Lo Stato
patrigno che uccide i suoi figli (specie se lavoratori autonomi).
Un imprenditore
costretto a pagare 1 milione di euro non dovuto e che non ha. Costretto dalla
mafia? No dallo Stato!
Quando si
sentono le miriadi storie di ordinaria ingiustizia e si parla di lavoratori
autonomi estenuati dal sistema fino a togliersi la vita, a volte vien da
pensare che le forze dell’ordine e la magistratura stiano lì a fottere le
persone per mantenere uno Stato (e quindi loro stessi) senza alcun rimorso o
rispetto per il male ingiusto che spesso arrecano con i loro errori.
Racconto questa
storia esemplare che nessun giornalista mai racconterà. Una storia che è
l’antitesi delle note distribuite dalle forze dell’ordine e dalla magistratura
ai giornali che prontamente tal quali li pubblicano. Note in cui le cosiddette
istituzioni si vantano delle loro gesta per essere santificati.
Ad Avetrana, (ma
può essere qualsiasi altro paese italiano) è successo che, prima del caso di
Sarah Scazzi, si son visti volteggiare sul paese un sacco di elicotteri. Sulla
spinta degli ambientalisti di maniera, spesso dipendenti statali, ecco montare
il tema dell’inquinamento ambientale e delle discariche abusive. Ogni
appezzamento di terreno, a torto o ragione, era ed è sotto la lente del
controllo inusuale. Ognuno di noi che sia maleducato e che butti un sacchetto
di rifiuti in un terreno altrui, deve sapere che mette nei guai il malcapitato
proprietario per smaltimento illecito di rifiuti. Bruci una carta o piccole
sterpaglie o accendi un falò in spiaggia: sempre smaltimento illecito di
rifiuti.
Avetrana non è
la terra dei fuochi, ma la terra di cave tufacee e del relativo materiale di
risulta. L’estrazione dei blocchi di tufo comporta che, tolto l’elemento utile
squadrato, il materiale originario di scarto rimanga in cava. Certo è che tale
materiale non può essere per logica trattato come smaltimento di rifiuto
speciale, se è materiale vergine ed indigeno del posto. Ebbene. Il paradosso è
che questo stormo di elicotteri volteggiava su una piccola cava dismessa da
decenni alla periferia del paese. Cava già utilizzata abusivamente dallo stesso
Comune di Avetrana per la discarica di acque reflue piovane. Il proprietario di
un lotto confinante, comprendente una misera abitazione ed il suo piccolo
opificio di manufatti in cemento decide di comprare una parte della cava
dismessa, pari a 5 mila metri quadri, per usarla come luogo di sosta dei mezzi,
senza arrecare alcuna modifica. Dopo qualche mese ecco la Guardia di Finanza,
con varie pattuglie ed elicotteri, intervenire in forze spropositate sul luogo,
intimorendo i proprietari e sequestrando l’area. Risultato: un processo penale
e sanzioni amministrative pari ad un milione di euro, che il piccolo artigiano
non ha e non avrà nemmeno dopo una vita di estenuante lavoro. In più il
ripristino dei luoghi. Punizioni per un fatto che lui non ha commesso e per la
dimensione inesistente.
La relazione
stilata dalla Guardia di Finanza e prodotta agli atti era: smaltimento illecito
di rifiuti speciali per decine di migliaia di metri cubi da parte
dell’artigiano, per i quali, oltretutto, non era stata pagata l’eco tassa, ed
abuso edilizio. Tempi dell'illecito non veritieri e calcoli falsi ed
inverosimili sull'entità del presunto materiale smaltito. Ma tant’è servono
soldi allo Stato e tutto va bene.
L’artigiano che
ha pagato regolarmente sempre le sue tasse, quindi meritevole di tutela e
rispetto, è stato costretto a rivolgersi ad esosi avvocati per difendersi dalle
infamanti accuse penali e dalle inconsistenti accuse amministrative. L’avvocato
tarantino nella causa penale, non si sa perché, è tentato dal Patteggiamento,
ma poi ci ripensa. Con le relazioni prodotte dalla guardia di Finanza comunque c’è
lo spettro della condanna.
L’avvocato
leccese, non si sa perché, perde la causa amministrativa. Nessuno degli
avvocati in atti hanno menzionato il fatto che il materiale contestato è
materiale vergine ed indigeno e che, se di smaltimento si tratta, il nuovo
proprietario non è responsabile di quanto è avvenuto decenni prima da parte di
chi gestiva la cava. Colpe comunque ampiamente prescritte. L’amministrativista,
inoltre non avverte il cliente dell'opportunità dell'appello. Questo principe
del foro è quello che si è attivato affinchè il presidente del Tar di Lecce
emettesse un decreto cautelare dopo sole 24 ore dal deposito, di sabato, da chi
non era legittimato ed in favore di un azienda in odor di mafia, per una vicenda
che si collega ad un appalto per la raccolta dei rifiuti urbani a Casarano. Il
presidente del Tar non è nuovo ad essere soggetto di accuse. Dai giornali si
apprende che: "Ilva, il presidente del Tar di Lecce cognato dell'avvocato
dell'azienda". I ricorsi del colosso sempre accolti. Esposto di
Legambiente al Csm.
Ciononostante
sul povero artigiano, protagonista di questa storia, cala Equitalia per
riscuotere il milione di euro, che il tapino non ha. In quella famiglia è
calato il lutto, consapevoli che dall'inizio della storia uno stormo di
avvoltoi è calato su di loro e gli toglieranno il frutto di tutto il lavoro di
una vita, che ad oggi non ha più senso di essere vissuta. E meno male che non
ci sono avvisaglie di gesti inconsulti autolesionistici.
Chi ringraziare
di tutto ciò. Grazie Stato patrigno. Grazie stampa che non raccontate mai la
realtà dei fatti, ossia le versioni difensive che sputtanano le note di forze
dell’Ordine e della Magistratura, o comunque le storie di ordinaria follia
burocratica che si insinua nella vita della gente che lavora per poter da essi
estrarre il sangue per mantenere questo Stato Patrigno. Quando parlate dei
suicidi degli imprenditori, cari giornalisti, parlate delle storie che li hanno
indotti.
Se non fosse per me questa storia non
sarebbe mai stata raccontata e la sofferenza dell’artigiano mai esistita. Come
volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si riesce a cavare un
ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in aggiunta, subisci
e taci.
Dr
Antonio Giangrande
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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