Gli
impresentabili e la deriva forcaiola.
Ognuno di
noi, italiani, siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. In
famiglia, a scuola, in chiesa, sui media, ci hanno deturpato l’anima e la
mente, inquinando la nostra conoscenza. Noi non sappiamo, ma crediamo di
sapere…
La legalità è il comportamento conforme al dettato
delle centinaia di migliaia di leggi…sempre che esse siano conosciute e che ci
sia qualcuno, in ogni momento, che ce li faccia rispettare!
L’onestà è il riuscire a rimanere fuori
dalle beghe giudiziarie…quando si ha la fortuna di farla franca o si ha il
potere dell'impunità o dell'immunità che impedisce il fatto di non rimaner
invischiato in indagini farlocche, anche da innocente.
Parlare di
legalità o definirsi onesto non è e non può essere peculiarità di chi è di sinistra
o di chi ha vinto un concorso truccato, né di chi si ritiene di essere un
cittadino da 5 stelle, pur essendo un cittadino da 5 stalle.
Questo
perché: chi si loda, si sbroda!
Le liste di
proscrizione sono i
tentativi di eliminare gli avversari politici, tramite la gogna mediatica,
appellandosi all'arma della legalità e della onestà. Arma brandita da mani
improprie. Ed in Italia tutte le mani sono improprie, per il sol fatto di
essere italiani.
Ci sono
delle regole stabilite dalla legge che definiscono i criteri che
vietano eleggibilità e candidabilità. Se un cittadino regolarmente
iscritto alle liste elettorali non si trova in nessuna di queste condizioni si
può candidare. Punto.
"Tutti
i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere
con metodo democratico a determinare la politica nazionale". (art. 49
della costituzione italiana). Alle amministrative del 31 maggio 2015 gli
elettori saranno aiutati dalla commissione parlamentare antimafia che ha
presentato una lista di impresentabili, spiega Piero Sansonetti. Cioè un elenco
di candidati che pur in possesso di tutti i diritti civili e politici, e quindi
legittimati a presentarsi alle elezioni, sono giudicate moralmente non adatte
dai saggi guidati da Rosy Bindi. Le liste di proscrizione furono inventate a
Roma, un’ottantina di anni prima di Cristo dal dittatore Silla, che in questo
modo ottenne l’esilio di tutti i suoi avversari politici. L’esperimento venne
ripetuto con successo 40 anni dopo da Antonio e Ottaviano, dopo la morte di
Cesare, e quella volta tra i proscritti ci fu anche Cicerone. Che fu torturato
e decapitato. Stavolta per fortuna la proscrizione sarà realizzata senza
violenze, e questo, bisogna dirlo, è un grosso passo avanti. La commissione
naturalmente non ha il potere – se Dio vuole – di cancellare i candidati, visto
che i candidati sono legalmente inattaccabili. Si limita a una sorta di blando
pubblico linciaggio. Un appello ai cittadini: «Non votate questi farabutti».
Ed i primi
nomi spifferati ai giornali sono pugliesi.
Ma chi sono
i 4 candidati impresentabili pugliesi, quelli che, in base al codice etico dei
loro partiti o dei partiti al cui candidato sono collegati non avrebbero potuto
presentare la loro candidatura?
Attenzione!
Siamo di fronte al diritto di tutti i candidati ad essere considerati persone
perbene fino all’ultimo grado di giudizio.
Uno di loro
è semplicemente indagato, gli altri sono stati assolti dalle accuse in primo
grado, anche se i pm poi hanno fatto ricorso. Nessuno di loro è incandidabile,
secondo la legge Severino, e tutti e quattro fossero votati potrebbero fare i
consiglieri regionali.
Il primo è
l’imprenditore Fabio Ladisa della lista «Popolari con Emiliano» che appoggia il
candidato del Pd ed ex sindaco di Bari, Michele Emiliano. La Commissione
precisa che «è stato rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata
estorsione (e altro), commessi nel 2011, con udienza fissata per il 3.12.2015».
Imputato, non condannato.
Con
Schittulli c'è Enzo Palmisano, medico, accusato per voto di scambio (anche se
poi il procedimento era andato prescritto). Prescrizione non vuol dire
condanna, ma scelta legittima di economia processuale.
Con
Schittulli c'è Massimiliano Oggiano, commercialista, della lista «Oltre» (per
lui accuse attinenti al 416 bis e al voto di scambio con metodo mafioso, è
stato assolto in primo grado e pende appello, la cui udienza è fissata per il 3
giugno 2015). Assolto, quindi innocente.
Giovanni
Copertino, ufficiale del corpo Forestale in congedo, accusato di voto di scambio
(anche se poi era stato tutto prescritto, contro tale sentenza pende la fase di
appello ), consigliere regionale Udc è in lista invece con Poli-Bortone.
Prescrizione non vuol dire condanna, ma scelta legittima di economia
processuale.
C’è un solo
caso davvero incomprensibile: quello del candidato Pd alla presidenza della
Regione Campania, Vincenzo De Luca. Per legge non potrà fare né il consigliere
regionale, né il presidente della Regione Campania. Se venisse eletto il giorno
dopo non potrebbe nemmeno mettere piede in consiglio regionale. Vittima,
anch'egli di una legge sclerotica voluta dai manettari. Legge che ha colpito
proprio loro, i forcaioli, appunto Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, e
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli e già dell’IDV di Antonio Di Pietro.
Sospesi per legge, ma coperti temporaneamente dal Tar. Tar sfiduciato dalla
Cassazione che riconosce il potere al Tribunale.
Con le liste
di proscrizione si ha un regolamento politico di conti che nulla ha a che
vedere con la legalità, spiega Mattia su “Butta”. La legalità la stabilisce la
legge, non Rosy Bindi. Se la legge vigente non piace, liberissimi in Parlamento
di modificarla affrontando l’opinione pubblica. Ma non è giusto mettere un
timbro istituzionale su una cosa illegale come quella che sta facendo oggi la
commissione antimafia. Illegale perchè va contro ed oltre la legge vigente, e
non può farlo una istituzione. Non una istituzione, che per altro si è ben
guardata dall’inserire nell’elencone degli impresentabili qualcuno macchiato
del reato tipico dei consiglieri regionali: il peculato, la truffa sui
contributi ai gruppi consiliari. L’avessero fatto, non ci sarebbero state
elezioni...
Un privato
cittadino può anche dire in giro che Tizio o Caio sono impresentabili perché X,
ma rimane un suo giudizio personale. Già di suo è un giudizio scorretto: al
massimo puoi dire che Tizio non deve essere eletto, non che è impresentabile.
Puoi cioè invitare la gente a non votarlo (così come fai con tutti i candidati
che non ti garbano) ma non è corretto dire che non dovrebbe essere nemmeno
presentato. Può presentarsi eccome: in democrazia non c’è nessuno che è
meno degno di presentarsi.
Forse non si
percepisce la gravità di questo precedente. Il fatto che un pezzo di parlamento,
ossia una istituzione che avrebbe ben altro da fare, come cercare la mafia
nell’antimafia, si arroghi il diritto di indicare alla popolazione chi è degno
di essere eletto e chi no in base ai propri gusti e non a una legge dello Stato
è aberrante. Uscire l’ultimo giorno di campagna elettorale ad additare, con la
forza di una istituzione, un tizio gridando “vergogna! è un X! non votatelo”
senza dare al tizio la possibilità di difendersi allo stesso livello è
preoccupante. Il metodo Boffo delle elezioni.
In questo
modo avremo come impresentabili tutti quelli indicati da Filippo Facci.
1) Quelli
condannati in giudicato;
2) No,
quelli condannati in Appello;
3) No,
quelli condannati in primo grado;
4) Basta che
siano rinviati a giudizio;
5) Basta che
siano indagati;
6) Sono
impresentabili anche gli assolti per prescrizione;
7) Anche gli
assolti e basta, ma "coinvolti" (segue stralcio di una sentenza);
8) Sono
quelli che sarebbero anche gigli di campo, ma sono amici-parenti-sodali di un
impresentabile;
9) Sono
quelli che, in mancanza d'altro, sono nominati in un'intercettazione anche se
priva di rilevanza penale;
10) gli
impresentabili sono quelli che i probiviri del partito e lo statuto del partito
e il codice etico del partito e il comitato dei garanti (del partito) fanno
risultare impresentabili, cioè che non piacciono al segretario;
11) Sono
quelli a cui allude vagamente Saviano;
12) Sono
quelli - sempre innominati, sempre generici - che i giornali definiscono "nostalgici
del Duce, professionisti del voto di scambio in odore di camorra";
13) Sono
quelli - sempre innominati, sempre generici - di cui parlano anche il
commissario Cantone e la senatrice Capacchione, e ne parlano pure i candidati
che invece si giudicano presentabili, i quali dicono di non votare gli
impresentabili;
14) Gli
impresentabili sono quelli menzionati da qualche giornale, che però sono
diversi da quelli nominati da altri giornali;
15) Sono i
voltagabbana;
16) Gli
impresentabili sono quelli che sono impresentabili: secondo me.
E così sia.
Presidente
dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia
099.9708396
– 328.9163996
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