Un caso da giurisprudenza. Difesa della Libertà di Stampa. Magistrati criticati che processano per diffamazione a mezzo stampa: ricusazione dei giudici e richiesta di rimessione dei processi per legittimo sospetto. Antonio Giangrande, direttore del portale web d’inchiesta ed informazione testuale www.controtuttelemafie.it e video www.telewebitalia.eu, processato perché pubblica notizie attinenti la malagiustizia a Taranto. Antonio Giangrande prima alla Corte d’Appello di Taranto presenta ricusazione per grave inimicizia contro il giudice togato di Taranto, che procede per 3 processi attinente la pubblicazione di atti pubblici, e, (contro ogni precedente), obbliga il magistrato all’astensione per non patire la ricusazione. Poi alla Corte di Cassazione inoltra istanza di rimessioni per quei tre processi che si tengono presso la sezione staccata di Manduria del Tribunale di Taranto. Processi attinenti la diffamazione a mezzo stampa, di cui è accusato senza prove. Richiesta di Rimessione per legittimo sospetto che il Foro di Taranto possa essere persecutorio nelle sentenze da emettere su cause viziate da anomalie procedurali ed attinenti critiche sull’operato della stessa magistratura tarantina, requirente e giudicante. L’iniziativa giudiziaria: è esemplare; è rara per l’Italia; è interessante da seguire per la categoria. Un faro mediatico sulla vicenda sarebbe utile per costringere la Corte di Cassazione a creare un precedente che vada al di là del foro tarantino e per non condannare all’oblio l’istanza di rimessione a scapito di chi fa veramente libera informazione. L’istanza di rimessione, presentata il 28 marzo 2011 nel pubblico processo, per la stampa è disponibile per e-mail su richiesta. Grazie dell’attenzione. Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE 099.9708396 – 328.9163996 www.controtuttelemafie.it www.telewebitalia.eu
domenica 27 marzo 2011
mercoledì 23 febbraio 2011
QUALE MAFIA?
3 NOTE STAMPA
Cittadino vs Fisco: lotta impari contro le cartelle pazze.
Il dr Antonio Giangrande, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, fino a quando gli è stato permesso di esercitare la professione forense, ha presentato presso il Giudice di Pace di Manduria una richiesta di risarcimento danni a favore dei cittadini contro il Comune di Avetrana, in quanto l’Ente li aveva diffamati ed arrecato danno economico per la tutela, contestando loro l’evasione fiscale in cartelle di pagamento. Credito attestato essere inesistente. Il giudice rigettò con sarcasmo la particolarità della richiesta. Peccato che in altri fori molte associazioni dei consumatori hanno ottenuto numerose condanne al risarcimento del danno esistenziale e personale provocato ad alcuni cittadini vittime di cartelle pazze.
Sulla scia del fenomeno denunciato è scandaloso quanto succede a Taranto.
L’avv. Patrizio Giangrande, fratello del presidente Antonio Giangrande, e l’avv. Giancarlo De Valerio vincono la causa contro Equitalia Spa per risarcimento danni, sulla base di ipoteche su immobili emesse da detta società senza alcun avviso e per importi milionari attinenti presunti crediti, risultati inesistenti. Il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento di svariate migliaia di euro liquidati in via equitativa.
La cosa scandalosa è che, purtroppo, sono migliaia i casi in cui avvengono invii di cartelle talvolta recanti debiti anche estinti e con scadenze decennali. Il sistema permette al Fisco di effettuare sequestri di immobili o fermo amministrativo di auto, senza aver verificato, come nel caso di causa, la effettiva esistenza debitoria applicando interessi e spese che spesso superano l’importo del debito stesso, stranamente somme non calcolate come usuraie.
Allucinante è il fatto che gli avvocati, in virtù della sentenza di condanna, recatisi unitamente all’ufficiale giudiziario per rendere ad Equitalia il torto subito ed eseguire il pignoramento presso la loro sede a Taranto, gli è stato comunicato dalla stessa Equitalia spa che non intende pagare, ritenendo i beni e i fondi insequestrabili.
Pazzesco è che solo il Quotidiano di Puglia, alla pagina interna su Manduria, a firma di Gianluca Ceresio, si è occupato della vicenda che interessa tutti i cittadini, non solo tarantini, per la disparità di trattamento dei diritti lesi.
Diritto di Cronaca: ricusazione del giudice su cause attinenti pubblicazioni sul sistema giudiziario tarantino.
Il dr Antonio Giangrande, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, è imputato a Taranto in procedimenti penali attivati a suo carico inerenti la pubblicazione di articoli attinenti la malagiustizia a Taranto: ingiustizia riconducibile ad abusi ed omissioni di magistrati ed avvocati. Il Dr Antonio Giangrande, ha presentato personalmente istanza di ricusazione per grave inimicizia in tre distinti processi contro il giudice del Tribunale penale di Taranto, sezione di Manduria, Rita Romano, perché denunciata alla procura di Potenza e al CSM. In seguito a ciò, gli avvocati difensori di Manduria, Gian Luigi De Donno e Dionisio Gigli, che nei rispettivi processi non hanno presentato l’istanza di ricusazione, hanno abbandonato l’incarico, quando l’istanza è stata presentata dall’imputato. In seguito all’istanza il giudice si è astenuta in due processi su tre. Il processo su cui Rita Romano vorrà decidere, Corte d’Appello permettendo, verte sul procedimento in cui il G.I.P. Martino Rosati (quello del caso Sarah Scazzi e della convalida del fermo e della misura cautelare in carcere per Sabrina Misseri) con proprio ed autonomo decreto ha disposto il sequestro preventivo dell’intero sito web dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. Portale d’inchiesta che contiene centinaia di pagine, tra cui la pagina di Taranto. Pagina che parla della situazione a Taranto e che nulla centra con i fatti di causa. Per il sequestro immotivato il G.I.P. e stato denunciato a Potenza per interruzione di pubblico servizio e non vi è stata archiviazione.
Ritorsioni: ucciso il cane del presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
E’ stato avvelenato il cane del presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, dr Antonio Giangrande.
Il labrador bianco, a guardia della sede operativa del sodalizio nazionale, è stato avvelenato. Un messaggio al suo padrone per recedere dalla sua attività di inchiesta e di denuncia, anche in virtù degli sviluppi delle varie indagini, tra cui quelle sul territorio di Lecce, che trattano di usura bancaria e collusioni istituzionali.
Grazie dell’attenzione.
Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE
099.9708396 – 328.9163996
www.controtuttelemafie.it
www.telewebitalia.eu
Cittadino vs Fisco: lotta impari contro le cartelle pazze.
Il dr Antonio Giangrande, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, fino a quando gli è stato permesso di esercitare la professione forense, ha presentato presso il Giudice di Pace di Manduria una richiesta di risarcimento danni a favore dei cittadini contro il Comune di Avetrana, in quanto l’Ente li aveva diffamati ed arrecato danno economico per la tutela, contestando loro l’evasione fiscale in cartelle di pagamento. Credito attestato essere inesistente. Il giudice rigettò con sarcasmo la particolarità della richiesta. Peccato che in altri fori molte associazioni dei consumatori hanno ottenuto numerose condanne al risarcimento del danno esistenziale e personale provocato ad alcuni cittadini vittime di cartelle pazze.
Sulla scia del fenomeno denunciato è scandaloso quanto succede a Taranto.
L’avv. Patrizio Giangrande, fratello del presidente Antonio Giangrande, e l’avv. Giancarlo De Valerio vincono la causa contro Equitalia Spa per risarcimento danni, sulla base di ipoteche su immobili emesse da detta società senza alcun avviso e per importi milionari attinenti presunti crediti, risultati inesistenti. Il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento di svariate migliaia di euro liquidati in via equitativa.
La cosa scandalosa è che, purtroppo, sono migliaia i casi in cui avvengono invii di cartelle talvolta recanti debiti anche estinti e con scadenze decennali. Il sistema permette al Fisco di effettuare sequestri di immobili o fermo amministrativo di auto, senza aver verificato, come nel caso di causa, la effettiva esistenza debitoria applicando interessi e spese che spesso superano l’importo del debito stesso, stranamente somme non calcolate come usuraie.
Allucinante è il fatto che gli avvocati, in virtù della sentenza di condanna, recatisi unitamente all’ufficiale giudiziario per rendere ad Equitalia il torto subito ed eseguire il pignoramento presso la loro sede a Taranto, gli è stato comunicato dalla stessa Equitalia spa che non intende pagare, ritenendo i beni e i fondi insequestrabili.
Pazzesco è che solo il Quotidiano di Puglia, alla pagina interna su Manduria, a firma di Gianluca Ceresio, si è occupato della vicenda che interessa tutti i cittadini, non solo tarantini, per la disparità di trattamento dei diritti lesi.
Diritto di Cronaca: ricusazione del giudice su cause attinenti pubblicazioni sul sistema giudiziario tarantino.
Il dr Antonio Giangrande, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, è imputato a Taranto in procedimenti penali attivati a suo carico inerenti la pubblicazione di articoli attinenti la malagiustizia a Taranto: ingiustizia riconducibile ad abusi ed omissioni di magistrati ed avvocati. Il Dr Antonio Giangrande, ha presentato personalmente istanza di ricusazione per grave inimicizia in tre distinti processi contro il giudice del Tribunale penale di Taranto, sezione di Manduria, Rita Romano, perché denunciata alla procura di Potenza e al CSM. In seguito a ciò, gli avvocati difensori di Manduria, Gian Luigi De Donno e Dionisio Gigli, che nei rispettivi processi non hanno presentato l’istanza di ricusazione, hanno abbandonato l’incarico, quando l’istanza è stata presentata dall’imputato. In seguito all’istanza il giudice si è astenuta in due processi su tre. Il processo su cui Rita Romano vorrà decidere, Corte d’Appello permettendo, verte sul procedimento in cui il G.I.P. Martino Rosati (quello del caso Sarah Scazzi e della convalida del fermo e della misura cautelare in carcere per Sabrina Misseri) con proprio ed autonomo decreto ha disposto il sequestro preventivo dell’intero sito web dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. Portale d’inchiesta che contiene centinaia di pagine, tra cui la pagina di Taranto. Pagina che parla della situazione a Taranto e che nulla centra con i fatti di causa. Per il sequestro immotivato il G.I.P. e stato denunciato a Potenza per interruzione di pubblico servizio e non vi è stata archiviazione.
Ritorsioni: ucciso il cane del presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
E’ stato avvelenato il cane del presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, dr Antonio Giangrande.
Il labrador bianco, a guardia della sede operativa del sodalizio nazionale, è stato avvelenato. Un messaggio al suo padrone per recedere dalla sua attività di inchiesta e di denuncia, anche in virtù degli sviluppi delle varie indagini, tra cui quelle sul territorio di Lecce, che trattano di usura bancaria e collusioni istituzionali.
Grazie dell’attenzione.
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giovedì 17 febbraio 2011
“L’Italia del trucco, L’Italia che siamo”
“L’Italia del trucco, L’Italia che siamo”, di Antonio Giangrande. Il libro bianco delle illegalità impunite, sottaciute, dimenticate. Sempre aggiornato affinchè la cronaca diventi storia. Un dono dell’autore ai suoi lettori per battere censura e ricatti. Da leggere gratuitamente su www.controtuttelemafie.it e tutti gli altri canali di comunicazione dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, ONLUS.
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martedì 1 febbraio 2011
"L'Italia del Trucco, l'Italia che Siamo".
Dopo il libro c'è il docu-film evento dell'Associazione Contro Tutte le Mafie. Su YouTube la visione mondiale per non dimenticare le italiche vergogne, censurate ed impunite. http://www.youtube.com/watch?v=LVigD-S69zo
giovedì 20 gennaio 2011
La Giustizia a Taranto: non solo i Misseri.
L’Associazione Contro Tutte le Mafie, ONLUS, con il suo sito di inchieste tematiche e territoriali (www.controtuttelemafie.it) e la sua TW Italia - Tele Web Italia di promozione del territorio (www.telewebitalia.eu) rompe l’omertà e la disinformazione per la cultura della legalità.
La Giustizia a Taranto: non solo i Misseri.
In tempi in cui la magistratura si può accanire contro un Premier e questo, anziché intervenire sulle anomalie del sistema, personalizzando li accusa di essere sovversivi e comunisti, ci si chiede cosa accadrà al povero cristo.
Su Taranto i media curano la vicenda di Sabrina Misseri, in carcere senza prove attendibili, (pur tralasciando la vicenda Sebai, il killer delle vecchiette, con presunti innocenti nelle galere). Stampa e TV da sempre ignorano la vicenda di Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. Soggetto mai condannato, ma assiduo frequentatore delle aule dei tribunali per l’accanimento giudiziario intimidatorio a suo danno, sol perché il suo sito d’inchiesta è il Wikileaks italiano. Per questo è stato sentito in riferimento all’ennesimo procedimento penale aperto a Catanzaro contro la procura di Potenza, che non ha proceduto sulle denunce presentate contro i magistrati di Taranto, Lecce e Brindisi, che a loro volta hanno abusato od omesso atti del loro ufficio.
Il Dr Antonio Giangrande è sotto inchiesta da parte della Prefettura di Taranto presso cui il suo sodalizio nazionale è iscritto nell’elenco delle associazioni antimafia, in quanto combatte gli insabbiamenti. Le denunce presentate presso le forze dell’ordine contro gli insabbiamenti dei magistrati, sono insabbiate. La polizia giudiziaria, che controvoglia li riceve, per legge collabora con i magistrati denunciati. Le denunce presentate, spesso dalla polizia giudiziaria insabbiate, per legge passano dai tavoli dei denunciati medesimi, che sovente li auto archiviano.
Per gli effetti è sotto processo a Potenza per diffamazione a mezzo stampa, su denuncia degli stessi magistrati denunciati, per un articolo apparso sul Giornale del Sud Africa, da lui non scritto, che riguardava gli insabbiamenti a Taranto. Gli stessi magistrati di Potenza che non hanno proceduto sulle denunce contro i loro colleghi tarantini.
Sotto processo a Taranto per diffamazione a mezzo stampa per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce sulle consulenze false a Taranto. Qui denunciato, addirittura, dal suo cliente, vittima e per il quale si era adoperato. E’ stato sentito come persona informata dei fatti, anziché come indagato, senza che fosse informato della denuncia a suo carico.
Sotto processo a Taranto per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce sui sinistri falsi a Taranto. Qui rinviato a giudizio, addirittura, per calunnia per una denuncia mai presentata e per un articolo mai scritto. In sede di udienza preliminare si ordina al p.m. di produrre le prove a carico. Non si adempie, ma con ciò si rinvia a giudizio. Si saprà in modo informale che l’avvocatessa denunciata è legata sentimentalmente con un sostituto procuratore del foro, egli stesso denunciato per aver auto archiviatosi una denuncia contro se stesso.
Sotto processo a Taranto per violazione della Privacy per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce a Taranto. Qui si è proceduto a sequestrare un intero sito web con centinaia di pagine, che nulla centravano con l’inchiesta, da parte di chi era incompetente a farlo.
Sotto inchiesta a Roma per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia per aver pubblicato atti pubblici attinenti infiltrazioni camorristiche in provincia di Latina. Qui, addirittura, da parte di foro incompetente e per calunnia per una denuncia mai presentata.
Nei processi è abbandonato dagli avvocati difensori, in quanto, in vece loro che non lo fanno, presenta le istanze di ricusazione nei confronti dei magistrati denunciati che lo stanno per processare. Questo a scanso di certa condanna per grave inimicizia.
I media tacciono questa situazione. Tacendo anche che Luigi De Magistris (europarlamentare dell’IDV) è stato rinviato a giudizio presso il Tribunale di Salerno perché, in qualità di sostituto procuratore a Catanzaro, aveva omesso di procedere nei confronti dei procuratori di Potenza, che a loro volta avevano insabbiato le denunce presentate contro i giudici del distretto della Corte d’Appello di Lecce (Taranto, Lecce e Brindisi), che a loro volta avevano insabbiato le denunce presentate presso di loro da un povero cristo.
Grazie dell’attenzione.
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La Giustizia a Taranto: non solo i Misseri.
In tempi in cui la magistratura si può accanire contro un Premier e questo, anziché intervenire sulle anomalie del sistema, personalizzando li accusa di essere sovversivi e comunisti, ci si chiede cosa accadrà al povero cristo.
Su Taranto i media curano la vicenda di Sabrina Misseri, in carcere senza prove attendibili, (pur tralasciando la vicenda Sebai, il killer delle vecchiette, con presunti innocenti nelle galere). Stampa e TV da sempre ignorano la vicenda di Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. Soggetto mai condannato, ma assiduo frequentatore delle aule dei tribunali per l’accanimento giudiziario intimidatorio a suo danno, sol perché il suo sito d’inchiesta è il Wikileaks italiano. Per questo è stato sentito in riferimento all’ennesimo procedimento penale aperto a Catanzaro contro la procura di Potenza, che non ha proceduto sulle denunce presentate contro i magistrati di Taranto, Lecce e Brindisi, che a loro volta hanno abusato od omesso atti del loro ufficio.
Il Dr Antonio Giangrande è sotto inchiesta da parte della Prefettura di Taranto presso cui il suo sodalizio nazionale è iscritto nell’elenco delle associazioni antimafia, in quanto combatte gli insabbiamenti. Le denunce presentate presso le forze dell’ordine contro gli insabbiamenti dei magistrati, sono insabbiate. La polizia giudiziaria, che controvoglia li riceve, per legge collabora con i magistrati denunciati. Le denunce presentate, spesso dalla polizia giudiziaria insabbiate, per legge passano dai tavoli dei denunciati medesimi, che sovente li auto archiviano.
Per gli effetti è sotto processo a Potenza per diffamazione a mezzo stampa, su denuncia degli stessi magistrati denunciati, per un articolo apparso sul Giornale del Sud Africa, da lui non scritto, che riguardava gli insabbiamenti a Taranto. Gli stessi magistrati di Potenza che non hanno proceduto sulle denunce contro i loro colleghi tarantini.
Sotto processo a Taranto per diffamazione a mezzo stampa per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce sulle consulenze false a Taranto. Qui denunciato, addirittura, dal suo cliente, vittima e per il quale si era adoperato. E’ stato sentito come persona informata dei fatti, anziché come indagato, senza che fosse informato della denuncia a suo carico.
Sotto processo a Taranto per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce sui sinistri falsi a Taranto. Qui rinviato a giudizio, addirittura, per calunnia per una denuncia mai presentata e per un articolo mai scritto. In sede di udienza preliminare si ordina al p.m. di produrre le prove a carico. Non si adempie, ma con ciò si rinvia a giudizio. Si saprà in modo informale che l’avvocatessa denunciata è legata sentimentalmente con un sostituto procuratore del foro, egli stesso denunciato per aver auto archiviatosi una denuncia contro se stesso.
Sotto processo a Taranto per violazione della Privacy per aver pubblicato atti pubblici sugli insabbiamenti delle denunce a Taranto. Qui si è proceduto a sequestrare un intero sito web con centinaia di pagine, che nulla centravano con l’inchiesta, da parte di chi era incompetente a farlo.
Sotto inchiesta a Roma per diffamazione a mezzo stampa e per calunnia per aver pubblicato atti pubblici attinenti infiltrazioni camorristiche in provincia di Latina. Qui, addirittura, da parte di foro incompetente e per calunnia per una denuncia mai presentata.
Nei processi è abbandonato dagli avvocati difensori, in quanto, in vece loro che non lo fanno, presenta le istanze di ricusazione nei confronti dei magistrati denunciati che lo stanno per processare. Questo a scanso di certa condanna per grave inimicizia.
I media tacciono questa situazione. Tacendo anche che Luigi De Magistris (europarlamentare dell’IDV) è stato rinviato a giudizio presso il Tribunale di Salerno perché, in qualità di sostituto procuratore a Catanzaro, aveva omesso di procedere nei confronti dei procuratori di Potenza, che a loro volta avevano insabbiato le denunce presentate contro i giudici del distretto della Corte d’Appello di Lecce (Taranto, Lecce e Brindisi), che a loro volta avevano insabbiato le denunce presentate presso di loro da un povero cristo.
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sabato 15 gennaio 2011
Campagna Pubblica di sottoscrizione per l’istituzione del “DIFENSORE CIVICO GIUDIZIARIO”
Sig. Direttore,
come presidente di “Azione Liberale”, costola politica dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, e di Tele Web Italia, mi rivolgo a lei, come a tutti i direttori d’Italia, affinchè il nostro potere mediatico sia a disposizione della comunità per promuovere l’istituzione di una figura giuridica che non sia un magistrato, ma che abbia tutti i poteri giudiziari, affinché tuteli gli interessi dei cittadini contro la malagiustizia e l’ingiustizia, di cui milioni di essi ne sono colpiti.
Non è possibile che un magistrato giudichi in modo esclusivo un collega per abusi od omissioni, insabbiamenti od accanimenti giudiziari. Ogni avvocato è a conoscenza dell’esito scontato degli esposti rivolti al CSM in riferimento al comportamento irrituale adottato da alcune “toghe” locali, come lo è per le denunce penali presentate presso i colleghi degli stessi. Esposti e denunce non scevri di ritorsioni. Con la nuova Istituzione, saranno sempre i magistrati ad indagarsi ed a giudicarsi, ma, intanto, il “DIFENSORE CIVICO GIUDIZIARIO” verifica ogni atto adottato nel procedimento contestato dal cittadino, controllando se l’atto stesso sia stato attinente alla legge. Se così non fosse, il procedimento contestato con i rilievi sollevati passerebbe alla competenza di altro distretto giudiziario.
Delusi da questa politica, a noi, con senso di responsabilità, non rimane altro che invitare il cittadino a promuovere dei comitati spontanei in ogni città o paese per una raccolta di firme al fine di promuovere una proposta di legge che viene dal popolo.
Spero che lei possa aderire all’iniziativa, portandola all’attenzione pubblica.
Grazie dell’attenzione.
Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE
099.9708396 – 328.9163996
www.controtuttelemafie.it
www.telewebitalia.eu
come presidente di “Azione Liberale”, costola politica dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, e di Tele Web Italia, mi rivolgo a lei, come a tutti i direttori d’Italia, affinchè il nostro potere mediatico sia a disposizione della comunità per promuovere l’istituzione di una figura giuridica che non sia un magistrato, ma che abbia tutti i poteri giudiziari, affinché tuteli gli interessi dei cittadini contro la malagiustizia e l’ingiustizia, di cui milioni di essi ne sono colpiti.
Non è possibile che un magistrato giudichi in modo esclusivo un collega per abusi od omissioni, insabbiamenti od accanimenti giudiziari. Ogni avvocato è a conoscenza dell’esito scontato degli esposti rivolti al CSM in riferimento al comportamento irrituale adottato da alcune “toghe” locali, come lo è per le denunce penali presentate presso i colleghi degli stessi. Esposti e denunce non scevri di ritorsioni. Con la nuova Istituzione, saranno sempre i magistrati ad indagarsi ed a giudicarsi, ma, intanto, il “DIFENSORE CIVICO GIUDIZIARIO” verifica ogni atto adottato nel procedimento contestato dal cittadino, controllando se l’atto stesso sia stato attinente alla legge. Se così non fosse, il procedimento contestato con i rilievi sollevati passerebbe alla competenza di altro distretto giudiziario.
Delusi da questa politica, a noi, con senso di responsabilità, non rimane altro che invitare il cittadino a promuovere dei comitati spontanei in ogni città o paese per una raccolta di firme al fine di promuovere una proposta di legge che viene dal popolo.
Spero che lei possa aderire all’iniziativa, portandola all’attenzione pubblica.
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martedì 11 gennaio 2011
Iniziativa per i 150 anni dell’unità d’Italia.
Tele Web Italia per i 150 anni dell’unità d’Italia presenta www.telewebitalia.eu , portale web per far conoscere l’Italia, al di là dei stereotipi e dei luoghi comuni, che ne minano l’unità.
L’Italia lasciataci dagli avi, che non si riconosce nei contemporanei.
Ogni paese o città dell’italica penisola sono belli da vedere e interessanti da conoscere. Tutto con l’ausilio di filmati professionali. Oggi si può fare aprendo il portale e accedendo alla località prescelta. Un unico contenitore per la gioia di chi vuol viaggiare stando seduti in poltrona in casa propria.
L’Italia lasciataci dagli avi, che non si riconosce nei contemporanei.
Ogni paese o città dell’italica penisola sono belli da vedere e interessanti da conoscere. Tutto con l’ausilio di filmati professionali. Oggi si può fare aprendo il portale e accedendo alla località prescelta. Un unico contenitore per la gioia di chi vuol viaggiare stando seduti in poltrona in casa propria.
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