Esame di Stato. Come si diventa avvocato? Copiando!
La risposta di un esperto, qual è il Dr Antonio
Giangrande, scrittore che sul tema ha scritto “Concorsopoli ed Esamoli” e “L’Esame
di Avvocato”.
Superare una prova dell’esame da avvocato senza aver
studiato nulla. E’ quanto hanno
dimostrato le telecamere di Studio Aperto che ha messo in onda un filmato
realizzato con telecamera nascosta da un giornalista che ha preso il posto di
un candidato assente e si è fatto “passare” il compito scritto valido come
secondo test della prova per l’iscrizione all’albo degli avvocati. Il reportage
ha messo in evidenza tutti i “vizi” tipici degli esami di Stato in Italia. Il
cronista del tg di Mediaset è entrato tranquillamente nella sala d’esame e
nessuno ha mai controllato la sua identità. Sarebbe potuto essere un magistrato
che sostituisce un parente impreparato o un avvocato deciso ad aiutare un
collega principiante. Il reporter si è tranquillamente seduto sul banco vuoto
destinato a tal Federico C. poi – una volta cominciata la prova – si è fatto
passare tutto il compito riempiendo gli appositi moduli timbrati e firmati
dalla Corte d’Appello di Roma. Il tutto sotto l’occhio di una telecamerina che
ha anche filmato come nella vasta aula ci si passassero manuali, e suggerimenti
atti a superare la prova. Infine nel filmato di Studio Aperto si documenta
anche come nei bagni del mega-hotel che ha ospitato gli esami i candidati
abbiano potuto consultarsi sui contenuti del compito e passarsi le relative
soluzioni.
Copi alla maturità, a un esame o a un concorso o a un
esame di Stato? Ecco cosa rischi legalmente. Hai il vizietto di copiare? Lo sai che in alcuni casi si rischia anche
l'arresto? Ecco, caso per caso, cosa rischi a livello legale quando copi. Quante volte incappate in persone che copiano agli esami o
a un concorso pubblico, o magari chissà..siete voi stessi a farlo. Quello che
forse non sapete è che copiare non è uno scherzo, ma in molte circostanze
costituisce un vero e proprio reato perseguibile a livello penale.
Se copi vi è il reato di plagio.
Secondo l'art. 1 della legge n. 475/1925 infatti: Chiunque in
esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche
amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo
scolastico o accademico, per l'abilitazione all'insegnamento ed all'esercizio
di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come
propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere,
lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un
anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora
l'intento sia conseguito.
Se poi qualche commissario ti aiuta nell'ordinamento
italiano, vi è l’abuso d'ufficio che è il reato previsto dall'art. 323
del codice penale ai sensi del quale: 1. Salvo che il fatto non costituisca un
più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che,
nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di
legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un
interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti,
intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale
ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a
quattro anni. 2. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno
hanno un carattere di rilevante gravità.
Se chi ti aiuta ti obbliga o ti induce a pagare c’è la
concussione. La concussione (dal latino tardo concussio «scossa,
eccitamento» dunque «pressione indebita, estorsione») è il reato del pubblico
ufficiale che, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, costringa (concussione
violenta) o induca (concussione implicita o fraudolenta)
qualcuno a dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra
utilità anche di natura non patrimoniale. Reato tipico dell'ordinamento
giuridico penale della Repubblica Italiana, la fattispecie concussiva non è
presente nella maggior parte degli ordinamenti europei e internazionali (al suo
posto troviamo l'estorsione aggravata). I beni tutelati dalla fattispecie sono
pubblici (buon andamento e imparzialità della Pubblica amministrazione) e allo
stesso tempo anche privati (tutela contro abusi di potere e lesioni della
libertà di autodeterminazione). Tra i delitti dei pubblici ufficiali contro la
Pubblica amministrazione, la concussione è il reato più gravemente sanzionato.
Oggi, a seguito della riforma introdotta dalla l. 6 novembre 2012, n.190, è
prevista la reclusione da sei a dodici anni (anche ante riforma era il reato
contro la P.a. più sanzionato). La normativa italiana di contrasto al fenomeno
concussivo è contenuta nel codice penale e precisamente nel Libro II, Titolo II
"Dei delitti contro la pubblica amministrazione" (art. 314-360).
Se chi ti aiuta si fa pagare è corruzione
ed indica, in senso generico, la condotta di un soggetto che, in cambio di
danaro oppure di altri utilità e/o vantaggi che non gli sono dovuti, agisce
contro i propri doveri ed obblighi. Il fenomeno ha molte implicazioni,
soprattutto dal punto di vista sociale e giuridico; uno stato nel quale prevale
un sistema politico incontrollabilmente corrotto viene definito
"cleptocrazia", cioè "governo di ladri", oppure
"repubblica delle banane". In Italia il concetto di corruzione è
riconducibile a diverse fattispecie criminose, disciplinate nel Codice Penale,
Libro II - Dei delitti in particolare, Titolo II - Dei delitti contro la
pubblica amministrazione.
Se poi chi ti aiuta falsifica i verbali d’esame vi è
Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici ,
previsto dall'art. 476 C.P. Il pubblico ufficiale, che, nell'esercizio delle
sue funzioni, forma, in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto vero,
e' punito con la reclusione da uno a sei anni. Se la falsità concerne un atto o
parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da
tre a dieci anni.
Se poi chi ti aiuta, afferma in atti pubblici, che tu
inabile al ruolo, sei invece capace e meritevole, vi è Falsità ideologica
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, punito dall'art. 479
c.p.: Il pubblico ufficiale, che, ricevendo o formando un atto nell'esercizio
delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è
avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui
non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque
attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità,
soggiace alle pene stabilite nell'articolo 476.
Se poi chi ti aiuta fa parte di una commissione di
esame (formata da avvocati od altre figure professionali specifiche al concorso
o dall'esame; magistrati; professori universitari) ed è d’accordo con i
solidali vi è un’associazione a delinquere. L'associazione per delinquere
è un delitto contro l'ordine pubblico, previsto dall'art. 416 del codice penale
italiano.
Se l'organizzazione stabilita ha carattere di sistema
generale, taciuto, impunito e ritorsivo contro chi si ribella vi è l'associazione
per delinquere di stampo mafioso. Il mezzo che deve utilizzarsi per
qualificare come mafiosa un'associazione è quindi la forza intimidatrice del
vincolo associativo e della condizione di soggezione e di omertà che ne deriva.
Quel di cui si parla è all’ordine del giorno, ma tutti
fanno finta di niente.
Bari. Test per avvocati 2014-2015, trovati i soldi
l’accusa: ora è di corruzione. Blitz a
Giurisprudenza. Sequestrati i computer della dirigente Laquale, sotto
inchiesta. Indagate madre e figlia: pagarono per ottenere le tracce
dell’esame, scrive Francesca Russi su Repubblica. Catanzaro. Esame di
Avvocato 2013-2014. Copiano gli esami per avvocato, annullati 120 compiti.
Nulle le prove scritte degli aspiranti avvocati del distretto di Corte
d’Appello: contenevano passaggi identici. La commissione ammette agli orali
soltanto il 40% degli oltre 1.600 candidati, scrive “La Gazzetta del Sud”.
Lecce. Esame di Avvocato 2012-2013. L’Interrogazione
parlamentare del dr Antonio Giangrande, scrittore e Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di
Tele Web Italia.
Al Ministro della Giustizia. — Per sapere – premesso
che: alla fine di giugno 2013 si apprendeva dalla stampa che a Lecce
sarebbero solo 440 su 1258 i compiti ritenuti validi. Questo il responso della
Commissione di esame di avvocato presso la Corte d’Appello di Catania,
presieduta dall’Avvocato Antonio Vitale, addetta alla correzione degli
elaborati dell’esame di avvocato sessione 2012 tenuta presso la Corte d’Appello
di Lecce. Più di cento scritti sono finiti sul tavolo della Procura della Repubblica
con l’accusa di plagio per poi, magari, scoprire che è tutta una bufala.
Copioni a parte, sarebbe, comunque, il 65% a non superare l’esame: troppi
per definirli asini, tenuto conto che alla fase di correzione non si dedicano
oltre i 5 minuti, rispetto ai 15/20 minuti occorrenti. Troppo pochi per
esprimere giudizi fondati.
Tenuto conto che le notizie sono diffamatorie e lesive
della dignità e dell’onore non solo dei candidati accusati del plagio, ma anche
di tutta la comunità giudiziaria di Taranto, Brindisi e Lecce coinvolta nello
scandalo, si chiede di approfondire alcune questioni (in relazione alle quali
l’interrogante ritiene opportuno siano comunicati con urgenza dati certi) per
dimostrare se di estremo zelo si tratti per perseguire un malcostume illegale o
ciò non nasconda un abbaglio o addirittura altre finalità.
Per ogni sede di esame di avvocato ogni anno qual è la
media degli abilitati all’avvocatura ed a che cosa è dovuta la disparità di
giudizio, tenuto conto che i compiti corretti annualmente presso ogni sede
d’esame hanno diversa provenienza. Se per l’esame di avvocato è permesso usare
codici commentati con la giurisprudenza; Se le tracce d’esame di avvocato
indicate del 2012 erano riconducibili a massime giurisprudenziali prossimi alla
data d’esame e quindi quasi impossibile reperirle dai codici recenti in uso i
candidati e se, quindi, i commissari, per l’impossibilità acclamata
riconducibile ad errori del Ministero, hanno dato l’indicazione della massima
da menzionare nei compiti scritti;
Nella sessione di esame di avvocato 2012 a che ora è
stabilita la dettatura delle tracce; presso la sede di esame di avvocato di
Lecce a che ora sono state lette le tracce; se in tal caso la conoscenza delle
stesse non sia stata conosciuta prima dell’apertura della sessione d’esame con
il divieto imposto dell’uso di strumenti elettronici; Quali sono le mansioni
delle commissioni d’esame di avvocato: correggere i compiti e/o indagare se i
compiti sono copiati e quanto tempo è dedicata ad una o all’altra
funzione;
Quali sono i principi di correzione dei compiti, ed in
base ai principi dettati, quali sono le competenze tecniche dei commissari e se
corrispondono esattamente ai criteri di correzione: Chiarezza, logicità e
metodologia dell’esposizione, con corretto uso di grammatica e sintassi;
Capacità di soluzione di specifici problemi; Dimostrazione della conoscenza dei
fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati e della capacità di
cogliere profili interdisciplinari; Padronanza delle tecniche di persuasione.
Tra i principi indicati qual è la figura professionale tra avvocati, magistrati
e professori universitari che ha la perizia professionale adatta a correggere i
compiti dal punto di vista lessicale, grammaticale, sintattico,
persuasivo ed ogni altro criterio di correzione riconducibile alle materie
letterarie, filosofiche e comunicative.
Quanti e quali sono le sottocommissioni in Italia che
da sempre hanno scoperto compiti accusati di plagio e in base a quali prove è
stata sostenuta l’accusa;
Quante e quali sono le sottocommissioni di Catania che
hanno verificato il plagio de quo e quanti sono gli elaborati accusati di
plagio ed in base a quali prove è sostenuta l’accusa.
Se le Sottocommissioni di Catania coinvolte erano
composte da tutte le componenti necessarie alla validità della
sottocommissione: avvocato, magistrato, professore.
Se tutti i compiti di tutte le sottocommissioni di
esame di avvocato di Catania (contestati, dichiarati sufficienti, e dichiarati
insufficienti) presentano segni di correzione (glosse, cancellature, segni,
correzioni, note a margine);
Quanto tempo, in base ai verbali apertura-chiusura
sessione, per ogni compito tutte le sottocommissioni di Catania (anche quelle
che non hanno scoperto le plagiature) hanno dedicato alla fase di correzione
(apertura della busta grande, lettura e correzione dell’elaborato, giudizio e
motivazione, verbalizzazione e sottoscrizione);
Quanto tempo, in base ai verbali apertura-chiusura
sessione, per ogni compito tutte le sottocommissioni di Catania (quelle che
hanno scoperto le plagiature) hanno dedicato alla fase di correzione e quanto
tempo alla fase di indagine con ricerca delle fonti di comparazione e quali
sono stati i periodi di pausa (caffè o bisogni fisiologici).
Al Ministro si chiede se si intenda valutare
l’opportunità di procedere ad un indagine imparziale ed ad un’ispezione
Ministeriale presso le sedi d’esame coinvolte per stabilire se Lecce e solo
Lecce sia un nido di copioni, oppure se la correzione era mirata, anzichè al
dare retti giudizi, solo a fare opera inquisitoria e persecutoria con
eccesso di potere per errore nei presupposti; difetto di istruttoria;
illogicità, contraddittorietà, parzialità dei giudizi.
Salerno. Copiano all’esame, indagati 12 avvocati.
Inchiesta sulla prova scritta della sessione 2011/2012, scrive Clemy De Maio su La Città di Salerno. Salerno, l’inchiesta sull’esame divide gli
avvocati. In dodici sono indagati per avere copiato da internet. Il
presidente Montera: «Si controllino pure magistrati e notai», scrive Clemy De
Maio su "La città di Salerno". «La Procura indaga sugli esami degli
avvocati? E perché non si verificano pure quelli per magistrati o notaio, visto
che negli anni scorsi un concorso al notariato è stato persino annullato perché
qualche figlio “illustre” conosceva già le tracce prima di entrare».
Gli aspiranti avvocati copiano i temi: 110 indagati a
Potenza. L'esame di abilitazione è
stato corretto a Trento nel 2007, scrive “La Stampa”.
Campobasso. Trentotto persone sono indagate nell'ambito
di un'inchiesta sullo svolgimento dell'esame per diventare avvocato. L'esame,
tenutosi nel dicembre del 2007 in Molise, sarebbe stato "truccato",
scrive "Altro Molise".
Sotto inchiesta la prova scritta che si è tenuta a
Catanzaro nel '97. Avvisi di garanzia a legali di tutta Italia. Avvocati, all'esame di Stato hanno copiato 2.295
candidati su 2.301, scrive Gian Antonio Stella su “Il Corriere della Sera”.
Cassazione SU: l’avvocato che favorisce i candidati
durante l’esame di abilitazione va sospeso, scrive Francesca Russo su Filo Diritto del 16 febbraio, le Sezioni
Unite hanno rinviato al Consiglio nazionale forense la decisione sulla
sospensione di un avvocato per aver aiutato un candidato durante l’esame di
abilitazione. (Corte di Cassazione - Sezioni Unite Civili, Sentenza 16 febbraio
2015, n. 3023).
UNA COSA E’ CERTA. NESSUNO DI COLORO CHE HA USUFRUITO O
HA AGEVOLATO UN CONCORSO OD UN ESAME DI STATO TRUCCATO E’ STATO MAI CONDANNATO
O RADIATO. SE POI VAI A PARLAR CON COSTORO SI DIPINGONO COME ANIME BIANCHE E TI
ACCUSANO DI MITOMANIA O PAZZIA. ADDIRITTURA ARRIVANO A DIRTI: TI RODI PER NON
AVER SUPERATO L'ESAME O IL CONCORSO!!!
Il Presidente del Consiglio dell’Ordine
degli avvocati di Termini Imerese, in primo grado fu condannato a 10 mesi.
L’accusa: truccò il concorso per avvocati. Non fu sospeso. Da “La Repubblica” di Palermo del
10/01/2001: Parla il giovane aspirante avvocato, che ha portato con sé una
piccola telecamera per filmare “palesi irregolarità”. «Ho le prove nel mio
video del concorso truccato. Ho un’altra cassetta con sette minuti di immagini,
che parlano da sole. Oggi sarò sentito dal magistrato. A lui racconterò tutto
ciò che ho visto. La giornata di un concorsista, aspirante avvocato, comincia
alle quattro e mezza del mattino. Alle sei devi esser in prima fila. Ed è
quello il momento in cui capisci come vanno le cose. Tutti lo sanno, ma nessuno
ne parla». I.D.B., 38 anni, ha voluto rompere il silenzio. Nei giorni
dell’esame scritto per l’abilitazione forense si è portato dietro una piccola
telecamera e ha documentato quelle che lui chiama “palesi irregolarità”. E’
stato bloccato dai commissari e la cassetta con le immagini è stata
sequestrata. Ma lui non si perde d’animo: «in fondo io cerco solo la verità».
Intanto, I.D.B. rompe il silenzio con “La Repubblica” perché dice «è importante
cercare un movimento d’opinione attorno a questa vicenda ». E ha già ricevuto
la solidarietà dell’associazione Nazionale Praticanti ed avvocati. «Vorrei dire
– racconta – delle sensazioni che ho provato tutte le volte che ho fatto questo
esame. Sensazioni di impotenza per quello che senti intorno. Ed è il segreto di
Pulcinella. Eccone uno: basta comunicare la prima frase del compito a chi di
dovere. Io ho chiesto i temi che avevo fatto nelle sessioni precedenti: non
c’era una correzione, una motivazione, solo un voto». Il primo giorno degli
esami scritti il giovane si è guardato intorno. L’indomani era già dietro la
telecamera: «Ho filmato circa sette minuti, in lungo ed in largo nel padiglione
20 della Fiera del Mediterraneo, dove c’erano più di novecento candidati. A casa
ho rivisto più volte il filmato e ho deciso che avrei dovuto documentare
ancora. Così è stato. Il secondo filmato, quello sequestrato, dura più del
primo. A un certo punto una collega si è accorta di me e ha chiamato uno dei
commissari. Non ho avuto alcun problema, ho consegnato la cassetta. E sin dal
primo momento ho detto: Mi sono accorto di alcune irregolarità e ho
documentato. Allora mi hanno fatto accomodare in una stanza. E insistevano:
perché l’ha fatto?. Tornavo a parlare delle irregolarità. Poi mi chiedevano chi
le avesse fatte. Lo avrei detto al presidente della commissione, in disparte.
Davanti a tutti, no!» Il giovane si dice stupito per il clamore suscitato dal
suo gesto: «Non dovrebbe essere questo a sorprendere, ho avuto solo un po’ più di
coraggio degli altri». Ma cosa c’è in quelle videocassette? L’aspirante
avvocato non vuole dire di più, fa cenno ad un commissario sorpreso in
atteggiamenti confidenziali con alcuni candidati: «Francamente non capisco
perché non siano stati presi provvedimenti per il concorso. Quei capannelli che
ho ripreso sono davvero troppo da tollerare. Altro che piccoli suggerimenti!».
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
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