosa mi sentirei di dire a chi osteggia il
vaccino? Cazzi loro. Di Covid-19 c’è ne per tutti, anche per loro. Mi spiace
solo per i loro familiari, vittime inconsapevoli. Perché questa è una malattia
che si trasmette, specialmente, alle persone più vicine. E poi direi che il
vaccino non è solo la panacea di tuti i mali, ma sicuramente è la speranza che
si possa uscire da quest’incubo. E chi non si nutre di speranza: muore
disperato. Dr Antonio Giangrande
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